mercoledì 31 marzo 2010

Cristiani pakistani rifiutano di convertirsi: marito bruciato vivo, moglie stuprata dalla polizia


di Fareed Khan
22/03/2010 13:02
PAKISTAN

La coppia lavorava alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano a Rawalpindi. I tre figli – dai 7 ai 12 anni – costretti con la forza ad assistere alle violenze. L’uomo è ricoverato con ustioni sull’80% del corpo. I sanitari: “non sopravviverà”. Organizzazioni cristiane hanno indetto marce di protesta.


Islamabad (AsiaNews) – Combatte ancora fra la vita e la morte Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano ricoverato da tre giorni all’ospedale della Sacra famiglia a Rawalpindi, città poco distante dalla capitale Islamabad. Egli è stato bruciato vivo da un gruppo di estremisti musulmani, con la connivenza della polizia, perché si è rifiutato di convertirsi all’islam. Fonti locali rivelano ad AsiaNews che la moglie “è stata stuprata dagli agenti”. L’incidente è avvenuto il 19 marzo scorso, in una tenuta situata di fronte alla caserma di polizia.

Dal 2005 Mashid e la moglie lavoravano alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano della città, come autista l’uomo e domestica la moglie. Negli ultimi tempi erano emersi dei dissapori fra il datore di lavoro e la coppia, a causa della loro fede cristiana.

Fonti locali riferiscono che la donna, Martha Arshed, è stata “stuprata dagli agenti di polizia”. I tre figli della coppia, inoltre, di età fra i 7 e i 12 anni, hanno dovuto assistere – costretti con la forza – alle violenze commesse ai danni dei genitori. “Masih e la moglie sono attualmente sottoposti a trattamento sanitario” confermano fonti interne dell’ospedale della Sacra Famiglia. Il sito BosNewsLife aggiunge che “l’uomo è in condizioni gravissime, con ustioni sull’80% del corpo”.

Ieri il governo del Punjab ha ordinato l’apertura di un’inchiesta per far luce sulla vicenda. “Il caso è sottoinvestigazione – conferma Rana Sanaullah, Ministro della giustizia del governo del Punjab – e i colpevoli saranno arrestati”. Nel frattempo i sanitari dell’ospedale della Sacra famiglia, a Rawalpindi, sottolineano che Arshed Masih (nella foto), 38 anni, presenta ustioni sull’80% del corpo e “non sopravviverà” all’incidente.

La coppia cristiana viveva con i figli nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan, ricco uomo d’affari musulmano, nella zona riservata ai domestici. Nel gennaio scorso leader religiosi locali e il datore di lavoro hanno imposto alla famiglia – genitori e figli – di convertirsi all’islam. Al rifiuto opposto da Mashid e la moglie, i fondamentalisti li hanno minacciati avvertendoli che avrebbero subito “conseguenze terribili”.

L’uomo ha proposto di lasciare il lavoro e la casa dell’uomo d’affari musulmano, ma questi gli ha risposto che lo avrebbe “ucciso” nel caso in cui fosse partito. La settimana scorsa le tensioni sono aumentate a causa di un furto subito da Sheikh Mohammad Sultan: dei ladri avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione, rubando denaro contante per 500mila rupie (circa 6mila dollari).

La polizia ha aperto un’indagine sul furto, ma non ha iscritto la coppia cristiana nel registro degli indagati. Tuttavia, l’uomo d’affari musulmano ha offerto di lasciar cadere le accuse contro Masih nel caso in cui si fosse convertito all’islam. L’uomo ha inoltre aggiunto: “altrimenti non vedrete più i vostri figli”. Il resto è cronaca degli ultimi giorni: Arshed Masih è rimasto saldo nella fede cristiana; il 19 marzo scorso egli è stato bruciato vivo e la moglie stuprata dalla polizia.

Shahbaz Batti, cattolico, Ministro federale per le minoranze, ha rifiutato di commentare la vicenda dicendo di essere “impegnato”. Egli ha promesso di rilasciare dichiarazioni sul caso nei prossimi giorni. Oggi diverse organizzazioni cristiane a Rawalpindi e Lahore hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta.

domenica 28 marzo 2010

Perchè Di Pietro,in politica,incarna l'opposto del cristianesimo e perchè amo Berlusconi

Dal Papa Giovanni Paolo II° e dal Papa Benedetto XI°,da tutte le persone che stimo grandi nella fede ho imparato una verità che mi è chiarissima e mi aiuta a giudicare tante situazioni:non saremo felici quando cambieranno i sistemi politici,economici,i governi,il potere.Di questo credo fosse convinto Marx.

Piuttosto noi saremo felici quando cambierà il nostro cuore,quando sarà guarito dal male e dalle nefandezze che ci portiamo dentro e che ci rendono schiavi.Così insegnò Cristo,i Padri,la Tradizione.In questa direzione vanno alcune esperienze di fede,di evangelizzazione,di missione che conosco e apprezzo.Se incontri Cristo,Cristo cambia la tua vita e tu cambi il mondoDa Cristo è possibile essere cambiati,e guardare e fare tutte le cose con un cuore nuove..

Di Pietro è convinto che l'Italia sarà felice quando gli italiani abbatteranno Silvio Berlusconi,quel Berlusconi causa di tutto il male,del degrado morale e di ogni porcheria nazionale.Ognuno potrà tirargli la miniatura del Duomo della sua città.
Anche molti credenti,molti cattolici,molti preti sono convinti di questo:bisogna dargli,all'untore Silvio!Ripetendo l'errore di credere che il male sta fuori di noi e non dentro ciascuno di noi.Per questo provo simpatia per Silvio,e voto per lui.Io mi sento più Silvio che tonino:nel mio piccolo,amo il mondo e sono attaccato alle sue logiche,mi piace tutto quello che piace a lui,adoro il mio ego,ho la faccia di bronzo,prendo meriti e scarico colpe.Poi mi metto in fondo al Tempio e mi batto il petto,chissà che Qualcuno abbia pietà di me.

Don Luca

Un paio di "regali"

Tra tre giorni parto per Medjugorje,vi lascio un paio di cose:una novità preziosissima,per me almeno e una perla di Dante il mio amico vescovo.
Andiamo per gerarchie:Dante,Jahvè significa IO SONO,PER TE!Voi siete intelligenti e istruiti,probabilmente lo sapevate già,io ,come ogni tanto Dante,ed è splendido quando lo fa,sono un po' un bestione e mi ha colpito moltissimo,capite Dio,il creatore dell'universo,della vita,Tutto dice IO SONO,PER TE.LUI,l'infinito è per me,per noi,da schiantarsi direbbe Benigni.E' come se dicesse io esisto per te,pazzesco,non lo posso spiegare è da custodire nel silenzio del cuore,il cuore lo capisce.

La novità,la prima che si presenta è il contributo di san don Luca a questo blog e lo farà subito a modo suo,sarà il prossimo post,magistero.Altri amici si presenteranno prossimamente,ne sono felicissimo,non li ho scelti per la loro appartenenza ma perché sono loro,mi sono accorto dopo che sono uno del RnS,l'altra è una delle due fiaccole di Cremona delle Sentinelle del mattino,il terzo don Luca è più o meno esplicitamente di CL,io lo ero,adesso arranco per essere degno di Nuovi Orizzonti.Siamo in quattro, ognuno diversissimo dall'altro, ma lo sguardo è lo stesso.Ci rivedremo credo il 9/10 Aprile,Buona strasanta Pasqua e mi raccomando non siate troppo buoni.

p.s.
Chi è infastidito dai contenuti di questo blog può liberamente girare al largo,se cercate sempre e solo poesia questo non è il posto adatto,questo è e sarà sempre un posto di battaglia com'è la vita del resto,per la poesia rivolgetevi a don Tonino Bello o simili.Dimenticavo san don Tonino Bello.

venerdì 26 marzo 2010

l'UOMO VIVO-ancora lui:Vinicio Capossela


Devo essere veramente impazzito,non amo le cose eccentriche o chiassose,il contenuto del video mi sembra dissacrante,irriverente,eccessivo,delirante,ma c'è qualcosa che mi piace.Capossela dev'essere un santo matto, mi chiedo perché,pur conoscendolo anche se solo superficialmente,lo scopro solo ora.Matto per matto e irriverente per irriverente,dedico tutta sta confusione,con all'interno un suo ordine,al mio amico vescovo,io sono il matto lui il santo,possiamo essere amici noi,immagino che anche il buon Dio possa apprezzare questa improbabile e un po alcolica lode.Grazie san Dante!

giovedì 25 marzo 2010

Messaggio, 25. marzo 2010 (Medjugorje)


"Cari figli, anche oggi desidero invitarvi tutti ad essere forti nella preghiera e nei momenti in cui le prove vi assalgono. Vivete nella gioia e nell’umiltà la vostra vocazione cristiana e testimoniate a tutti. Io sono con voi e vi porto tutti davanti al mio figlio Gesù e Lui sarà per voi forza e sostegno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

martedì 23 marzo 2010

Bagnasco:cattolici ed elezioni!


Genova - Il rispetto della vita umana e del matrimonio tra uomo e donna, ma anche il diritto al lavoro e alla casa, l’integrazione degli immigrati: sono tutti "valori che non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralita": è quanto si legge in un comunicato dei vescovi della Liguria, primo firmatario il cardinale Angelo Bagnasco, in vista del voto delle Regionali.
I valori sociali La nota dei vescovi liguri è stata diffuso dall’ufficio stampa della Cei, il giorno dopo l’intervento dello stesso cardinale Bagnasco, al Consiglio episcopale permanente, in cui il porporato indicava la difesa della vita, anche dal "delitto incommensurabile" dell’aborto, come un valore "non negoziabile" su cui basare le proprie scelte elettorali.
Dal documento dei presuli liguri si capisce come la Chiesa consideri "un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare" il voto di domenica e lunedì prossimi. "A questo riguardo - vi si legge - il criterio guida per un sapiente discernimento tra le diverse rappresentanze è l’impegno programmatico, chiaramente assunto, di assicurare il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità, valori che sono la condizione e il fondamento di una società veramente solidale. Si tratta di valori chiaramente e ripetutamente ribaditi dal magistero conciliare, postconciliare e pontificio e che possono essere sinteticamente richiamati: fra tutti, il rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; la tutela e il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; il diritto di libertà religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione. E quindi il diritto al lavoro e alla casa; l’accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; la promozione della giustizia e della pace; la salvaguardia del creato. Tali valori non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità".
Il portavoce della Cei "Riesce francamente impossibile ipotizzare toni divaricanti tra quanto detto ieri nella prolusione e quanto scritto oggi nel comunicato dei Vescovi liguri. A meno che ci si affidi ad interpretazioni di volta in volta parziali e limitanti", ha anche affermato il portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili. "I vescovi del Consiglio Permanente - sottolinea Pompili - hanno condiviso pienamente la lettura del momento sociale e culturale offerta dal presidente della Cei nella sua prolusione. In particolare si sono ritrovati nei 'valori non negoziabili', che il magistero di Benedetto XVI ha chiaramente indicato nella sua recente Enciclica Caritas in veritate e che il presidente ha puntualmente richiamato". Essi "emergono alla luce del Vangelo, ma anche per l’evidenza della ragione e del senso comune. Essi sono: la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna".

"È solo su questo fondamento - ricorda Pompili citando quanto ribadito da Bagnasco e approvato dai vescovi del Consiglio Permanente - che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società. Quale solidarietà sociale, infatti, se si rifiuta o sopprime la vita, specialmente la più debole?". In proposito, il portavoce della Cei aggiunge che "è quanto il Santo Padre afferma con chiarezza: non può avere basi solide una società che - mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace - si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata".
da:IlGiornale.it
Questa è la posizione di Bagnasco (se interessasse presidente della CEI),liberissimi di pensarla come si vuole,ma l'indicazione è chiara e precisa e"che in nessun caso converrà trascurare".Mi sembra già di sentire i soliti noti relativizzare il tutto annacquandolo con un bel :tanto sono tutti uguali....e allora su coraggio diciamolo che Bagnasco è un pirla e che la Chiesa deve stare lontana dalla politica,quindi dalla realtà perchè noi,anzi voi,alcuni di voi vivono, in quanto supposti cattolici, già in Paradiso e le cose della terra non li interessano,sono cose sporche da cui astenersi.Auguri,io non sarò cattolico,ma momentaneamente vivo su questa terra e mi interessano, anche parecchio, le cose concrete e se c'è da sporcarsi ,pazienza mi sporcherò.
La posizione della Bonino la conoscono tutti,ultraabortista e in quanto radicale si può serenamente dire anti-cattolica,in Piemonte,l'omologa Bresso tra le prima cose che ha detto di voler fare a Torino è un bel museo della magia (Torino non ha proprio altre necessità),del resto Chiesa e magia vanno d'accordissimo....è nota poi l'assoluta approvazione delle nozze gay da parte della rossa piemontese.In altre regioni magari non sono così evidenti le posizioni ma basta cercare un pochino per capire da che parte tira il vento.Bagnasco è chiarissimo e non dice niente di nuovo,ma certamente ci sarà chi farà finta di non capire.Ratzinger la chiamava e la chiama la DITTATURA DEL RELATIVISMO.

lunedì 22 marzo 2010

Chi sta con Benedetto XVI?


Un Papa, due Chiese.

Quello scisma strisciante che divide il mondo cattolico


Stefano Fontana


Gli attacchi al papa hanno ormai un aspetto nuovo e veramente inquietante. Vengono da fuori la Chiesa ma anche da dentro, nella forma delle aperte denunce come quella di Hans Küng su Repubblica di qualche giorno fa o nel sistematico, tacito boicottaggio del suo insegnamento.Ad essere realisti sembra ormai che esistano come due Chiese, che ci sia uno scisma in atto, che due pastorali molto diverse evidenzino due ecclesiologie altrettanto diverse.Mentre la stampa tentava di coinvolgere il papa nella questione pedofilia, sostenendo che un sacerdote accusato di simili atteggiamenti era stato accolto nella diocesi di Monaco e Frisinga ai tempi dell’episcopato del cardinale Ratzinger, sul giornale “La Repubblica” il teologo Hans Küng, amico di un tempo, si è scagliato contro la persona di Joseph Ratzinger sia come teologo, sia come vescovo, sia come Prefetto della Congregazione della Fede e infine come Pontefice per aver causato, a suo dire, la pedofilia di alcuni ecclesiastici mediante la sua teologia e il suo magistero sul celibato.E’ in fin dei conti comprensibile, anche se non giustificabile, che contro il Papa si avventino i nuovi laicisti di un’Europa sempre maggiormente impegnata a estromettere il cristianesimo dalla propria storia futura, mediante la legislazione, l’educazione scolastica e i cambiamenti nel costume, anche se una virulenza da kulturkampf di questo tipo non era prevedibile. Quanto invece preoccupa sono gli attacchi al papa da dentro la Chiesa. Questi sono però di due tipi.Una forma particolarmente evidente è quella alla Küng, o ieri alla Martini, apertamente polemica, ostensiva di sé, che trova spazio nei giornali. Un’altra è più nascosta dentro la vita quotidiana della cattolicità, più normale e diffusa.Molti cattolici non accusano apertamente il Pontefice, ma mettono la sordina ai suoi insegnamenti, non leggono i documenti del suo magistero, se li leggono non ne tengono conto o scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice, danno vita ad iniziative pastorali e culturali, per esempio sul terreno delle bioetica oppure del dialogo ecumenico, in aperta divergenza con quanto egli insegna.Si tratta di atteggiamenti sistematici e pianificati. Benedetto XVI ha dato degli insegnamenti sul Vaticano II che moltissimi cattolici apertamente contrastano, promuovendo forme di di sistematico magistero parallelo guidati da molti “antipapi”che vivono dentro la Chiesa; ha dato degli insegnamenti sui “valori non negoziabili” che moltissimi cattolici minimizzano o reinterpretano e questo avviene anche da parte di teologi e commentatori di fama ospitati sulla stampa cattolica; ha dato degli insegnamenti sul primato della fede apostolica nella lettura sapienziale degli avvenimenti e moltissimi continuano a parlare di primato della situazione, o della prassi o dei dati delle scienze umane; ha dato degli insegnamenti sulla coscienza e sulla dittatura del relativismo ma moltissimi antepongono la democrazia o la Costituzione al Vangelo. Per molti la Dominus Jesus, la Nota sui cattolici in politica del 2002, il discorso di Regensburg del 2006, la Caritas in veritate è come se non fossero mai state scritte, anzi è come se fossero sbagliate.Docenti degli studi teologici e degli Istituti di scienze religiose, opinionisti che scrivono quasi quotidianamente sui giornali cattolici, giornalisti dei settimanali diocesani, padri gesuiti e non che gestiscono centri culturali nelle varie diocesi: la chiesa che di fatto opera contro il papa è molto ramificata e ormai divide trasversalmente anche il clero. Ho occasione di girare molto nelle diocesi per incontri e conferenze. Sistematicamente ormai mi capita di avere davanti a me sempre un uditorio diviso in due. Anche quando si tratta di sacerdoti. Da un lato il primato della fede, l’idea che il mondo abbia bisogno di salvezza, che il dialogo ecumenico e religioso non comporta la rinuncia alla unicità della salvezza in Cristo, che la tradizione è una sola, che il cristianesimo è religio vera, che la coscienza senza la verità è arbitrio; dall’altra il primato della situazione che provoca il Vangelo, l’idea che il mondo salvi la Chiesa e che Enzo Bianchi o Serge Latouche siano il magistero, che il dialogo non comporta nessuna identità cattolica, che il Vaticano II è inizio di una nuova fase della vita della Chiesa, che il cristianesimo non ha a che fare con la verità che è sempre ideologia, che la coscienza personale è l’ultimo tribunale. Due ecclesiologie che danno vita per forza a due pastorali diverse: pastorale evangelizzante e della riconoscibilità pubblica del cristianesimo l’una, pastorale dell’accompagnamento al mondo senza pretesa di illuminarlo l’altra.Nelle chiese locali questa situazione crea notevoli difficoltà. Molti vescovi non riescono più ad imprimere una linea, negli studi teologici si insegnano molte dottrine strane, i fedeli sono spesso disorientati, nei decanati e nelle vicarie non si produce pastorale di respiro perché i preti stessi sono divisi tra loro nei due schieramenti, i sinodi sono spesso luoghi di confronto anche duro tra le due anime, i temi caldi della vita, della famiglia, dei rapporti con le altre religioni sono impostati in modi molto diversi da parrocchia a parrocchia e da diocesi a diocesi.Il Papa sempre di più sta divenendo segno di contraddizione. Nei fatti e nella prassi quotidiana sembrano esserci due chiese, c’è uno scisma strisciante o forse già in atto solo che nell’accentuato pluralismo di oggi non viene formalizzato. La fedeltà al Papa oggi è atteggiamento di demarcazione, segno di discrimine, questione veramente dirimente.© Copyright L'Occidentale, 21 marzo 2010

domenica 21 marzo 2010

Vinicio Capossela.Chapeau!!

LO SPIRITO INTERCEDE PER NOI
Rm 8,18-28

Una grande preghiera di strada,la poesia della grandezza del cuore umano.Canzone orizzontale:all'amata.Verticale:al Cielo,più o meno conosciuto.



Non dormo, ho gli occhi aperti per te.
Guardo fuori e guardo intorno.
Com'è gonfia la strada
di polvere e vento nel viale del ritorno...

Quando arrivi, quando verrai per me
guarda l'angolo del cielo
dov'è scritto il tuo nome,
è scritto nel ferro
nel cerchio di un anello...

E ancora mi innamora
e mi fa sospirare così.
Adesso e per quando tornerà l'incanto.

E se mi trovi stanco,
e se mi trovi spento,
sei meglio già venuto
e non ho saputo
tenerlo dentro me.

I vecchi già lo sanno il perché,
e anche gli alberghi tristi,
che il troppo è per poco e non basta ancora
ed è una volta sola.

E ancora proteggi la grazia del mio cuore
adesso e per quando tornerà l'incanto.
L'incanto di te...
di te vicino a me.

Ho sassi nelle scarpe
e polvere sul cuore,
freddo nel sole
e non bastan le parole.

Mi spiace se ho peccato,
mi spiace se ho sbagliato.
Se non ci sono stato,
se non sono tornato.

Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore,
adesso e per quando tornerà il tempo...
Il tempo per partire,
il tempo di restare,
il tempo di lasciare,
il tempo di abbracciare.

In ricchezza e in fortuna,
in pena e in povertà,
nella gioia e nel clamore,
nel lutto e nel dolore,
nel freddo e nel sole,
nel sonno e nell'amore.

Ovunque proteggi la grazia del mio cuore.
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.

Ovunque proteggi, proteggimi nel male.
Ovunque proteggi la grazie del tuo cuore



v. 23-25 Essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo
interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella
speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti,
ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non
vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
v. 26-27 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno
sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza
per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello
Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

La zia:lui,Renato,tre,due,uno,ZERO!!!!!!!!

Lo chiamano frocio....,vorrei essere io uomo come lui.
La poesia di un cuore che cerca,lo sguardo al Cielo perché:"
perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. ..."


San padre Jozo

Grazie a Dio io c'ero,grazie a Dio questo gigante ho potuto vederlo e ascoltarlo varie volte,"ascoltate" il silenzio di fondo,non volava una mosca,per tutto il tempo che ha parlato nessuno ha fiatato,tutti riconoscevano in lui un autentico Testimone di Cristo.
Il prossimo appuntamento con Medjugorje a Milano sarà il 18 Aprile al Palasharp,padre Jozo non ci sarà,ma lì ci sarà Medjugorje,si toccherà Medjugorje.Fatemi una carità,fatevi una carità immensa ascoltatelo fino in fondo,è lungo ma è.....non c'è niente di meglio.Lui parla con autorevolezza,è fuoco!
http://www.miridobro.it/frame/Palasharp2010.pdf

















martedì 16 marzo 2010

Il Grido dei Piccoli


Carissimi,
vi scrivo dal Brasile con il cuore ricolmo di gioia per questi giorni trascorsi nella Cittadella Cielo di Quixada e di Fortaleza. E' stata una settimana davvero intensa e ricca di tante emozioni
Quando siamo arrivati all' aereoporto c'era un gruppo del CEU (la Cittadella Cielo di Fortaleza) ad aspettarci per farci festa con canti, balli, cartelloni e dei bambini splendidi che suonavano dei tamburi.

Siamo poi andati alla Cittadella Cielo di Quixada dove abbiamo trovato tutto il gruppo di ragazzi e bambini che ci hanno accolto con una splendida canzone. Non potete immaginare la mia gioia nell'ascoltare le parole del ritornello: "tutto sembrava impossibile, tutto sembrava senza via di uscita, tutto sembrava essere la mia morte, ma Gesù ha cambiato la mia sorte io sono un miracolo e sono qui. Usami io sono il tuo miracolo, usami desidero solo servirti, usami sono a tua immagine, usami Signore Gesù".

Guardavo, con gli occhi lucidi di lacrime, lo sguardo splendente e pieno di gioia dei ragazzi e dei bambini che cantavano. Ho sentito subito una profonda commozione e un nodo alla gola nel contemplare la gloria della resurrezione in quei volti prima sfigurati dal dolore, dall'abbandono, dalla strada, dalla fame, dalle violenze ed ora trasfigurati dall'incontro con Colui che è l'Amore.

Ho ripensato al primo momento in cui sono arrivata a Quixada. Ci avevano offerto un terreno molto grande (attualmente abbiamo 400 ettari, per avere un termine di paragone considerate che la cittadella Cielo di Medjugorje è in un terreno di 9 ettari) ma era completamente deserto. C'erano due laghetti, serpenti, scorpioni, tarantole, ma era un terreno ai piedi di un bellissimo Santuario Reinha do Sertao (che in italiano significa Regina del deserto).

Allora mi sembrava davvero impossibile realizzare una cittadella Cielo in quella terra deserta così lontana, ma quando sono andata ad incontrare i bambini che vivevano nelle case di fango ed ho guardato i loro occhi pieni di dolore, i loro corpicini consumati dalla scabbia, il loro cuore disperatamente assetato di amore, ho avuto una certezza: non potevamo non fare tutta la nostra parte per ascoltare e rispondere nel nostro piccolo a quel terribile grido; Colui che tutto può avrebbe reso possibile ciò che a me sembrava impossibile; certamente la nostra Mamma del Cielo avrebbe fatto fiorire il deserto e si sarebbe presa cura dei suoi piccoli.

Tornata a Piglio avevo parlato ai ragazzi accolti in comunità di ciò che avevo visto, di quanto fossi rimasta profondamente scossa dal grido di questi piccoli angeli crocifissi e in 12 ragazzi accolti avevano subito risposto con grande generosità chiedendo di poter partire in missione capitanati dai mitici Loredana e Giulio. Allora sembrava davvero impossibile, sembrava l'ennesima pazzia eppure... "ciò che sembrava impossibile ancora una volta Dio lo ha reso possibile" e ora non riesco a trattenere le lacrime guardando i piccoli accolti cantare a Gesù: io sono qui, io sono il tuo miracolo, usami io sono il tuo miracolo.

Che miracolo lo splendore dello sguardo traboccante della Gioia della Resurrezione dei piccoli accolti! Che miracolo il Centro Perfetta Allegria ricolmo di bambini e di mamme sostenuti dalla Cittadella Cielo! Che miracolo quella fila di più di 400 famiglie che grazie agli aiuti di tante adozioni a distanza possono finalmente mangiare! Che miracolo vedere fiorire due incredibili cittadelle Cielo! Che miracolo il CEU, 18 differenti comunità, associazioni, movimenti tutti uniti per rispondere al grido di tanti (in questi giorni abbiamo avuto un bellissimo incontro con i fondatori e responsabili delle differenti comunità che collaborano alla realizzazione della cittadella CEU: Cielo, di Fortaleza).... che miracolo: IL DESERTO E' FIORITO!!!

Ma quanta miseria, quanta povertà, sofferenza, nei volti di ancora troppi piccoli assetati di amore; che contrasto tra quelle casette di fango con 8 bambini che dormono in terra in pochi metri quadrati e le nostre case confortevoli piene di giocattoli sempre più costosi che i nostri bambini dopo un primo momento di entusiasmo non apprezzano più. Sento ancora risuonare nel cuore la frase di una signora di una certa età che abita in una di queste case di fango. Ha detto con gli occhi pieni di lacrime e con la voce spezzata dal pianto: "sono cinque giorni che non mangio, ma grazie per tutto ciò che fate e che farete per noi". Ripenso poi allo sguardo pieno di dolore e di speranza di Josè uno splendido bambino incontrato in strada insieme a P. Renato Chiera , a Dania. e Davide.

Quando ci siamo avvicinati a lui era accovacciato su di un cartone, steso per terra in una delle strade turistiche di Fortaleza, con la gamba gonfia e ancora sanguinante per le botte prese da poco dalla polizia; mi ha guardato con lo sguardo implorante domandandomi: "davvero puoi portarmi via di qui? Sono 5 anni che vivo in strada e uso il crak , a casa non posso stare perché mio padre mi picchia sempre. Ho tanta paura di morire voglio venire con voi!" E Mariane una dolce ragazzina, in costume da bagno, sfigurata dalla vita di strada, dall'alcool e dalla droga.

Con grande naturalezza ci mostra il capezzolo lo stringe per fare uscire del latte e dice: "Sono rimasta incinta devo smetterla con questa vita perché il mio bambino così è già drogato e alcolizzato". Poi mi abbraccia più volte con affetto e mi dice: "Davvero potete portarmi via di qui? Io devo andare lontano da qui se no non ce la faccio!!" E ancora ho impresso nell'anima lo sguardo di una tristezza infinita di Miguel. Provo a dargli una carezza e gli viene la pelle d'oca, forse nessuno mai lo ha accarezzato con un po' di amore, ha un terribile squarcio infetto che mi fa pensare allo squarcio nel suo cuore. Guardo i suoi occhi e scorgo un baratro indescrivibile di dolore!!

Ci mobilitiamo subito per accogliere questi piccoli ma quanti altri resteranno in strada senza cibo, senza una carezza, senza un po' di amore.
Ripenso al disegno che mi ha regalato Vitoria, una bambina del nostro Centro Perfetta Allegria: un cuore trafitto da una spada sanguinante ed accanto un cuoricino sorridente con l'aureola ed uno splendido arcobaleno. Le gocce di sangue che colano dal cuore trafitto si trasformano in altri piccoli cuori!

Quante lacrime di sangue ho raccolto in questi anni da troppi cuori trafitti. Quante di queste lacrime raggiunte dall'Amore di Dio si sono trasformati in splendidi arcobaleni di luce. Quanti giovani con il cuore sfregiato hanno aperto il loro cuore all'amore per poi accogliere le lacrime di altri e quanti deserti ho visto fiorire, quanti cuori spezzati risanati ora cantano la Gioia della resurrezione.

Nel mio cuore c'è ora una grande gioia per il numero incredibile di miracoli che Colui che è l'Amore ha operato per tanti suoi piccoli che ho incontrato e amato come figli. Ma il mio cuore continua anche a versare lacrime di sangue perchè trafitto dalla terribile spada del grido dei troppi piccoli soli e abbandonati nei deserti delle nostre metropoli.

Vi prego ascoltate il loro grido, rispondete al loro grido, basta un po' di amore. L'AMORE FA MIRACOLI e con Colui che è l'Amore NIENTE E' IMPOSSIBILE!



Signore
suscita tanti cuori desiderosi di portare un po' di amore
a chi non ha conosciuto l'amore,
perché possiamo raccogliere le lacrime di sangue dei tuoi piccoli,
trafitti da taglienti spade, piccoli abbandonati, calpestati,
sfregiati nell'innocenza della loro anima, abusati, violentati.
Donaci di lasciarci interpellare con serietà dal loro grido
per rispondere con tante piccole gocce di amore che,
raggiunte dalla tua luce,
possano risplendere come infiniti arcobaleni
e colorare di Cielo le infernali notti di molti!

sabato 13 marzo 2010

Punjab: domestica cristiana bruciata viva per impedirle di denunciare uno stupro

12/03/2010 12:17

PAKISTAN

di Fareed Khan

Kiran George ha riportato ustioni sull’80% del corpo ed è morta dopo due giorni di lenta agonia. La ragazza è stata violentata dal figlio del padrone musulmano. Quando ha minacciato la querela, il giovane l’ha uccisa. In un secondo episodio una folla di musulmani ha incendiato una casa cristiana e bruciato copie della Bibbia.
Lahore (AsiaNews) – Una ragazza cristiana è stata violentata e bruciata viva dal figlio del padrone musulmano, presso il quale lavorava come domestica. La giovane è morta ieri in ospedale, dopo due giorni di agonia, per le ustioni riportate sull’80% del corpo. Il fatto è avvenuto in una cittadina del Punjab e presenta dettagli analoghi alla triste vicenda di Shazia Bashir, la 12enne cristiana violentata e uccisa da un potente avvocato di Lahore; un crimine ancora oggi impunito.

Kiran George lavorava per una famiglia musulmana di Sheikhupura, cittadina del Punjab. La giovane è morta ieri al Mayo Hospital di Lahore, dove era ricoverata dal 9 marzo scorso in gravissime condizioni. A scatenare la follia omicida del figlio del datore di lavoro la minaccia di una denuncia per violenza sessuale.

Mohammad Ahmda Raza avrebbe stuprato la ragazza cristiana che, in un primo momento, si era confidata solo con le amiche nel timore di perdere l’impiego. Le condizioni di estrema povertà nelle quali versa la famiglia di origine, avevano indotto la giovane a rimanere in silenzio. Quando Kiran George ha minacciato il proprio aguzzino di raccontare la vicenda alla polizia, il giovane le ha sbarrato la fuga chiudendo la porta di casa, l’ha cosparsa di benzina con l’aiuto della sorella e le ha dato fuoco.

Il padrone musulmano, invece di portare la ragazza in ospedale, ha chiamato i genitori dicendo loro che i vestiti si erano incendiati mentre puliva la cucina. Kiran George ha vissuto due giorni di lenta agonia; prima di morire, però, ha raccontato l’intera vicenda alla polizia che ha aperto un fascicolo di inchiesta sul giovane.

Sempre nel Punjab una folla di musulmani ha svaligiato e incendiato l’abitazione di una famiglia cristiana. L’assalto è avvenuto il 10 marzo scorso a Narang Mandi, cittadina del distretto di Sheikhupura. A scatenare la rabbia degli estremisti, che avrebbero bruciato anche alcune copie della Bibbia, il presunto coinvolgimento di un cristiano nell’assassinio del figlio di un latifondista della zona.

Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), conferma ad AsiaNews che “la casa di una famiglia cristiana è stata incendiata” come vendetta perché “un giovane avrebbe ucciso un musulmano”. L’attivista cattolico chiarisce che l’indagato, Yasir Abid, è “sottoposto al regime di custodia cautelare”. La vittima è figlio di un latifondista musulmano del villaggio di Kirtu Pandori, nell’area di Narang Mandi.

Le famiglie cristiane denunciano “l’incendio deliberato” di alcune copie della Bibbia custodite all’interno delle abitazioni. La polizia ha avviato le indagini e valuterà se aprire un fascicolo di inchiesta anche per il reato di blasfemia. In questo caso, spiega Peter Jacob, la magistratura “non agirà in base alla sezione 295-B del codice penale pakistano”, che prevede pene fino all’ergastolo per chi dissacra il Corano, ma non contempla i libri sacri di altre confessioni religiose.

“Siamo contro le leggi sulla blasfemia – conclude l’attivista di Ncjp – e questo vale a prescindere dal testo sacro o da chi si è reso colpevole del crimine”. Tuttavia egli auspica “indagini approfondite” e la punizione di chi “ha incendiato la casa della famiglia cristiana”.


Commento mio:

Queste cose forse succedono davvero,ma non sono un problema,i problemi sono altri,comunque sono rari episodi,dobbiamo essere noi ad essere buoni (o buonisti?)(perchè Kiran George e Shazia Bashir erano evidentemente cattive....) e così anche loro diventeranno buoni e vivremo tutti in pace mano nella mano.Mi chiedo solo,mi chiedo anche,ma quanti saranno ancora tutti sti rompiballe di cristiani. che in un modo o nell'altro vengono ammazzati,oppressi,torturati(...),perché finché ce ne sono non ci sarà mai pace,perché il problema sono loro,sono loro che pretendono di esistere e gli altri giustamente gli danno fuoco.Speriamo che li facciano tutti fuori al più presto, così nel mondo regnerà la pace e vivremo tutti felici e contenti forse anche tutti vestiti di rosa.
Una volta questi fratelli li chiamavano martiri e venivano onorati,adesso non esistono e se proprio devono esistere sono un fastidio, per i cristiani paciarotti prima di tutto,sono implicitamente politicamente scorretti,facendosi ammazzare "obbligherebbero"noi a prendere posizione e magari a sporcarci le mani,non sia mai.Certo se due idioti,si fanno la gita in Mauritania,come fosse Stresa,e vengono sequestrati sempre dai soliti due o tre cattivi che episodicamente qua e là inciampano in un sequestro possibilmente con decapitazione finale,senza per questo dover appartenere a nessuna religione,ci mancherebbe,(le vittime sono cristiane i carnefici..non c'entra la religione,mai,mah)allora bisogna impazzire per andare a liberarli,magari sacrificare altre persone e pagare soldoni per liberare gli idioti in gita.Se invece non sono idioti ma cristiani e non sono due, ma duemila,due milioni o duecento milioni,allora non è più così urgente intervenire,sono tappezzeria,meglio commuoversi per i bambini che muoiono di fame,fa tanto più buono,mette un po a posto la coscienza o quel che ne è rimasto e non ci sporchiamo le mani.Se avete un famigliare,un amico in ospedale,che fate gli dite la preghierina e fanculo o fate l'impossibile per essergli fisicamente accanto e se la povera infermiera sbaglia un prelievo al bimbo siete pronti a ringhiare per il dolore inflitto al cucciolo,se capitasse di peggio ribaltereste l'ospedale e il mondo per avere "giustizia".Però avete ragione perché a pensarci bene probabilmente se capitasse qualcosa di spiacevole ad un amico, già la reazione sarebbe allentata,se poi l'amico è un conoscente o poco più...questi qua sono a qualche centinaio o migliaio di chilometri non vale la pena inquietarsi,diciamo la preghierina e fanculo.Che questo sia il relativismo di cui spesso parla il Papa?Relativismo?Troppo complicato,diciamo la preghierina e tiriamo su il piumone,buonanotte.Ma chi ce lo fa fare....

p.s.

Metterò nel blog il link ad ASIANEWS e Aiuto alla Chiesa che Soffre,perchè io sono un pirla con la fissazione di queste cose,ma sembra esserci altra gente,seria,che ha a cuore questi fratelli.

Mi scuso per i "francesismi" usati troppo spesso,non ho il sangue freddo e ste cose mi fanno imbestialire,non sono ancora abbastanza "cristiano" per essere relativista,nichilista e cinico,io reagisco.

venerdì 12 marzo 2010

Gli ultimi saranno i primi

Mi scuso per l'eccesso di post di oggi,si vede che la malattia mi fa bene,ma capitano tutte in questa giornata e non sempre posso trattenere la bellezza.
Il video che segue l'ha realizzato Max,alcuni di voi ,indirettamente magari, lo conoscono,è quello che è venuto con me e altri due amici a Medjugorje,per loro tre era la prima volta.Lui,Max,ha rotto così tanto durante il viaggio di andata,il primo e quasi tutto il secondo giorno di permanenza che,prima che gli arrivasse la botta dal Cielo,esasperato ho chiesto a Giuseppe(il responsabile della Comunità Cenacolo) di cui avevamo sentito la testimonianza,se nonostante fossimo a Medjugorje avrei potuto menarlo(Max) visto che proprio non lo reggevo più.Poi la sera sul Podbrdo gli è capitato qualcosa e ,anche,questo è il risultato,a voi le foto non diranno moltissimo ma per me sono un richiamo fortissimo,alcuni degli amici comuni presenti non mi piacciono moltissimo,ma il video suggerisce e anche qualcosa di più che fanno parte della mia stessa strada,mi piaccia o meno devo solo riconoscerlo.
Grazie Max,avrei preferito perderti che trovarti,ma visto che ci sei grazie di esserci e di "provocarmi".Sei il mio catto-protestante preferito.

Magistero di strada

Spesso mi chiedo perché uno,come me,che per 20 anni ha seguito san don Giussani,come ho potuto o saputo,deve incasinarsi con una cosa completamente diversa,quasi irragionevole,come Nuovi Orizzonti.Guardate questa trasmissione ,guardate e ascoltate Paolone,lì c'è la risposta,umana e ragionevole.Tutta la trasmissione,almeno fino al min.66 dove sono ora io, è inattaccabile,quasi inattaccabile,Paolone è il Testimone.CHAPEAU!!

BENEDETTO XVI -UDIENZA GENERALE -Mercoledì, 10 marzo 2010


San Bonaventura (2)


Cari fratelli e sorelle,
la scorsa settimana ho parlato della vita e della personalità di san Bonaventura da Bagnoregio. Questa mattina vorrei proseguirne la presentazione, soffermandomi su una parte della sua opera letteraria e della sua dottrina.
In particolar modo, ai tempi di san Bonaventura una corrente di Frati minori, detti “spirituali”, sosteneva che con san Francesco era stata inaugurata una fase totalmente nuova della storia, sarebbe apparso il “Vangelo eterno”, del quale parla l’Apocalisse, che sostituiva il Nuovo Testamento. Questo gruppo affermava che la Chiesa aveva ormai esaurito il proprio ruolo storico, e al suo posto subentrava una comunità carismatica di uomini liberi guidati interiormente dallo Spirito, cioè i “Francescani spirituali”. Alla base delle idee di tale gruppo vi erano gli scritti di un abate cistercense, Gioacchino da Fiore, morto nel 1202. Nelle sue opere, egli affermava un ritmo trinitario della storia. Considerava l’Antico Testamento come età del Padre, seguita dal tempo del Figlio, il tempo della Chiesa. Vi sarebbe stata ancora da aspettare la terza età, quella dello Spirito Santo. Tutta la storia andava così interpretata come una storia di progresso: dalla severità dell’Antico Testamento alla relativa libertà del tempo del Figlio, nella Chiesa, fino alla piena libertà dei Figli di Dio, nel periodo dello Spirito Santo, che sarebbe stato anche, finalmente, il periodo della pace tra gli uomini, della riconciliazione dei popoli e delle religioni. Gioacchino da Fiore aveva suscitato la speranza che l’inizio del nuovo tempo sarebbe venuto da un nuovo monachesimo. Così è comprensibile che un gruppo di Francescani pensasse di riconoscere in san Francesco d’Assisi l’iniziatore del tempo nuovo e nel suo Ordine la comunità del periodo nuovo – la comunità del tempo dello Spirito Santo, che lasciava dietro di sé la Chiesa gerarchica, per iniziare la nuova Chiesa dello Spirito, non più legata alle vecchie strutture.
Vi era dunque il rischio di un gravissimo fraintendimento del messaggio di san Francesco, della sua umile fedeltà al Vangelo e alla Chiesa, e tale equivoco comportava una visione erronea del Cristianesimo nel suo insieme.
San Bonaventura, che nel 1257 divenne Ministro Generale dell’Ordine Francescano, si trovò di fronte ad una grave tensione all’interno del suo stesso Ordine a causa appunto di chi sosteneva la menzionata corrente dei “Francescani spirituali”,
che si rifaceva a Gioacchino da Fiore. Proprio per rispondere a questo gruppo e ridare unità all’Ordine, san Bonaventura studiò con cura gli scritti autentici di Gioacchino da Fiore e quelli a lui attribuiti e, tenendo conto della necessità di presentare correttamente la figura e il messaggio del suo amato san Francesco, volle esporre una giusta visione della teologia della storia.Da Ministro Generale dell’Ordine dei Francescani, san Bonaventura aveva visto subito che con la concezione spiritualistica, ispirata da Gioacchino da Fiore, l’Ordine non era governabile, ma andava logicamente verso l’anarchia. Due erano per lui le conseguenze:
La prima: la necessità pratica di strutture e di inserimento nella realtà della Chiesa gerarchica, della Chiesa reale, aveva bisogno di un fondamento teologico, anche perché gli altri, quelli che seguivano la concezione spiritualista, mostravano un apparente fondamento teologico.
La seconda: pur tenendo conto del realismo necessario, non bisognava perdere la novità della figura di san Francesco.
Come ha risposto san Bonaventura all’esigenza pratica e teorica? Della sua risposta posso dare qui solo un riassunto molto schematico ed incompleto in alcuni punti:
San Bonaventura respinge l’idea del ritmo trinitario della storia. Dio è uno per tutta la storia e non si divide in tre divinità. Di conseguenza, la storia è una, anche se è un cammino e – secondo san Bonaventura – un cammino di progresso.
Gesù Cristo è l’ultima parola di Dio – in Lui Dio ha detto tutto, donando e dicendo se stesso. Più che se stesso, Dio non può dire, né dare. Lo Spirito Santo è Spirito del Padre e del Figlio. Cristo stesso dice dello Spirito Santo: “…vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14, 26), “prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” (Gv 16, 15). Quindi non c’è un altro Vangelo più alto, non c’è un'altra Chiesa da aspettare. Perciò anche l’Ordine di san Francesco deve inserirsi in questa Chiesa, nella sua fede, nel suo ordinamento gerarchico.
Questo non significa che la Chiesa sia immobile, fissa nel passato e non possa esserci novità in essa. “Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt”, le opere di Cristo non vanno indietro, non vengono meno, ma progrediscono, dice il Santo nella lettera De tribus quaestionibus. Così san Bonaventura formula esplicitamente l’idea del progresso.... Che cosa sarebbe la Chiesa senza la nuova spiritualità dei Cistercensi, dei Francescani e Domenicani, della spiritualità di santa Teresa d’Avila e di san Giovanni della Croce, e così via? Anche oggi vale questa affermazione: “Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt”, vanno avanti. San Bonaventura ci insegna l’insieme del necessario discernimento, anche severo, del realismo sobrio e dell’apertura a nuovi carismi donati da Cristo, nello Spirito Santo, alla sua Chiesa. E mentre si ripete questa idea del declino, c’è anche l’altra idea, questo “utopismo spiritualistico”, che si ripete. Sappiamo, infatti, come dopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convinti che tutto fosse nuovo, che ci fosse un’altra Chiesa, che la Chiesa pre-conciliare fosse finita e ne avremmo avuta un’altra, totalmente “altra”. Un utopismo anarchico! E grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia.

Vediamo così che per san Bonaventura governare non era semplicemente un fare, ma era soprattutto pensare e pregare. Alla base del suo governo troviamo sempre la preghiera e il pensiero; tutte le sue decisioni risultano dalla riflessione, dal pensiero illuminato dalla preghiera. Il suo contatto intimo con Cristo ha accompagnato sempre il suo lavoro di Ministro Generale e perciò ha composto una serie di scritti teologico-mistici, che esprimono l’animo del suo governo e manifestano l’intenzione di guidare interiormente l’Ordine, di governare, cioè, non solo mediante comandi e strutture, ma guidando e illuminando le anime, orientando a Cristo.
Cari amici, accogliamo l’invito rivoltoci da san Bonaventura, il Dottore Serafico, e mettiamoci alla scuola del Maestro divino: ascoltiamo la sua Parola di vita e di verità, che risuona nell’intimo della nostra anima. Purifichiamo i nostri pensieri e le nostre azioni, affinché Egli possa abitare in noi, e noi possiamo intendere la sua Voce divina, che ci attrae verso la vera felicità.

Fides et ratio

Qualche matto mi ha linkato ad una sezione di Virgilio.it e da ieri i contatti sono esplosi,ne approfitto quindi per avvisare che da oggi per come mi sarà possibile,senza cambiare in niente la "struttura" del blog,cercherò di stare il più possibile alla realtà partendo da due encicliche che ritengo particolarmente utili allo scopo:una è la Fides et ratio,l'altra la Caritas in veritate,per i più "teneroni" terrò d'ochio la Deus caritas est.Oggi inizierò con l'udienza generale del Papa dello scorso 10 Marzo sintetizzata da don Luca,che se Dio vuole e sembra volerlo,prossimamente avrà un suo spazio in TuttoSuo,come e con che cadenza lo deciderà lui.Per i nuovi arrivati e che probabilmente se ne sono andati appena hanno letto "enciclica" preciso,che non amo l'ecclesialese,sono cristiano cattolico ma non per questo clericale,per cui se volete andare andate, ma potreste anche divertirvi.
p.s.
Non è l'esplosione dei contatti,di cui sono contento ma non m'interessa tantissimo che ha provocato le "novità",ma è vero che le due cose sono state quasi simultanee.

giovedì 11 marzo 2010

Duecento milioni di cristiani discriminati


Focus
Fede e politica

I numeri Considerate tutte le confessioni, superano i due miliardi. Su di loro tre quarti dei soprusi Il rapporto L' osservatore della Santa Sede all' Onu: crescono le violenze e l' impossibilità di essere riconosciuti come cittadini con pieni diritti
Duecento milioni di cristiani discriminati


«Cristianofobia» Il libro di Guitton: «L' Occidente fa fatica a concepire che i cristiani possano essere perseguitati in quanto tali» Rastrellamenti in Iraq, conversioni forzate nel Laos La minoranza religiosa più perseguitata nel mondo
N on fosse per le (prevedibili) reazioni, gli scontri fra cristiani e indù e le due chiese bruciate, l' immagine di Gesù che si beve una birra e fuma una sigaretta nell' abbecedario indiano scoperto il mese scorso dalle suore del Maghalaya, per quanto provocatoria e blasfema, sarebbe ancora il meno. Ci sono notizie che sfilano quasi ignorate: chi ha idea che nel Laos, a gennaio, siano stati messi agli arresti 48 cristiani nel distretto di Ta-Oyl «finché non rinunceranno alla loro confessione»? Stando al racconto dell' «International christian concern», gli ufficiali del distretto «hanno puntato le pistole alle teste dei cristiani» che però «si sono rifiutati di obbedire all' ordine di rinunciare alla propria fede». E poi ci sono i cristiani trascinati nella foresta, appesi agli alberi e crocifissi in Sudan, sette il 13 agosto dell' anno scorso, altri sei di lì a tre giorni, e chissà che altro è accaduto senza che si sapesse. Oppure quelli stanati casa per casa a Mosul, in Iraq, «hanno mirato con le pistole da pochi centimetri alla bocca, poi alla testa e quando i miei cari sono caduti a terra hanno tirato ai polmoni», raccontava la settimana scorsa al Corriere padre Mazen Matoka: i sicari gli hanno ammazzato padre e due fratelli. O ancora i pogrom anticristiani nell' Orissa degli integralisti indù, i cristiani bruciati vivi nel Punjab pachistano da fanatici islamisti, l' elenco degli orrori si arricchisce di anno in anno ed è più o meno noto come la «blasfemia» - magari con relativa condanna a morte - contestata in Paesi come l' Arabia Saudita se uno s' azzarda a portare un crocifisso. La stessa condanna a morte toccata a una madre in Corea del Nord, ammazzata dal regime comunista di Kim Jong-II perché accusata di regalare Bibbie. Eccetera, eccetera. La sintesi della situazione, il 26 ottobre a New York, l' ha fatta l' arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all' Onu: «Con l' aumento dell' intolleranza religiosa nel mondo, è ben documentato che quello dei cristiani è il gruppo religioso più discriminato perché potrebbero essercene ben più di 200 milioni, di differenti confessioni, che sono in situazioni di difficoltà a causa di strutture legali e culturali che portano alla loro discriminazione». Al telefono da Manhattan, l' arcivescovo Migliore tira un sospiro: «Mi sono appoggiato a statistiche fatte con accuratezza, proprio per dire l' ampiezza del fenomeno e anche per mettere nelle giuste proporzioni ciò che sta avvenendo. Sa com' è, a volte si ha l' impressione che con i cristiani si possa dire e fare tutto, quasi impunemente. E invece questa larga macchia esiste, nel mondo: persecuzione in alcuni casi, in altri discriminazione, in altri ancora condizioni tali da costringere i fedeli alla fuga o situazioni più velate, l' impossibilità di essere riconosciuti come pieni cittadini... Tutti fenomeni reali che stanno crescendo e richiedono una presa di coscienza». Non che i cristiani, di per sé, siano minoranza. I fedeli cattolici battezzati nel mondo, in base all' ultimo Annuario vaticano, erano un miliardo e 166 milioni alla fine del 2008, con un aumento di 19 milioni (più 1,7 per cento) rispetto all' anno precedente. Considerate tutte le confessioni, i cristiani superano i due miliardi: un abitante del pianeta su tre. Eppure molti non se la passano bene, specie nelle tante zone dove sono una minoranza sparuta. «Possiamo stimare che tra il 75 e l' 85 per cento degli atti contro una religione riguardi i credenti in Cristo», ha spiegato di recente ad Avvenire Berthold Pelster, ricercatore di «Aiuto alla Chiesa che soffre», l' associazione che stila un rapporto annuale sulla situazione dei cristiani nel mondo. Considerata l' ultima mappa, dall' Africa al Medio ed Estremo Oriente, non c' è molto da stare allegri. Il rapporto di «Aiuto alla Chiesa che soffre» elenca 60 Paesi nel mondo nei quali la libertà religiosa è violata. Con tutte le gradazioni del caso: dai massacri all' impossibilità di esercitare liberamente il proprio culto. Nel 2009, tra l' altro, sono stati uccisi 37 missionari, calcola l' agenzia Fides della Congregazione vaticana per l' Evangelizzazione dei popoli: 30 sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici. Quasi il doppio dell' anno precedente, il numero più alto degli ultimi dieci anni, e soprattutto nel continente americano. «L' Occidente laico sembra non capire», considera Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk: che calcola «825 cristiani ammazzati in Iraq dal 2003». La stessa considerazione che si legge in un libro di René Guitton, Cristianofobia. La nuova persecuzione (Lindau), che è stato un caso editoriale in Francia ed è appena uscito in Italia: «Il sempre più scristianizzato Occidente fa fatica a concepire che i cristiani possano essere perseguitati in quanto cristiani, perché essere tali, secondo uno slogan semplicistico che si sente ripetere spesso, significa stare al potere». Gli stessi cristiani, scrive il laico Guitton, «faticano ad associare al cristianesimo il concetto di minoranza». Cristianofobia? L' arcivescovo Celestino Migliore preferisce evitare queste categorie: «In genere non amiamo molto parlare in termini di "fobie", che si tratti di cristiani, ebrei, musulmani o altro. È un po' come quando si parla di "diffamazione" delle religioni. Suggestivo, ma rischia di essere un paravento per non parlare della vera questione». E cioè? «Il diritto alla libertà religiosa contenuto nella dichiarazione universale dei diritti dell' uomo. Un diritto che non riguarda gruppi o istituzioni, ma è personale». Il punto è molto concreto: «Qui alle Nazioni Unite insistere sul diritto alla libertà religiosa significa chiedere di approfondirlo, vedere come è fatto rispettare nelle singole legislazioni nazionali. Questo è un compito dei governi: si tratta di trovare sintomi e cause di avvelenamento dei rapporti sociali, politici e anche geopolitici, a volte». La guerra di religione può essere un paravento per altri interessi. Anche se, certo, «nell' avvelenamento ci possono essere pure dei sintomi religiosi», considera l' arcivescovo: «Questo però è un aspetto che non ci attendiamo sia affrontato dai governi o dalle organizzazioni internazionali. Va condotto dai credenti: di qui l' importanza del dialogo interreligioso». L' importante è distinguere i piani: «La "diffamazione" della religione è un problema reale e non lo disconosciamo, ma va riequilibrato e messo nel suo giusto contesto».

Gian Guido Vecchi

Pagina 15(9 marzo 2010) - Corriere della Sera

MATER IUBILAEI

lunedì 8 marzo 2010

Porta do Céu

Santa Madre veglia sulle nostre idiozie,sulle fughe di comodo,sulle omissioni,sulla mancanza di coraggio,
questo canto è quello per cui eravamo stati voluti
e quello che ancora il nostro cuore cerca
la melodia,la dolcezza è un anticipo di Paradiso,
ma su questa terra dobbiamo lottare,
la tua carezza ci doni l'impeto,
l'ardimento di non arrestarci davanti a niente e nessuno
finché le tenebre non saranno vinte
e l'oscurità rischiarata dallo splendore del Tuo viso di regina.
Madre,aprici le porte del Cielo
accompagnaci da Gesù
che il Suo abbraccio sciolga ogni dolore,ogni durezza
che il Suo sguardo conforti ogni nostra paura e insicurezza
nel Suo infinito amore possiamo gioire della raggiunta certezza.

Nigeria, 500 cristiani "massacrati" -Vaticano: "Preoccupazione e orrore"


La Santa Sede esprime "preoccupazione e orrore" per le violenze avvenute in Nigeria, dove 500 cristiani sono stati uccisi in questi giorni da pastori musulmani. La lettura che viene data degli avvenimenti, sottolinea il portavoce padre Lombardi, è che non si tratti di "scontri di natura religiosa, ma sociale". "Si uccide per rivendicazioni sociali, economiche, tribali, culturali", spiega l'arcivescovo Onaiyekan dalla capitale Abuja.

Sul fronte dei vescovi, afferma mons. Jhon Olorunfemi Onaiyekan, non si esclude che "marginalmente ci siano alcuni che hanno qualche contatto con il terrorismo internazionale". Ma in Africa, "la realtà è certamente che ci sono troppe armi che circolano dappertutto". "Non dimentichiamo - spiega l'arcivescovo di Abuja in un'intervista alla Radio Vaticana - che più a Nord c'è il Darfur, c'è la guerra del Ciad e c'è il Sud Sudan: è molto facile trocvare della gente che venga a combattere per un pugno di dollari".

"Da parte nostra - conclude - preghiamo per la pace, per il buon governo, per la verità. E preghiamo anche che la gente riconosca che l'unico modo di sopravviverer in questo Paese è che ci si riconosca come fratelli e cittadini dello stesso Paese".


Catechismo della Chiesa Cattolica


La legittima difesa

2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un'eccezione alla proibizione di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste l'omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l'altro è l'uccisione dell'attentatore ». 174 « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l'altro preterintenzionale ». 175

2264 L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:

« Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita [...]. E non è necessario per la salvezza dell'anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l'uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui ». 176

2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità


Ma ci sarà sicuramente qualcuno che è più bravo,più intelligente,più santo della posizione ufficiale della Chiesa.....ci sono tanti figli del '68 ancora in giro,ma se Dio vuole finiranno anche prima o poi!


sabato 6 marzo 2010

Rino Cammilleri – Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea » IRAK


March 05th, 2010 | Categoria: Antidoti

Una bella notizia del 4 marzo 2010. Gian Micalessin del «Giornale» comunica che i cristiani irakeni sono ricorsi al fai-da-te. Visto che nessuno li aiuta, hanno costituito milizie armate che difendono le chiese e le persone. Tutti volontari e motivati, giacché difendono se stessi e le loro famiglie. Come accadde a suo tempo in Libano. I quadri provengono dal disciolto esercito irakeno, col permesso degli americani. Nella stessa pagina, la notizia di un kamikaze islamico che ha fatto 31 morti in un ospedale. Proprio così: un ospedale. Contro questi fanatici sanguinari, ancora una volta i cristiani sono costretti a trasformarsi in crociati.

giovedì 4 marzo 2010

Abbiamo scherzato!?

Matteo 25

41 Allora dirà anche a coloro dalla sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato pel diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui forestiere e non m'accoglieste; ignudo, e non mi rivestiste; infermo ed in prigione, e non mi visitaste. 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: Signore, quando t'abbiam veduto aver fame, o sete, o esser forestiere, o ignudo, o infermo, o in prigione, e non t'abbiamo assistito? 45 Allora risponderà loro, dicendo: In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me. 46 E questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.



Sbaglierò,ma credo di essere in buona compagnia,queste parole del Vangelo di Matteo,non valgono anche nel caso dei nostri fratelli massacrati in ogni parte del mondo?Non è vero che "ama il prossimo tuo come te stesso" è a partire dai più vicini,dai nostri famigliari,amici,vicini di casa,colleghi di lavoro e potendo fino ai confini del mondo?Non è necessariamente amare l'africano che muore di fame e che comunque è a qualche migliaio di Km.fuori dai piedi e nel frattempo fregarsene del resto del mondo.Io non credo che gli islamici siano,ometto il termine,a casa loro, ma arrivati a casa nostra si trasformino in angioletti,non ho ancora sentito di loro testi sacri a fumetti,con paperino magari e non me ne frega niente se tra loro ce ne sono due o tre che sarebbero anche buoni,appena avranno i numeri sufficienti dimostreranno chi sono e già cominciano a farlo.Il comunismo nell'ottobre del '17 non era niente di preoccupante,qualche mese dopo ha iniziato a far vedere cos'era,qualche anno prima del resto i turchi hanno spazzato via gli armeni,ma chissenefrega,come sempre il mondo s'è girato dall'altra parte,porgiamo l'altra guancia,tanto non è la nostra.Il nazismo ha fatto i suoi danni anche per colpa del sonno del mondo,che ancora e come sempre ,pur sapendo,s'è svegliato tardi.Nel '91 guerra nella ex-Jugoslavia,tutti possono abbondantemente vedere cosa succede,ma chissenefrega ,non possiamo sporcarci le mani,siamo troppo buoni,possiamo parlarne,anche molto,possiamo dire le preghierine e poi voltarci e dormire.Giovanni Paolo II° (non c'è pace senza giustizia)probabilmente dormiva di meno ed è molto grazie a lui che, poi quando era comunque tardi, sono arrivati i caschi blu a limitare i danni.I croati,anche di Medjugorje,hanno certamente pregato e digiunato per scongiurare la guerra,ma quando poi è arrivata hanno combattuto,per difendere la loro terra (che schifo,materialisti),le loro famiglie (vergogna, potevano essere martiri) e la loro fede (retrogradi mistificatori) e potrei giurarci che, per come potevano, pregavano anche mentre combattevano (integralisti blasfemi).Per il bel mondo europeo le giustificazioni si trovano sempre:ero in bagno,dormivo,avevo lo stereo alto,purtroppo me ne sono accorto tardi, ormai è andata, andiamo avanti.Il tutto condito da un pò di brodaglia moralistica,commemorazioni e palle varie che mantengano a posto la coscienza.

Qualche anno fa, tra le pochissime voci fuori dal coro,ricordo il card.Biffi che disse che se era necessaria manodopera straniera per le nostre aziende era preferibile che provenisse da paesi con culture simili alla nostra,perchè evidentemente si integrano più facilmente.Aveva suggerito sudamericani e popolazioni dell'est, per le più o meno comuni radici cattoliche.Immagino quel "prossimo tuo" evangelico rientri nel criterio usato dal cardinale,è più prossimo mio, un cattolico di un islamico,credo,ma il relativismo immagino suggerisca che siamo uguali, comunque.Ci sono persone che considerano il proprio cane come un bambino e se fai notare la differenza si alterano,quindi si può dire che il "prossimo tuo" sia allo stesso modo,il cane,il giornale,la macchina,tuo fratello,è tutto uguale.Auguri!Pace e bene...finche dura.

Abbiamo scherzato (3)

Il Wall Street Journal parla ormai apertamente di «cristianofobia islamica». Il prestigioso organo di stampa americano prende spunto da un rapporto aggiornato sulla libertà religiosa, pubblicato dall'associazione non profit «Open Doors USA», che nel suo annuale World Watch List passa in rassegna le nazioni dove più violente sono le persecuzioni contro i cristiani. Ebbene, tra i cinquanta paesi della lista, ben trentacinque sono musulmani. Tra i dieci paesi in capo all'elenco, otto sono musulmani (e precisamente Iran, Arabia Saudita, Somalia, Maldive, Afghanistan, Yemen, Mauritania, Uzbekistan), mentre due (Corea del Nord e Laos) sono governati da regimi comunisti.
Al primo posto tra i paesi persecutori dei cristiani vi è un relitto dell'epoca veterocomunista, vale a dire la Corea del Nord. «In questo paese - scrive Giulio Meotti su Il Foglio del 12 gennaio - ogni manifestazione religiosa è considerata "insurrezione antisocialista" ed è permesso soltanto il culto di Kim Jong-Il. Il regime ha sempre tentato di ostacolare la presenza religiosa, in particolare di buddisti e cristiani, e impone ai fedeli la registrazione in organizzazioni controllate dal partito. Sono frequenti le persecuzioni violente nei confronti dei fedeli e di coloro che praticano l'attività missionaria. Da quando si è instaurato il regime comunista nel 1953, sono scomparsi circa trecentomila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, forse uccisi durante le persecuzioni. Attualmente sono circa ottantamila quelli che nei campi di lavoro sono sottoposti a fame, torture e morte». Va detto che un analogo regime comunista, quello del Laos (al potere dal 1975), ha dichiarato espressamente di voler eliminare i cristiani, perché considera il cristianesimo una violazione dei costumi laotiani e una «religione straniera imperialista» (sic!) appoggiata da interessi politici occidentali e americani. I cristiani sono quindi considerati sovversivi e nemici dello stato.
Dopo l'infausto regime nord-coreano, nella lista dei persecutori figurano i regimi islamici, a partire dall'Iran e dall'Arabia Saudita. Nel rapporto di «Open Doors», l'Iran risulta essere uno Stato che arresta e tortura persone a causa della fede. Va ricordato che i cristiani in Iran sono 360 mila su una popolazione di 65 milioni di abitanti; i cattolici sono 25 mila. Nel 2009 Teheran ha fatto arrestare 95 cristiani e l'anno precedente una coppia di missionari era stata torturata a morte. Chi viene rilasciato viene controllato e continuamente minacciato. Nel 2009 le autorità iraniane hanno chiuso diverse chiese cristiane, soprattutto per evitare il rischio di nuove conversioni di musulmani al cristianesimo. In questo paese l'apostasia è punita con la pena di morte. Stessa sorte per chi abbandona l'islam nello Yemen. Per non parlare dell'Arabia Saudita, dove è vietato ufficialmente ogni culto non islamico. «La polizia religiosa - scrive ancora Meotti - si occupa di monitorare la pratica di altre religioni e ha poteri enormi. Così si registrano arresti sommari e torture di fedeli cristiani in carcere. Spesso la polizia religiosa detiene cristiani che vengono liberati solo dopo aver firmato un documento in cui abiurano la loro fede. I lavoratori non musulmani sono soggetti all'arresto, alla deportazione e alla prigione, se vengono sorpresi nell'esercizio di qualsiasi pratica religiosa, oppure se vengono accusati di detenere materiale religioso e di proselitismo». Nella Somalia islamica le cose vanno di anno in anno peggiorando: i cristiani vengono tenuti sotto stretto controllo dal governo e dalla milizia islamica. Nel 2009 sono state undici le persone uccise a causa della fede; molte altre sono state costrette a fuggire, altre ancora sono state torturate e sottoposte a veri e propri lavaggi del cervello.
Le persecuzioni contro i cristiani sono la regola anche in paesi che non ti aspetti: alle Maldive, ad esempio, rifugio dorato di tanti vacanzieri, i cristiani possono praticare la fede solo in segreto, altrimenti finiscono in prigione o convertiti a forza all'islam. Situazioni che ormai costituiscono la norma della maggior parte dei paesi islamici, anche di quelli dove un tempo le persecuzioni contro i cristiani erano attenuate e che ora invece si rivelano sempre più permeabili ad una crescente radicalizzazione dell'odio e del fanatismo. E' il caso della Malaysia, dove molti luoghi di culto non islamico vengono demoliti, il forum interreligioso è stato più volte interrotto e c'è una diatriba sul diritto dei non musulmani ad essere giudicati da una Corte civile. E' il caso dell'Egitto, dove a Natale hanno sofferto persecuzioni ed omicidi i cristiani copti, e dove il tessuto sociale freme di ostilità contro i cristiani. E' il caso della Mauritania, dove chi si professa cristiano in pubblico è perseguito penalmente. E' il caso del Libano, dove i cristiani maroniti sono stati recentemente minacciati da Nasrallah (capo della milizia fondamentalista di Hezbollah) con queste parole: «Ricordatevi che neanche tutta la potenza militare americana riesce a proteggere i cristiani dell'Iraq». E situazioni di aggressioni, vessazioni, persecuzioni anti-cristiane si registrano pervasivamente in altri paesi islamici, a partire dal Sudan, dal Pakistan, dall'Iraq. Ha scritto Roberto Fontolan su Il Sussidiario: «Non tutti i regimi musulmani ce l'hanno con i cristiani, ma anche dove viene assicurata ufficialmente una certa libertà religiosa, ci pensano le mentalità diffuse nella società a ostacolarne la pratica. E quando le due realtà (società e regime) si coniugano nella "geometrica potenza" di uno Stato-sharia, ecco la persecuzione legittimata e protetta. Per i cristiani dell'Oriente, Vicino ed Estremo, vivere nel mondo musulmano si fa sempre più difficile».

Abbiamo scherzato (2)


COME E’ DIFFICILE ESSERE CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE. IL PAPA CONVOCA UN SINODO SPECIALE
sabato, febbraio 6, 2010

Proviamo ad immaginare che un imprenditore (magari di simpatie leghiste…!) subordini il rapporto di lavoro di un immigrato alla sua conversione al cristianesimo; che lo maltratti in tutti i modi, minacciandolo di licenziamento, finché non abbracci fede e cultura occidentali… Riusciamo a pensare il cataclisma mediatico? Le indignazioni urlate, tanto nazionali che internazionali? Ebbene in Arabia Saudita accade qualcosa del genere, senza che nessuno si scandalizzi più di tanto. Ci racconta i fatti “Avvenire”, che in poche righe riesce a dare un’informazione che altrimenti difficilmente passerebbe attraverso stampa e TV. La notizia è pubblicata sul quotidiano dei vescovi italiani del 29 gennaio 2010 (pag. 14) e riguarda gli immigrati filippini che in Arabia Saudita sono obbligati a convertirsi all’Islam per non perdere il posto di lavoro.
Riportando un’intervista realizzata e diffusa dall’Agenzia “Asia News”, “Avvenire” denuncia la situazione di estrema difficoltà in cui vivono i circa duecentomila immigrati filippini nel regno saudita.
I datori di lavoro (sia pubblici che privati) fanno pressione perché questi lavoratori cristiani diventino musulmani, così che dopo qualche mese dall’assunzione danno l’ultimatum. Molti hanno dovuto accettare. Per le donne ovviamente le condizioni sono ancora più temibili. “Avvenire” riferisce il caso di uno stupro sul posto di lavoro. Le autorità saudite hanno accusato la donna cristiana di aver avuto rapporti extraconiugali e dall’11 settembre 2009 l’hanno reclusa in prigione. In seguito alla violenza la donna è rimasta incinta, ma per le dure condizioni del carcere ha perso il bambino. In questo mese di febbraio dovrà comparire davanti ai giudici e – come se non bastasse – rischia una condanna a 100 frustate. Bisogna dunque pregare per questa poveretta. Come bisogna pregare per tutti gli altri cristiani del Medio Oriente che rischiano lentamente l’estinzione.
Anche per tale motivo Benedetto XVI ha indetto un apposito Sinodo speciale per il Medio Oriente, che si terrà dal 10 al 24 ottobre 2010. Il Vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, ha così commentato l’importanza del Sinodo: “Il Sinodo è un atto benevolo di Benedetto XVI verso le nostre chiese, che soffrono per mancanza di pace e di sicurezza. L’assemblea servirà alle Chiese orientali per discutere dei tanti problemi che l’affliggono, ma anche per far sentire la loro voce. Il Medio Oriente si sta svuotando dei cristiani, si percepisce quasi un complotto per mandarli via…” (http://www.agensir.it//pls/sir, 22 settembre 2009).

mercoledì 3 marzo 2010

islam?Abbiamo scherzato,sono buoni e bravi,come noi, uguali....


lo Straniero - Il blog di Antonio Socci

Storia di Shazia. Novità per aiutare…
28 febbraio 2010 / In Articoli
Che il Pakistan sia uno dei peggiori “buchi neri” del mondo sembra dimostrarlo anche l’uccisione del nostro eroico agente Pietro Colazzo, vicecapo dell’intelligence in Afghanistan (vedremo dopo perché).
Ne avevo parlato il 31 gennaio scorso su queste colonne, raccontando la storia di Shazia Bashir, la ragazzina cristiana entrata come serva in una casa di ricchi e potenti musulmani e uscita da lì morta.
La sua tragica vita è emblematica della situazione della minoranza cristiana di quel Paese, le cui figlie femmine sono costrette nelle condizioni di Shazia per poter guadagnare la miseria di 12 dollari al mese (8 euro) e far sopravvivere le loro famiglie.
Mi chiedevo perché nessun organismo umanitario o nessun ente cristiano o cattolico avesse lanciato un programma di adozioni a distanza per salvare queste povere bambine dall’orrore di una servitù che comporta spesso ogni tipo di violenza.
Tanti lettori di Libero mi hanno scritto desiderosi di far qualcosa. Oggi finalmente sono in grado di informare che qualcuno – dopo aver conosciuto la tragedia di Shazia – ha trovato il modo di lanciare un primo salvagente.
Non si tratta di organizzazioni femministe inorridite per la condizione delle giovani donne cristiane. E non si tratta neanche dei tanti “progressisti”, no global o robe simili che amano sciacquarsi la bocca con il Terzo mondo, gli immigrati, la solidarietà e via dicendo.
Nossignori. A rimboccarsi le maniche per aiutare queste sventurate ragazzine e le loro famiglie cristiane, che sono i più poveri dei poveri, è l’ “Umanitaria padana onlus” (per avere notizie su internet si veda http://www.umanitariapadanaonlus.net/).
Sì, avete capito bene, un’organizzazione umanitaria nata dal popolo della Lega Nord (precisamente dall’ “Associazione donne padane”). Del resto non c’è troppo da stupirsi se si pensa che il Nord Italia e specialmente la Lombardia hanno letteralmente riempito il mondo di missionari.
L’anima e il motore dell’Umanitaria padana è Sara Fumagalli, una donna straordinaria, ardente di fede cristiana, piena di dinamismo, di coraggio e di umiltà, che ha portato aiuto – anche rischiando fisicamente – negli angoli più disperati del mondo, dal Darfur (in Sudan), all’Etiopia, da Haiti all’Iraq, quindi in Kosovo, in Kenia, Libano, Sri Lanka, in Terra Santa e appunto in Afghanistan.
Ieri Sara mi ha scritto: “Da anni la mia Associazione è venuta in contatto col problema della discriminazione o persecuzione dei Cristiani nel mondo (non solo quello islamico). Noi abbiamo deciso di muoverci sul piano pratico”.
Mi racconta di contatti con il Vescovo di Faisalabad, Monsignor Joseph Coutts, per aiutare i Cristiani perseguitati del Punjab e di borse di studio per alcuni seminaristi pakistani.
“Dopo di allora”, mi racconta Sara “ho mantenuto contatti stabili con il Pakistan attraverso un giovane docente pakistano della Pontificia Università Lateranense, professor Mobeen Shadid, che mi aveva informato anche del caso di Shazia. Mi diceva che capita spesso, anche senza arrivare alla tragedia della piccola, che le famiglie musulmane non restituiscano le bimbe alle famiglie cristiane d’origine e impongano loro conversioni e matrimoni forzati”.
Si pensava – dice Sara – a iniziative di sensibilizzazione sul piano culturale, politico e diplomatico: “La grande idea, bella pratica come piace a me, è arrivata leggendo il tuo articolo. Mi sono subito attivata. Ho chiamato Mobeen e attraverso di lui ho saputo che un suo direttore spirituale, padre Edward Thuraisingham, Oblato di Maria Immacolata, si occupava già di un progetto per garantire un’istruzione e un futuro a bambini cattolici in condizioni a vario titolo disagiate”.
“L’ho subito contattato” prosegue Sara “e così, in una serie di messe a punto successive, è nato il progetto: ‘Borse di studio Shazia Bashir -adotta una bambina con la sua famiglia’. Si tratta di un progetto di sostegno a distanza che consente di far studiare bambine o ragazze di famiglie cristiane povere”.
Ma – attenzione – “l’obiettivo non è solo quello di mandare a scuola le bambine, magari togliendole alla famiglia per mandarle in collegio – cosa che risolverebbe sì il problema della ragazzina, ma non della famiglia – bensì quello di mandarle a scuola facendole continuare a vivere, ogni qualvolta sia possibile, nella loro famiglia”.
Come è possibile? Tramite i missionari. “La gestione di un progetto così è più difficile per il missionario che se ne occupa, ma ha una ricaduta sociale a favore della comunità Cristiana, molto superiore. Il costo per ogni ragazzina adottata è di 500 euro l’anno e comprende la retta scolastica, l’uniforme (fondamentale per evitare differenze), i libri di testo, il materiale didattico e di consumo e un piccolo sostegno alla famiglia (coprendo di fatto il sostentamento della figlia e il mancato guadagno avendola mandata a scuola invece che a lavoro)”.
L’operazione (a cui partecipano anche le “Donne padane”) inizia con 10 borse di studio, ma – aggiunge Sara – “se vediamo che il progetto va bene e se la gente ci aiuta, più avanti si potrà pensare di aumentare il numero delle borse di studio, per riscattare sempre più bambine all’amara condizione di Shazia”.
A giudicare dalle mail che mi sono arrivate saranno certamente tanti a contribuire. A tutti costoro giro un ulteriore chiarimento della Fumagalli: “Mi preme dirti che, com’è nostro costume, l’intera quota di 500 euro andrà a Padre Thuraisingham per le bambine e le loro famiglie, senza perder neppure un centesimo in costi di struttura o propaganda, grazie al fatto che l’associazione vive di solo volontariato e ama fare le cose in piccolo, ma concreto e verace (come piace alla Madonna)”.
Naturalmente sarà difficile vedere e ascoltare in televisione persone straordinarie come Sara Fumagalli (gli eroi del nostro tempo sono altri: Morgan, per esempio, alle cui gesta sono stati dedicati addirittura due talk show di informazione).
Ma sono queste eroiche formichine quelle che cambiano la storia. E da cambiare in Pakistan c’è moltissimo, cominciando dai diritti umani e dalla libertà religiosa come accadde con i Paese dell’Est. Proprio ieri i vescovi pakistani hanno lanciato un appello: “nessuno ci protegge”.
I cristiani sono le prime vittime del fondamentalismo islamico che infierisce su di loro – scrive Avvenire – con “rapimenti, violenze e uccisioni nelle aree sotto l’influenza taeban”.
I vescovi accusano il governo pakistano di lasciare “mano libera ai taleban”, che opprimono i cristiani con la “jazija” (imposta richiesta ai non musulmani sottomessi) e con ogni sorta di violenza.
Inoltre i vescovi chiedono al governo pakistano di abolire le leggi più odiosamente discriminatorie, come quella orrenda sulla blasfemia, e promuovere tolleranza e uguaglianza davanti alla legge.
Un sogno per ora remotissimo. Gli stessi sviluppi giudiziari del “caso Shazia”, per esempio, fanno temere che non sarà fatta giustizia.
Non si creda che il Pakistan sia solo un remoto e insignificante paese del Terzo Mondo. E’ anzitutto una potenza nucleare di 180 milioni di abitanti e ha un ruolo strategicamente decisivo per gli equilibri mondiali.
Nel mio articolo del 31 gennaio scrivevo che un Paese come quello non poteva essere il credibile pilastro dell’Occidente nella lotta al terrorismo islamista. E’ un inquietante buco nero atomico.
Lo fa pensare anche – come dicevo – l’assassinio del nostro agente Pietro Colazzo. Ieri Lucia Annunziata, con un editoriale sulla Stampa intitolato “Sacrificato dai servizi pachistani”, rivelava proprio l’inquietante retroscena che sembra emergere: “l’attacco sarebbe stato ideato e portato a termine non dai taleban, ma dai servizi segreti del Pakistan con lo scopo di inviare un pesante avvertimento all’India”.
Vedremo se ci saranno conferme. Ma intanto aiutiamo le ragazzine come Shazia, giovane martire cristiana. Sarà una piccola luce accesa nelle tenebre. Ma la luce prima o poi vince le tenebre. Sempre.

Antonio Socci
Da “Libero” 28 febbraio 2010