sabato 31 luglio 2010

Il disastro avanza nell'insopportabile silenzio

Mi capita,come un po' a tutti immagino,d'imbattermi in amici,conoscenti,persone,brave non delinquenti, che inconsapevoli imboccano l'autostrada per il regno della notte, per Dreamsland,non avete ancora letto "Il regno della gioia" di Chiara Amirante(?),domani è sabato andate a comprarvelo subito!Io lungi dall'essere l'Angelo Custode, provo a mostrargli che c'è un'altra possibilità, ma normalmente il rumore stratificato è così forte e l'autostrada così in discesa che non c'è verso di mettergli un freno e allora se il principe di questo mondo è così forte io gli oppongo gli Apostoli degli ultimi tempi,un'esercito sterminato di morti risorti,di straordinari testimoni,tutti frutti del carisma di Chiara Amirante, una splendida, santa, creatura, attraverso cui lo Spirito Santo ha dato vita a quell'affascinante Opera che si chiama Nuovi Orizzonti, dietro cui arranco anch'io.Se questi amici possono essere bene,speranza e salvezza per me possono esserlo per il mondo.Basta parole, ascoltateli e guardateli,io scompaio.











martedì 27 luglio 2010

Controrosari?!




All'incontro nazionale del RNS Carismatico a Salerno tenutosi il gg 18 u.s. si è detto di non comprare questo tipo di rosario perché ai quattro lati vi sono i simboli satanici 4 soli,e in più dietro la figura di Gesù;non dietro la Croce,vi il serpente, sono dei macchinari consacrati a satana. DIVULGATE!!!

Sono anni che l'Allarme gira nei luoghi di apparizioni mariane!

Leggenda:

- In verde: Serpente dietro il Cristo

- In giallo: il Sole degli illuminati (doppio cerchio) ... molte volte invece di un doppio cerchio è impresso un sole vero e proprio con altrettanti raggi solari (simbolo massonico)

- In arancione: Pentogono ai quattro lati della croce (Simboli esoteriche/massoniche/Sataniche)

- Evidenziato in rosso: In questa foto vengono evidenziate in rosso delle appendici a forma di corna che escono dai soli verso il Cristo!!!

domenica 25 luglio 2010

Medjugorje-messaggio del 25/07/2010


"Cari figli, vi invito di nuovo a seguirmi con gioia. Desidero guidarvi tutti a mio Figlio e vostro Salvatore. Non siete coscienti che senza di Lui non avete gioia e pace e neanche futuro e vita eterna. Perciò figlioli, approfittate di questo tempo di preghiera gioiosa e abbandono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

venerdì 23 luglio 2010

La Chiesa? E' questa...

Una straordinaria solista,di volta in volta ognuno di noi,sostenuta da un poderoso coro,la Chiesa,cioè gli amici più vicini,fino al Papa,a tutti i santi,al coro degli angeli e a dirigere il coro il buon Dio.Il pubblico partecipa perchè il cristianesimo non è un fatto individuale ma pubblico,non è intimismo,spiritualismo ma testimonianza quotidiana di bellezza,gioia e speranza nelle prove.



Come sempre God bless U.S.A. nella piccola europa non c'è più traccia quasi di appartenenza di popolo come questo coro,uno dei tanti americani,come i tanti grandi artisti documentati su questo blog.Da noi c'è il relativismo e non si deve alzare la voce per non svegliare chi dorme,così la fede non è più annunciata per "rispetto della libertà altrui",si accetta e valorizza qualsiasi idiozia se è di qualcun altro e la si chiama anche magari bella e grande religione,ma se è roba nostra allora la si filtra perchè certamente c'è del marcio,mah!?
Godetevi anche il prossimo video,potete sempre andare negli U.S.A. a sentirli o in Brasile per padre Marcelo Rossi,da noi dilettiamoci a trovare tracce residue di senso religioso in Vasco Rossi o Ligabue.Il titolo di un Happening di anni fa era :"Siate realisti...domandate l'impossibile"Continuo a sognare,domandare un Brooklyn Tabernacle Coir italiano,un padre Marcelo Rossi italiano che riempie san Siro come fa col Maracanà in Brasile,un Wilbur Smith in tourneè nei più grandi teatri italiani,un Don Moen ospite delle maggiori trasmissioni...




http://worldtv.com/musicfromgod/

Santa Oriana Fallaci e il compagno Fini


Il Giornale.it
venerdì 23 luglio 2010

«Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto, l’uomo che alla Costituente fece votare l’articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l’Italia all’Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli della Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa.
Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d’un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece è un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo Yad Vashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”.
Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam. Una spada d’oro massiccio, con l’elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce reboante declama: “L’Italia fascista intende assicurare alle popolazioni musulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l’Islam e per i musulmani!”. Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi.
Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioè di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l’elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l’equivoco oggi chiamato Destra.
Signor Vicepresidente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei è un uomo molto pericoloso. Perché ancor più degli ex democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell’equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano-le-tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?!? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po’ di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch’essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si-stanno-integrando, chi crede di prendere in giro?!?
Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, darle a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti. Più visibili, più tangibili, più evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non può negare ciò che vedono anche i bambini. Non può ignorare ciò che ogni giorno, ogni momento, avviene in ogni città e in ogni villaggio d’Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma.
Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli con qualsiasi sorta di tranelli”.
In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia. Signor Fini, ma perché come capolista dell’Ulivo non si presenta Lei?».
New York, gennaio 2004

mercoledì 21 luglio 2010

UN SACERDOTE RACCONTA ...


Avevo sentito parlare molte volte di Suor Giustina dagli amici di Padova e mi era nato nel cuore un desiderio grande di conoscerla. Devo ringraziare F. che me ne diede finalmente la possibilità accompagnandomi a Bassano.

Mi trovai dinanzi una suorina tutta raccartocciata su una sedia, che cercava di rizzare il capo per sorridermi. Cominciò a parlarmi con voce indistinta e con evidente sforzo. Solo grazie alla "traduzione" di Suor Pia e di F. il messaggio giunse fino a me, conciso quanto imprevisto ed imperativo:
"Non dia mai la Comunione nelle mani. Gesù non vuole!"

Era uscito da poco il decreto della Chiesa che permetteva di ricevere la Comunione nelle mani, ufficializzando un abuso che dilagava da anni. Personalmente non lo avevo accolto bene, per una istintiva ripugnanza, ma avevo deciso - per evitare odiose polemiche proprio su quello che è il Sacramento dell'unità, di rispettare la scelta dei fedeli.

Le parole di Suor Giustina mi presero perciò contropiede: "Ma come faccio? - le obiettai - Ormai i Vescovi italiani, anche se per un solo voto, hanno approvato la nuova normativa ....".

Suor Giustina mi guardò con un'espressione di angoscia e di smarrimento; ... angoscia nel vedere non accolto il desiderio di Gesù, .... smarrimento nel trovarsi dinanzi un sacerdote che rifiutava l'invito che lei, la piccola suora, aveva osato rivolgergli.

Si raggomitolò ancora di più sulla sedia e non disse più nulla, solo mi rivolse uno sguardo lungo e profondo, che ormai è stabile corredo del mio cuore.

In quello sguardo vidi il dolore di Maria ai piedi della croce che, nel Suo tacito strazio, implorava i figli a non infierire su Gesù che agonizzava per loro.

In quello sguardo lessi la sofferenza del Padre che vedeva bistrattato l'infinito dono del Figlio.

In quello sguardo intuii la personalità forte di quella creaturina umanamente tanto insignificante; il suo infinito amore per Gesù, la sua umiltà sconfinata, la sua dignità regale pur nella apparente impotenza.

Uno sguardo che entrava dentro, che rimproverava, che supplicava, che esortava, che chiedeva aiuto, che comandava ....

Non ricordo null'altro di quel primo incontro, non so se disse altre cose. Compresi però benissimo che, a me, non aveva null'altro da dire. Ma sono duro ad intendere.

Il giorno seguente, a Padova andai a celebrare al Santo. Quando distribuii la Comunione mi accorsi che una donna non aveva messo la Particola in bocca e, invece di tornare ai banchi, si dirigeva verso l'uscita.

Le corsi dietro con la pisside in mano e la raggiunsi a metà navata: "Signora - le dissi molto decisamente - perchè non ha consumato l'Ostia dinanzi al Sacerdote, come è prescritto? Dove L'ha messa?"

"E' quì - rispose la donna aprendo le mani - Lei me l'ha data, ora è mia!".
E, con un sorriso di un falso candore che sconfinava con l'impudenza, mi mostrò la Particola nel concavo delle sue mani.

Rividi l'espressione sofferta di Suor Giustina. Mi sentii esplodere dentro una rabbia sorda.

Rividi l'Ostia trovata sul comodino di un malato in una clinica di Lugano, e mi risuonarono nella mente le sue parole: "Adesso non mi va, La prendo più tardi ...."

Rividi il giovane che, in una Chiesa sempre di Lugano - poichè non davo a nessuno la Comunione nelle mani, non essendo questo uso ancora ufficializzato - fece un passetto indietro mentre gli porgevo l'Ostia e, approfittando della mia perplessità, mi strappò la Particola dalle mani e la tenne elevata per un bel po' dinanzi al mio volto, in atteggiamento di trionfo. Poi se la portò lentamente alla bocca, ghignando soddisfatto.

Rividi quel parroco che, in occasione del 1^ venerdì, aveva convocato in sacrestia alcuni fedeli che avevano dei parenti malati, ai quali portava solitamente la Comunione; diede loro una bustina, di quelle piccole per biglietti da visita, dicendo con disinvoltura: "Qui c'è Gesù; oggi lo porterete voi stessi ai vostri cari".

Questi episodi mi erano sembrati sporadici casi al limite dell'assurdo. Ma a pensarci bene, a mente fredda, questi "assurdi" sono una naturale conseguenza del "dare Gesù nelle mani".

Sappiamo infatti dal dizionario che "dare nelle mani" equivale a dare in potere, in balia di qualcuno" (Palazzi), lasciandogli quindi piena e libera gestione su quanto egli ha ormai nelle mani. Che si tratti di denaro, di una persona, di un oggetto o di Gesù Eucarestia, la sostanzia di quel "dare nelle mani" non cambia. Soprattutto a livello psicologico.

Non ho MAI PIU' DATO e MAI PIU' DARO' la Comunione nelle mani.

Appena mi fu possibile tornai a vederla: "Suor Giustina - le dissi - non dò più Gesù nelle mani!"

Questa volta mi rivolse uno sguardo che sprizzava gioia. Uno sguardo che era un'intesa. Capii che il suo cuore era ormai aperto, e che ora potevo contare su di lei per qualunque cosa.

E tornavo da lei per avere direttive, per chiederle se potevo imbarcarmi in avventure più grandi delle mie possibilità.

Mi ascoltava attenta e poi esclamava: "Aiuto io, aiuto io, aiuto io ..." E davo il via. "Aiuto io", come ormai la chiamavo, avrebbe provveduto.

Il regno dei cieli è dei violenti!



di Benedetta Frigerio

La straordinaria avventura di Rita Coruzzi, dalla sciagurata operazione che le rovinò l’esistenza alla scoperta che «ci può essere gioia nella sofferenza. Ma occorre guadagnarsela col sudore della fronte»

«Ero condannata a soffrire in eterno». Rita Coruzzi parla raggomitolata in un corpo fragile, segnato da una malattia e da ferri chirurgici che l’hanno resa tetraparetica e quindi «arrabbiata con la vita», racconta a Tempi. «Dopo aver lottato dalla nascita per poter camminare ho visto venir meno in un istante l’unica ragione per cui vivevo». Rita nasce ventitré anni fa con problemi agli arti inferiori. Cammina male, ma può riporre le sue speranze nella fisioterapia, cui si sottopone con tenacia e costanza, e nelle promesse della chirurgia. All’età di dieci anni l’intervento che deve guarirla peggiora le sue condizioni. «Rita – le dicono – non camminerai mai più». A ciò si somma l’addio del padre: non accetta che una figlia tanto bella finisca così. «Lasciò me e mia madre», spiega Rita. «Aggiunsi un’altra cicatrice sul mio cuore». Così la ragazza passa la sua adolescenza «arresa sulle mie membra martoriate».
Ma oggi quelle stesse membra lese paiono sprigionare una potenza che non appartiene loro. Rita le agita mentre si racconta nella sua casa a Reggio Emilia. Dice che non vuole più «la commiserazione in cui sono ristagnata per anni» e batte i pugni, ripetendo in continuazione che della vita «c’è da innamorarsi perdutamente». Cosa ha trasformato tanta rabbia in forza? L’esistenza di Rita ha una prima svolta quando a quattordici anni incontra un insegnante che la provoca: «Tutti hanno i loro problemi – le dice –. Alza quegli occhi da terra e inizia a sfruttare la tua intelligenza». Il secondo passo lo fa accettando per la prima volta di andare in gita di classe. Lì, ad Atene, «i compagni da cui meno ce lo si aspetta» la portano, dopo le sue iniziali resistenze, fino in cima all’acropoli, sollevando la carrozzina. Ma la vera rivoluzione, «quella più grande, quella del cuore, ci fu quando accolsi un invito a Lourdes. È lì che tutto cambia. «Se prima mi nascondevo, ora vado a testa alta sfidando tutti a guardarmi: se provano pena me lo dicano, li convincerò che si sbagliano. Se provano ammirazione non la merito, sono solo una persona che ha deciso di affrontare la vita dicendo il suo sì».
Oggi Rita guarda davvero le cose diversamente. «Ora vedo che la nostra società ha imboccato una strada sbagliata: se non sei dentro i canoni di perfezione, stabiliti da chissà chi, non vali nulla. Ma la perfezione non esiste, perciò se la rincorri ti rovini. Io lo so bene. Si arriva a nascondere i propri limiti, senza accorgersi che se sono condivisi diventano occasione di sentirsi amati. Io, per esempio, so che la carrozzina è un ostacolo, ma in fondo è una risorsa. Non mi lascia illusioni: chi sta con me non può scherzare, non può che amarmi sul serio».
L’unica cosa che questa ragazza umile e decisa non sopporta è che qualche luminare si permetta di definire “ingiusto” far nascere «persone come me», con il rischio che poi soffrano. «Se sono davvero i geni che dicono, provino a dimostrare che sono infelice. Fosse per loro mia madre avrebbe dovuto abortire». Gli uomini, attacca Rita, hanno raggiunto una presunzione senza pari, si mettono al posto di Dio, «con metodi tutt’altro che scientifici. Giustificano aborti ed eugenetica prospettando scenari di vita terribili. Se non basto io a confutare la loro teoria, pensino a Fulvio Frisone, nato spastico. Nessuno gli dava un briciolo di fiducia. Oggi è uno dei fisici nucleari più famosi al mondo: ha scoperto una nuova terapia per il tumore». Rita ricorda quando nemmeno i suoi medici e insegnanti credevano che fosse in grado di affrontare gli studi classici. «Dicevano che non mi sarei mai laureata. Figurarsi scrivere libri». Ma non c’è risentimento nei suoi ricordi, «perché lo so, dolore e sacrificio possono fare paura. Anche io ho paura, anche io fatico. La differenza è che io so. So quello che il nostro mondo si è dimenticato. Che su questa terra bisogna guadagnarsi il pane con il sudore della fronte per raggiungere la vera gioia». Rita non molla nemmeno quando, a due mesi dal conseguimento del praticantato in giornalismo, il direttore del giornale manda tutto all’aria: «Mi sono allora iscritta alla scuola di giornalismo e sto per finirla, mentre pubblico libri e giro l’Italia parlando di me. So, a furia di farla, che questa fatica è poi ripagata da soddisfazioni enormi. È vero, l’uomo è fatto per la gioia, ma se non ti rimbocchi le maniche te la puoi scordare, anzi rammollisci».

«Troppo facile lamentarsi sempre»
Rita ce l’ha soprattutto con «i cattolici che vivono di nascosto la loro fede. Capisco che hanno paura, una paura tremenda, ma finché non ci sarà il grido umano che ho dentro io, il grido di chi vuole vivere per Cristo risorto, il cristianesimo rimarrà debole. Forse quei cattolici saranno apprezzati, ma a quale prezzo? Di perdere Lui. Lui che è andato a Gerusalemme con le sue gambe. E mentre quegli altri, i discepoli, avevano paura, Lui se ne è fregato ed è andato incontro al suo destino di gloria». Rita non cerca commiserazione, «perché nella mia vita mi ha aiutato solo chi non mi ha dato tregua, chi non lasciava che mi lamentassi. Troppo facile scaricare le colpe sugli altri, potrei farlo con chi ha sbagliato ad operarmi, anzi l’ho fatto, ma poi mi sono stufata, perché la lagna non mi ridava l’uso delle gambe e mi lasciava solo più triste. Così ho iniziato a cedere, mi sono fatta aiutare e mi sono messa a combattere per ottenere quello che desideravo». Rita non fa sconti nemmeno a chi usa come alibi ultimo la solitudine, certa che «i buoni samaritani esistono e Dio ti soccorre sempre attraverso qualcuno. Il punto è se noi siamo disposti ad accoglierlo. Quanti aiuti mi passavano davanti e io non li riconoscevo perché diversi da quel che volevo!».
Nel suo libro Rita ha scritto che perfino certe cose brutte, se viste “da una prospettiva divina”, apparirebbero meravigliose. Ma Dio non è un masochista: «Non voglio dire che i mali li dà Dio. Sono conseguenze della ribellione dell’uomo e della natura. Dio lì usa, li trasforma. Qualche volta guarisce per farci capire che c’è, altrimenti ci dà se stesso per accompagnarci. Dio non è un masochista anche se a qualcuno piace tirarlo in ballo solo per incolparlo di ciò che non va. Forse è più comodo, ma non conviene, perché ci lascia mesti e incattiviti». E per capirlo non è necessaria la fede, «non c’è impedimento che tenga. Cosa mi impedisce di studiare, viaggiare, testimoniare, scrivere? Per assurdo la carrozzina mi dà libertà in più: non è lei ad avere potere su di me, ma io su di lei, la conduco io e dimostro al mondo che con dei limiti sono libera. È per questo che non posso giustificare chi ha tutto ma non fa nulla di buono per essere contento».

«Allora Dio, cosa vuoi?»
Certo, però, una cosa per Rita è stata ed è necessaria. E le numerose foto che colorano le pareti del suo studio ne sono la prova. Raccontano di qualcuno «che continuamente ti mostri le possibilità che hai. Sono i veri amici, i genitori, come mia madre, che dopo l’operazione anziché arrabbiarsi mi disse che ero in carrozzina perché Dio aveva grandi progetti per me. Ma ci sono pure le persone incontrate per caso in pochi secondi e che magari ti lanciano delle idee. Bisogna solo vederle, e perciò essere sempre vigili, umili e desiderosi. Il Signore si nasconde in quelle sfumature che consideriamo irrilevanti». Come tutti, anche Rita ha le sue preferenze, volti che contano più di altri. A Lourdes la Madonna le parla: “Ho bisogno di te”. È un miracolo «più grande anche della guarigione fisica», tanto che da allora nemmeno a sua madre Rita sembra più la stessa. «La vita da noiosa e vuota divenne una festa». Certo, restano i drammi, i momenti di sconforto. «Però Dio è venuto quaggiù, smettiamola di metterlo in cielo. Io lo sfido: “Allora, cosa vuoi?”, gli chiedo. Mi ha sempre risposto con fatti che mi hanno aiutato a rialzarmi». Fatti come i rapporti umani attraverso cui il Signore si documenta: «Quei volti sono Lui che mi vuole bene, Lui che mi ama più di tutti loro messi insieme». Dio è per Rita «un rapporto preferenziale», insieme a quello con la Madonna. Ma c’è un terzo volto che ha segnato la sua adolescenza. «Incontrando Giovanni Paolo II malato, ho desiderato di offrirgli tutte le mie fatiche e la mia compagnia». Comincia così una lunga corrispondenza epistolare tra i due. «Lo chiamavo amico, prima che Padre, perché era un confronto allo stesso livello. Ci capivamo, sentivamo il dolore allo stesso modo». Anche per questo, «per prolungare la memoria del mio amico Karol», Rita ha scelto di vivere la malattia «come fece lui, che non si nascondeva, ma andava davanti a tutti. Ragionava così: se io soffro e sono papa, si vede che il mondo deve vedere questo».
Ma c’è un’ultima amica che Rita ha ricevuto come «segno della Sua preferenza per me», anche se l’ha capito più tardi. È la sua carrozzina. «So che è un’affermazione forte, ma ci può essere gioia nella sofferenza. Io sono convinta che Cristo non voleva andare in croce, che ha cercato di evitarla chiedendolo al Padre, ma quando ha capito che doveva passare di lì l’ha abbracciata. Se ci pensiamo Pilato gli ha messo in bocca per tre volte la possibilità: “Non vedo colpa, vuoi che ti salvi?”. Lui però non ha risposto e sulla croce ci è andato per amore. Così io, per amore, vado sulla carrozzina convinta. E se con la mia sofferenza posso anche aiutare qualcuno, ben venga. Mi sento così amata che metto tutta la mia vita in quel che vuole Lui, seguendo le cose che fa capitare. Certo, ho i miei desideri, faccio progetti, Gli chiedo favori e sono anche cocciuta, ma è Lui che mi risponde. A volte come voglio, a volte “deviandomi” verso cose che sono anche meglio di quelle che immaginavo io».

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martedì 20 luglio 2010

Dio strabenedica Stark!!!


Nello sconfortante panorama del cattolicesimo italiano attuale, non mancano però i segnali di speranza e di cambiamento.

Citavo, alcune settimane fa, la casa editrice Fede & Cultura, come segnale evidente di una voglia nuova di alcuni ambienti cattolici di fare cultura e di proporsi al mondo senza paure e complessi di inferiorità. Questa volta vorrei invece ricordare un’altra casa editrice che, come cattolico, sento il dovere di ringraziare. Sto parlando dell’editore Lindau, a cui si devono, negli ultimi anni, testi bellissimi e preziosi, come “La vita in vendita” di Jacques Testart, “Iota unum” di Romano Amerio, magistralmente curata da Enrico Radaelli, e gli ottimi lavori di Rodney Stark, grande sociologo delle religioni americano.

Si tratta di opere che sino a pochi anni fa difficilmente sarebbero stati stampate e diffuse in Italia, e che dicono appunto di un graduale, ma deciso, risveglio culturale. Vorrei oggi riferirmi in particolare all’ultimo libro di Stark pubblicato da Lindau: “Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate”.

Anche perché in tempi di martirio, come quello di mons. Luigi Padovese, è forse necessario incominciare a spazzar via menzogne ormai secolari che non aiutano a capire. Padovese è stato vittima innocente, disarmata e coraggiosa, che ci ricorda ancora una volta, a chi voglia vedere, che la religione di Cristo si è diffusa nel mondo non col potere del denaro o delle armi, ma, soprattutto, col sangue dei martiri. Il merito di Stark è quello di far piazza pulita di una vecchia menzogna: la strumentalizzazione delle crociate.

Spesso si vuole far credere che questi episodi della nostra storia, così intessuti di grandezza e di miserie, come è inevitabile che sia quando il protagonista è l’uomo, simboleggino un modus operandi della Cristianità: aggressiva, pronta a fare proseliti con la violenza. La storia non è andata così, benché questa versione piaccia ormai, in primis, proprio a molti cattolici progressisti. Le crociate infatti non sono state il tentativo di sottomettere un’altra religione, né di convertire con la forza altri popoli. P

er spiegare questa ovvietà storica, Stark ribalta la narrazione più canonica dell’ordine dei fatti.

Nella nostra cultura, influenzata dalle menzogne di Voltaire, Diderot e dei loro nipotini, le crociate compaiono all’improvviso, come Minerva dalla testa di Giove. Ebbene Stark svela l’inganno in modo semplicissimo: raccontando gli antefatti, cioè i quasi 5 secoli di continue aggressioni del mondo islamico contro quello cristiano! Inoltre pone all’inizio del libro due cartine storiche che sarebbero da sole sufficienti a fare chiarezza: la prima mostra la diffusione del cristianesimo sino alla nascita dell’islam; la seconda le terre cristiane, dall’Africa del nord, alla Spagna, dalla Sardegna, alla Sicilia, ecc., nelle mani dei maomettani. Non per pacifica concessione. Non per libera conversione, ma grazie alla forza delle armi! Stark ricorda che le crociate non nacquero dalla avidità dei nobili europei, molti dei quali, anzi, sostennero “di persona spese enormi, alcuni affrontando coscientemente persino la bancarotta pur di recarsi in Terra Santa”, né furono il primo tentativo di colonialismo europeo, dal momento che i regni cristiani in Oriente furono indipendenti da qualunque stato europeo e, lungi dall’essere sfruttati economicamente, godettero e vissero invece delle ricchezze che provenivano dall’Europa.

Le crociate, col loro inevitabile carico di crudeltà e di morte, nacquero invece come risposta ai continui e terribili attacchi islamici; in difesa degli ortodossi di Bisanzio, sempre a rischio di cadere sotto la spada islamica; per la difesa dei cristiani che si recavano in Terra Santa. Al riguardo Stark rievoca i periodici massacri di pellegrini che giungevano a Gerusalemme: le centinaia di cristiani crocifissi e lapidati, i monaci del monastero di Mar Saba messi al rogo, la devastazione di circa 30 mila chiese, tra cui la stessa chiesa del Santo Sepolcro, all’epoca del sovrano Hakim…

I membri dell’aristocrazia europea, nota sempre Stark, non avevano bisogno delle narrazioni di Urbano II, né delle invocazioni di Alessio Comneno, imperatore di Bisanzio, per conoscere il trattamento riservato in Terra Santa ai pellegrini e ai non islamici: molti di loro vennero a conoscenza diretta, oppure grazie ai familiari e amici “che erano riusciti a sopravvivere e a fare ritorno in Europa, esausti, impoveriti e con spaventosi racconti da riferire”.

Infine Stark dimostra che le crociate non possono essere indicate come “una delle cause dirette dell’attuale conflitto mediorientale”, anche per il fatto che gli islamici, fino alla fine del XIX secolo, non dimostrarono interesse per questi fatti. Anzi, “per molti arabi le crociate non furono che attacchi sferrati contro gli odiati turchi, e pertanto di scarso interesse”.

La verità storica è dunque chiara: l’avversione dell’Islam per l’Europa, come terra di conquista, è sempre esistita, ora più, ora meno; i papi hanno spesso salvato la libertà dell’Europa; le colpe europee verso i paesi islamici, ben meno di quelle che si vuole far credere, risalgono semmai alla colonizzazione ottocentesca e successiva, portata avanti non dalla Chiesa, ma da Stati in cui il cristianesimo era già stato sostituito, almeno a livello di elite, da ideali ben diversi, quando non esplicitamente anti-cristiani.

Il Foglio, 1 luglio 2010

La vista lunga dell'ateo

Lo spezzone è di un film di Dino Risi del '77,sorprende come l'ateo Risi metta(involontariamente forse) in risalto l'austero cardinale contro il rosso prete,più precise delle mie parole sono quelle del sito da cui ho preso spunto: http://blog.messainlatino.it/2010/07/i-nuovi-mostri.html .Non ho una posizione chiara su rito nuovo o vecchio,so che se il Papa si sbatte tanto per reintrodurre la possibilità della messa tridentina e la maggior parte dei vescovi si mette contro,qualcosa non quadra.Tra l'ordine e il disordine, preferisco l'ordine che sta sparendo dalle messe comuni.Godetevi il filmato e il magistero del cardinale anche sul moderno pretucolo.

domenica 18 luglio 2010

Messa finale Mondiale?Sospeso prete


Il reverendo di Obdam, Paul Vlaar, è stato sospeso perché "non ha rispettato la sacra natura Eucaristica", queste le parole del Vescovado a giustificare la pausa obbligata inflitta al prete. Il parroco olandese infatti alla vigilia della finale dei "Mondiali" fra gli Orange e la Spagna aveva celebrato una messa propiziatoria vestendo una stola del colore della nazionale e tenendo in mano un pallone da calcio. Il paese comunque si è schierato con il parroco, dicendosi "scioccato e dispiaciuto" per la decisione delle gerarchie. E anche padre Vlaar ha detto di non condividere pienamente ciò che ha promesso di rispettare.

Il paese è col prete,ma se come dicevo io, ci fossero state le chierichette con le poppe al vento anche i paesi vicini sarebbero stati dalla parte del parroco contro la Chiesa.Che poi il prete non condivida è comprensibile ognuno si sente libero di trasformare la liturgia a seconda dei propri pruriti,è solo uno dei preti che non condivide.Come diceva Benedetto XVI° i nemici della Chiesa sono più dentro che fuori della Chiesa....

sabato 17 luglio 2010

La grande impostura nella grande tribolazione (2)


Cedo alle coincidenze più o meno virgolettate,una decina di giorni fa leggevo il messaggio di La Salette(1846) ed ero colpito dalla durezza delle parole di Maria,pensavo ma come la "bonacciona" madre di Dio,madre del "birbaccione" Gesù,il "bamboccione" buono e caro,parla così?Gesù il "cucciolone" è stanco e se lascia cadere il braccio son dolori tremendi per tutti?Non può essere,però le apparizioni di La Salette sono state riconosciute,il messaggio in qualche modo censurato,almeno in parte,poi mi sono messo a leggere il libro Alla sinistra di Dio ed ho avuto la conferma, documentata, che tante cose che mi disgustano sono state, nel tempo, manipolate ad arte, nell'intento di perseguire un piano di menzogna contro il cristianesimo.Pochi giorni fa un'amico mi ha passato inquieto il link della Madonna di Anguera,dalle parti di Bahia se non ho capito male,non capisco l'inquietudine del mio amico,se questi messaggi sono credibili e non lo so,non sono troppo dissimili da quelli di La Salette o di Medjugorje,certo sono molto espliciti,ma i dieci segreti di Medjugorje non sembrano essere carezze e in Francia nel 1846 non erano stati annunciati ricchi premi e cotillons.Adesso sto leggendo San Franceso l'antimoderno di Guido Vignelli ed anche qui vengono smontate,fonti alla mano,le varie dicerie ,ormai consolidate, sul fraticello effemminato,pacifista e comunista in quanto adoratore dei poveri e della povertà(come sappiamo il comunismo ha creato milioni di poveri...per amore certamente) che si nutriva, con cautela, di sassi,non potendo cibarsi di cari animalucci o delicate erbette ,la cautela era per non far soffrire i sassi anch'essi creature di Dio.Nel Rinnovamento si dice che una parola,una profezia,una visione è confermata se è in qualche modo supportata da un episodio simile di un fratello autorevole.Nel mio caso si tratta di quattro episodi che si "confermano" reciprocamente,che hanno tutti lo stesso scopo,la denuncia delle balle spaventosamente enormi nelle quali inconsapevoli,forse,viviamo e che abbiamo accettato perchè è più carino(rivomito)così e delle conseguenti tragedie cui andiamo incontro o in cui già siamo,come chiamare i 50 milioni di aborti l'anno,50 milioni di bambini smembrati,spezzettati perché è più comodo così,il castigo può davvero attendere molto?Io dico e non sono il solo, che il buon Dio è il giudice giusto,misericordioso sì ma tremendo nella sua ira,tanto è vero che Maria in varie occasioni supplica: convertitevi perché non lasci cadere il pesante braccio di mio figlio.Catastrofista?Può essere,la mia preoccupazione è l'attimo che sto vivendo e forse l'immediatamente successivo,non vado in paranoia per quello che potrebbe succedere tra anni o mai, ma è indiscutibile che c'è una metà e che saremo giudicati.


Messaggio di Nostra Signore Regina della Pace n°3331
12.06.2010(Anguera,Brasile)
Amati figli, ritornate a Gesù. Lui è la verità assoluta del Padre e senza di Lui non potrete trovare la vostra salvezza. Egli è il vostro Redentore e vi aspetta a braccia aperte. Confidate nel Suo amore Misericordioso ed affidate a Lui la vostra proprie esistenza. Allontanatevi da tutta la malvagità e siate uomini e donne di fede. L'umanità ha bisogno della vostra sincera e coraggiosa testimonianza. Date il meglio di voi nella missione che il Signore vi ha affidato. Siate accorti. Non vi lasciate ingannare. Il demonio agirà con grande furia contro i piani di Dio. Causerà confusione e seminerà discordia nella Chiesa del Mio Gesù. Convertitevi alla verità del Mio Gesù ed agli insegnamenti della Chiesa. C'è sincera e vera conversione solo nella verità insegnata da Mio Figlio Gesù. Il nemico di Dio continuerà ad agire e ad attrarre moltitudini. Userà la verità per ingannare e molti ferventi nella fede cadranno e diverranno indifferenti. Non permettete che il demonio vi inganni. Giorni di sofferenza si avvicinano per i Miei poveri figli. Il terrore si diffonderà e i Miei poveri figli avranno da piangere e lamentare. Piegate le vostre ginocchia in orazione. Andate sempre nella verità, poichè siete del Signore e solamente Lui dovete servire e seguire. Avanti sul cammino che vi ho indicato. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per vermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace n°3310
24.04.2010
Amati figli, non vi allontanate dalla preghiera. L'umanità è al crepuscolo dei più dolorosi avvenimenti. Sono la vostra Madre e soffro per quello che viene per voi. La terra si scuoterà e dalle profondità verranno immensi fiumi di fuoco. Giganti addormentati si solleveranno e la sofferenza sarà grande per molte nazioni. L'asse terrestre si sposterà e i Miei poveri figli vivranno momenti di grandi tribolazioni. Siate attenti. Ecco il tempo dei dolori per l'umanità. Ritornate a Gesù. Solamente in Lui troverete forze per sopportare il peso delle privazioni che verranno. Coraggio. Io chiederò al Mio Gesù per voi. Non rifiutate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.

Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace n°3315
04.05.2010
Amati figli, la vera Chiesa del Mio Gesù sarà vittoriosa. La sconfitta verrà per la falsa chiesa che è penetrata nella Chiesa del Mio Gesù. Dio separerà il grano dal loglio. Arriverà il giorno in cui tutto quello che è falso cadrà a terra. Dio vi separerà dalla malvagità e quelli che hanno ascoltato il vero magistero della Chiesa proveranno la grande vittoria.. Dio mi ha inviato per annunciarvi la verità. I messaggi che vi ho annunciato quì sono appelli urgenti alla conversione. Gli allerta che vi faccio sono perchè tutti possano prendere conoscenza e piegare le ginocchia in orazione. Come ho già detto in passato, solamente la forza dell'orazione potrà trasformare l'umanità. Dite a tutti che non sono venuta dal cielo per scherzo. Ciò che dico deve essere preso sul serio. Aprite i vostri cuori alla Mia chiamata ed in tutto siate come Gesù. Io sono la vostra Madre dolorosa e soffro per quello che vi aspetta. Ritornate. Il vostro Dio ancora vi aspetta. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Amen. Restate in pace.

Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace n°3273
30.01.2010
Amati figli, ritornate a Colui che vede l'occulto e vi conosce per nome. Non restate immobili. Dio ha fretta. Ciò che dovete fare non lasciatelo per il domani.. Conosco le vostre necessità e chiederò al Mio Gesù per voi. Coraggio. Avvenga quel che avvenga, non vi allontanate dal cammino che vi ho indicato. L'umanità si è allontanata da Dio e i Miei poveri figli camminano come ciechi alla guida di altri ciechi. Sono la vostra Madre dolorosa e soffro a causa dei Miei poveri figli lontani. Aprite i vostri cuori al Signore e sarete ricchi nella fede. Sappiate tutti che questo è il tempo opportuno per il vostro ritorno. Dite il vostro sì alla chiamata del Signore. Un doloroso evento accadrà nella casa di Dio e gli uomini avranno da piangere e lamentare. I nemici apriranno le porte e gli uomini dalla grande barba agiranno con grande furia. Piegate le vostre ginocchia in orazione. Ecco il tempo dei dolori. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.

La grande e bella religione e la grande impostura...(1)


Quel multiculturalismo "made in England" che vuole i detenuti convertiti all’islam

Gianfranco Amato, mercoledì 14 luglio 2010

http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2010/7/14/IL-CASO-Quel-multiculturalismo-made-in-England-che-vuole-i-detenuti-convertiti-all-islam/99027/


Un fenomeno preoccupante sta dilagando nelle carceri britanniche. A lanciare l’allarme è il rapporto intitolato Muslim Prisoners’ Experiences, redatto da Ann Owers, Ispettore Capo degli Istituti Penitenziari, sulla base di 85 indagini ispettive. Da quel documento emerge come ben il 30% dei detenuti musulmani radicalizzi la propria fede religiosa durante la permanenza in carcere, e come l’islam riesca a diffondersi in proporzioni esponenziali.



Il numero dei detenuti musulmani è drammaticamente lievitato dalla metà degli anni ’90, passando dai 2.513 del 1994 (pari al 5% della popolazione carceraria), agli attuali 10.300 circa. Praticamente quadruplicato. In alcune delle carceri di massima sicurezza la presenza della popolazione musulmana è notevolmente al di sopra della media. Due anni fa, per esempio, i detenuti musulmani rappresentavano circa un terzo di tutti i detenuti del supercarcere di Whitemoor, nel Cambridgeshire, e un quarto dei detenuti del supercarcere di Long Lartin, nel Worcestershire. Ma interessante è l’analisi delle cause legate al fenomeno delle conversioni.



Una delle principali ragioni indicate nel rapporto Owers risiede nel fatto che i detenuti musulmani possano godere della protezione di una vasta e forte comunità all’interno delle strutture penitenziarie. La conversione consente, infatti, di realizzare il naturale bisogno - amplificato nel contesto restrittivo del carcere - di appartenenza ad un gruppo distinto da un profondo tratto identitario. Eloquente, a tal proposito, appare la dichiarazione, contenuta nel rapporto, di un detenuto convertito: «Ora ho un gran numero di fratelli che sento davvero vicini. Noi mettiamo in comune le nostre esistenze e ci proteggiamo a vicenda». Tom Robson, vice presidente del Prison Officers’ Association, ha spiegato come molti detenuti che vivono con particolare fragilità psicologica l’esperienza carceraria, diventino in realtà facilissime prede degli imam carcerati. «Quello che registriamo al momento», ha precisato Robson, «è un trend in crescita secondo proporzioni davvero preoccupanti».



Una seconda ragione, più prosaica ma non meno importante nel contesto carcerario, è quella dell’alimentazione. A tutti i detenuti islamici, infatti, è offerto il cibo halal, secondo le prescrizioni coraniche, che è ritenuto, a ragione, decisamente migliore della solita sbobba somministrata ai detenuti non musulmani. Inoltre, in occasione del ramadan, il vitto concesso agli islamici provoca, a buon diritto, l’invidia di tutti gli altri ospiti degli istituti penitenziari. Anche a tal proposto, appaiono indicative le parole di un detenuto convertito, riportate nel rapporto Owers: «Pure il cibo buono, all’inizio, è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad abbracciare la nuova fede».
Una terza causa di attrazione dell’islam viene identificata in un altro privilegio concesso ai musulmani: quello di essere esonerati da ogni attività lavorativa e dai corsi rieducativi, in occasione delle preghiere del venerdì. Tale pratica religiosa, peraltro, offre pure il vantaggio di una maggior quantità di tempo libero rispetto a tutti gli altri detenuti.



La quarta causa di conversione è quella che appare, in realtà, più odiosa ed inquietante. Dallo stesso rapporto Owers, infatti, emerge come molto spesso l’accoglimento della fede islamica non sia il frutto ragionato di una proposta, ma rappresenti una vera e propria imposizione violenta. Qualche mese fa, del resto, un’inchiesta televisiva della BBC aveva mostrato come nelle carceri britanniche gruppi di radicali musulmani costringessero detenuti non islamici a sottostare alle ferree regole della sharia. Un ex agente di polizia penitenziaria del carcere di massima sicurezza di Long Lartin, durante un’intervista a Radio 5 Live della BBC, ha citato casi di detenuti non musulmani intimiditi e picchiati per non aver rispettato le disposizioni della legge coranica, imposte, di fatto, dalle gang musulmane. L’ex agente ha anche descritto i modi persuasivi con cui vengono convertiti i detenuti, a cominciare dai più giovani.



L’amara conclusione del rapporto si trova nelle parole con cui la stessa Ann Owers ha ipotizzato il rischio di una sorta di eterogenesi dei fini: «L’esperienza del carcere può creare un intreccio di alienazione e disaffezione, e restituire alla società persone più propensi alla violenza o, addirittura, a cadere nella trappola ideologica dell’estremismo».

Dello scenario inquietante emerso dal Muslim Prisoners’ Experiences è rimasto, però, soltanto il pallido appello rivolto dalla Owers ai direttori degli istituti penitenziari, gentilmente invitati a trattare i detenuti musulmani come singoli individui e non «come parte di un turbolento gruppo separato».
La politica qui è del tutto latitante e incapace persino di percepire l’umore del popolo che dovrebbe rappresentare. Un interessante sondaggio commissionato dalla Exploring Islam Foundation (EIF) ha evidenziato, infatti, una decisa diffidenza dei britannici nei confronti dei seguaci del profeta Maometto. I dati rivelano come il 58% degli intervistati associ l’islam all’estremismo, il 50% lo identifichi con il terrorismo, ed il 68% lo ritenga un sistema repressivo nei confronti delle donne. Quel sondaggio, peraltro, non è che la conferma di una precedente indagine demoscopica realizzata dalla British Social Attitudes agli inizi di quest’anno, dalla quale era emerso che soltanto un cittadino britannico su quattro mostrava un atteggiamento positivo nei confronti dell’islam, mentre il 55% della popolazione era assolutamente contrario alla costruzione di una moschea nei pressi di casa propria.
Il dato apparentemente paradossale è che, mentre permane ancora in larga parte della società un sentimento misto di paura e diffidenza nei confronti dei musulmani, l’islam continui, comunque, a diffondersi in Gran Bretagna. I motivi non sono legati soltanto all’immigrazione ed all’arma invincibile della prolificità.

A causa della propria insipienza, la politica del Regno Unito, oramai totalmente obnubilata dai fumi velenosi del politically correct, non riesce in realtà a percepire le potenziali capacità di espansione derivanti da una forte presenza culturale islamica. Mi riferisco, ad esempio, al pieno riconoscimento, all’interno del sistema giudiziario britannico, dei Muslim Arbitration Tribunal, ovvero di una forma di giustizia rapida ed alternativa, che oggi è capace di attrarre anche molti non musulmani.



Del resto, il fallimento del sistema multiculturale britannico - cui qualche sciocco disinformato di casa nostra guarda con ammirazione - risiede proprio nell’assoluta assenza di una coscienza identitaria da parte di chi ha la responsabilità istituzionale di porsi come interlocutore di un confronto tra diverse civiltà e culture. Il cinico opportunismo politicamente corretto, che oggi caratterizza la classe dirigente britannica, non è all’altezza della sfida epocale imposta dai tempi.

Lo ha chiaramente dimostrato, l’anno scorso, il pittoresco sindaco di Londra, Boris Johnson, quando ha invitato tutti i cittadini londinesi a partecipare, almeno un giorno, al digiuno del ramadan, per poi recarsi, dopo il tramonto, in una moschea. L’invito era rivolto affinché gli stessi londinesi imparassero a comprendere i propri vicini musulmani, e a «trarre edificanti ed istruttive lezioni dallo spirito e dal significato del digiuno islamico».



Quella improvvida boutade del biondo e strampalato Lord Mayor ha avuto un effetto assolutamente negativo. Da una parte ha irritato, comprensibilmente, i londinesi che diffidano dell’islam, dall’altra ha aumentato il disprezzo dei musulmani nei confronti dei britannici che hanno rinunciato alla propria identità, tradizione, cultura e fede, barattandola per interessi politici di basso cabotaggio.

Davvero non è con i metodi di Johnson e compagni che si può pensare a possibili forme d’integrazione.

giovedì 15 luglio 2010

Se questo è cattolicesimo.....

Questo succedeva in un circo,scusate,in una chiesa cattolica durante i recenti mondiali,ci manca solo una "bella" bandiera della pace.Qualcuno dirà che è solo un modo per riportare la gente in chiesa(vomito),immagino che quando a Miami o anche solo a Riccione c'è il concorso miss maglietta bagnata si può prendere spunto e mettere delle belle chierichette sull'altare con slippettino,più mini possibile e maglietta bianca rigorosamente bagnata,verrebbero anche dai paesi vicini a messa.Non credo di esagerare,se il criterio è vero lo è sempre in Olanda tifavano per la loro squadra di calcio,a Riccione possono tifare per le tette preferite?O discriminiamo qualcuno?In occasione della festa della birra,al posto del vino e del calice una bella pinta di birra per il sacerdote e per tutti al posto dell'Eucarestia,simbolo per simbolo anche la birra unisce le persone.Quando il cattolicesimo si riduce a sta schifezza,è giusto che scompaia e magari che scompaia in modo cruento come è sempre avvenuto.Gli ammonimenti di Maria a Medjugorje e ,se sono veri, i messaggi di Anguera in Brasile sono più che giustificati, ed è ora che il pesante braccio sia lasciato cadere,mi prendo le mie responsabilità (se ci sono)per il ridicolo a cui si è arrivati,verrebbe quasi da dire viva l'islam.

Andrea,Matej......Majcino Selo!


Mi sono svegliato alle 05.37 questa mattina,certo non ne avete colpa voi,mi sono svegliato quasi angosciato,Andrea,Matej,quell'altra bambina e Medjugorje,la preghiera davanti alla statua della Madonna,perché ve lo racconto?E che ne so io,magari così anche voi ,se andrete a Medjugorje avrete la grazia di adottare a distanza uno di questi piccoli giganti e se tornerete,perché se a Medjugorje non ci tornate vuol dire che non ci siete mai stati, avrete anche la gioia,un po' dolorosa a volte, di vedere un rapporto inatteso che cresce e diventa uno splendido dono per voi,per i bambini adottati certamente,ma anche per i poveretti che compiono questo piccolo gesto e si ritrovano poi con un figlio o due, come nel mio caso, in più a 960 km. di distanza.C'era uno splendido video di padre Slavko che raccontava la nascita di Majcino Selo(Il villaggio della madre) la casa di questi bimbi o ragazzi,non lo trovo e allora vi racconto il sogno che ho fatto,ci perdete tantissimo ma tanto io il video l'ho visto e voi pazienza mica si può avere tutto.Ero a Medjugorje,pregavo con altra gente vicino ad una statua della Madonna e vicino a me c'era una bambina sui 10 anni credo,ero convinto di conoscerla come se fosse anche lei adottata a distanza,ma forse era una cosa recentissima perché c'era un po' di freddezza come inevitabilmente capita all'inizio,l'ostacolo della lingua e il reciproco non conoscersi oltre alla necessaria prudenza verso bambini con ferite interiori notevoli costringono ad una certa distanza.Poi ,come capita sempre nella realtà,irrompe Andrea e accanto a lei c'è Matej suo fratello ed esplode la gioia incontenibile,il cuore si gonfia,come se la giornata incominciasse di nuovo in quel momento.Medjugorje,la Gospa,Andrea e Matej,quell'altra bambina e il risveglio traumatico,mi mancavano,mi manca Medjugorje e quella bambina che ignoro chi sia,al momento non posso adottarne un'altra,se era un suggerimento di Maria,mi suggerirà nel caso anche dove trovare i soldi,altrimenti dovrà accontentarsi di questo post che magari invoglierà qualcuno a fare ed a farsi il regalo più bello che possa immaginarsi.Andrea è lei,oggi ha 15 anni ,lui è Matej e il 24 agosto compirà 14 anni,all'epoca avevano 10 e 8 anni,in segreteria mi avevano chiesto,se avessi delle preferenze,maschio,femmina,piccoli o grandi,io ho detto mi va bene chi ha più bisogno,fate così anche voi,non sono giocattoli o cuccioli,sono splendide creature comunque siano.

Il costo di un'adozione a distanza,credo che sia da un minimo di 300€ all'anno a quanto volete voi,io sto sulle 350€ se le finanze sono proprio dissestate e 450€ se è un periodo relativamente tranquillo,non ci sono obblighi è bello per tutti se il rapporto dura,ma se dopo un anno uno è alla canna del gas non c'è obbligo di pagamento.E' un libero atto d'amore, che inconsapevolmente si riceve,dando un po' del nostro superfluo.Nel link trovate tutte le informazioni di cui potreste aver bisogno.Siatene certi,la Madonna vi ricompenserà....http://www.mothersvillage.org/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1

martedì 13 luglio 2010

A sinistra di Dio

Mi sto sempre più convincendo che viviamo nell'era della grande impostura e della grande tribolazione,Giovanni PaoloII° parlava della silenziosa apostasia dell'europa,di questi tempi la sola fede del cuoricino rischia di traballare parecchio e di prendere notevoli cantonate. Vi consiglio quindi questo capolavoro di apologetica (difesa delle ragioni cristiane),sono solo un centinaio di pagine,può benissimo essere il libro dell'estate,anche da leggere in spiaggia o in montagna o dal balcone del residence avendo come sfondo il mare ed uno splendido tramonto.Ve lo consiglio perché lo sto trovando interessantissimo,divertente(forzandone un po' il significato)anche,certo è un po' impegnativo ma se posso leggerlo e capirlo io che ho la terza media potete leggerlo tutti.Il libro svela le menzogne stratificate per cui s'è arrivati, tutti, ad essere convinti di assurdità suicide,tipo il san Francesco animalista e semi frocio quindi pacifista.La copia del libro che sto leggendo ,mi è stata venduta ,insieme ad altre due splendide opere,di autori diversi,dall'autore stesso del libro(l'ho scoperto dopo chi fosse)alla festa de Il Timone.Ricordo l'agilità e spigliatezza con cui il cervellone mi ha "servito" e consigliato,certo avrebbe potuto vendermi qualsiasi cosa tanto ero incantato dai titoli e dagli autori che vedevo,non sembrava nemmeno un austero:Giovanni Zenone (Verona, 1968) è dottore di ricerca in Filosofia, professore Religione Cattolica, e visiting professor presso l’Istituto Filosofico e Teologico di Scutari (Albania). È socio dell'Associazione internazionale "Sensus communis" (Roma). Ha pubblicato Il Chassidismo - Filosofia ebraica (Cavinato Editore) e Maritain, Gilson e il senso comune (Cavinato Editore). Collabora da anni a vari periodici scientifici e divulgativi, tra i quali Sensus communis (An International Quarterly for Studies and Research on Alethic Logic) e Il Timone.

Recensione

Ripercorrendo la pretesa umana di farsi dio al posto di Dio, dalla Bibbia alle più varie filosofie e ideologie sino alla dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI, l’Autore smaschera l’origine antiumana della cultura della morte, del pensiero dominante e del politicamente corretto. Mette a fuoco gli errori dei miti moderni, dalla Libertà, Uguaglianza, Fraternità di rivoluzionaria memoria, all’opzione preferenziale per i poveri, al femminismo, all’ideologia gay e transessuale, dall’ecologismo al pacifismo, dall’idealismo al pensiero debole, sino a giungere alla manipolazione della vita in nome di un progresso e una felicità futura che produce però solo tristezza e morte.

Leggetelo:si sa mai che la Chiesa trovi qualche attrezzato difensore in più e perda qualche "utile idiota" subappaltato alla sinistra o subappaltato dalla sinistra.

p.s.

21-05-2010

A Paolo,cui do appuntamento fra un batter d'occhio alla Destra di Dio!
Con Amicizia,
Giovanni Zenone

Giovanni,ci conto!


http://fedecultura.com/asinistradiDio.aspx

sabato 10 luglio 2010

Fondamentalmente...prodigi!!



Eccolo qua il protagonista di ieri sera Maurizio Fratamico,ottimamente spalleggiato dai Joymix, nel loro Fondamentalmente tour.Ieri sera,grazie a Laura, un'amica di Verona potentemente protetta dal Cielo,abbiamo assisitito al concerto veronese,non so se esiste sanbonifacese(San Bonifacio è il paese che ha ospitato l'evento),stabilire il protagonista della serata però è difficile,la musica,il risutin(ottimo risottino gratuito,tra l'altro,bissato evidentemente),il gruppo di breack dance,il rapper mantovano,Ivana Spagna(in ottima forma),Maurizio o uno a caso dei ragazzi che hanno dato la loro testimonianza.Maurizia,Michela,Michele,Barbara,Maurizio stesso,autentici prodigi ma come tanti altri(è qui lo "scandalo")di Nuovi Orizzonti, hanno decretato un solo protagonista,Lui,DIO.Lo so che suona male,che sembra una roba un po' clericale,ma se lo dicono loro io sto zitto e provo a imparare.DIO c'è,è vivo e starebbe anche discretamente bene a sentir loro e io vi dico che ho passato la serata,incantato a guardarli e ad ascoltarli,con la gioia nel cuore,felice di essere in qualche modo amico loro.




Ivana Spagna è stata, col risutin,la genialata dell'assessore alle politiche giovanili di San Bonifacio,è servita per attirare la gente,come il risutin,il palco è casa sua e qualche successo evergreen ce l'ha per imporsi al pubblico,ma è stata brava nell'adeguarsi alla serata,nel tirar fuori il suo lato umano e personale:chapeaux!

Poi ci sarebbero loro,i prodigi,ma di loro non dico niente, per pudore ,sarebbe come tentare il riassunto della Divina Commedia,improponibile.Al termine metterò il link del tour,se ne avete la possibilità andate a sentirli,a parte Fratamico e i Joymix,ci saranno altri prodigi probabilmente non quelli dell'altra sera,poco male.La questione è una sola: recitano tutti benissimo e c'è qualcuno che gli scrive dei testi straordinari o è tutto vero,quel DIO,che duemila anni fa è morto e disceso negli inferi continua a morire per discendere nei nostri inferi quotidiani e personali?Non date rispostine da catechismo,rischiate una risposta da uomini,io li conosco,qualcuno almeno e so che non recitano,poi che sia davvero possibile quello che loro raccontano non lo so,non ci credo ma lo vedo.Non so dov'è il trucco,so che un'amica per mail oggi mi ha chiesto quando andiamo da Mirko?Vi giuro che il mio cuore ha esultato,Mirko è il mio "fratellone" è uno,come si diceva tempo fa,a cui non sono degno neanche di allacciare i sandali.L'amica della mail è una a cui non mi avvicinerei mai,quando l'ho conosciuta pensavo fosse satanista o roba del genere:piercing,tatuaggi,capelli viola,unghie nere,borchie al collo e non poteva mancare il pittbull.Beh,vi dico questo blog è per quelli come lei, che non è poi diversa da me,è per quelli che combattono prendono legnate e a testa bassa e con gli occhi parzialmente aperti vanno avanti,è per loro, è per me, che con la loro stessa vita affermano che al fondo ci deve essere un motivo buono per vivere e magari un giorno riusciremo ad abbassare la guardia ed ammettere che non necessariamente deve essere tutto una fregatura,magari c'è davvero qualcuno che non si sa perchè ma ci vuol bene.

Carmela ieri sera Maurizia,Michela e Barbara erano anche per te,anche Michele.Da Mirko ci andiamo!





Ma io potevo non farmi una foto con due dei prodigi?Amicizie trofeo?Certo: quando sarò davanti a San Pietro gli farò vedere tutte le foto dei santi che ho conosciuto e gli dirò:se nonostante loro, più di questo non sono riuscito a fare, vuol proprio dire che non era possibile......

Michele e Maurizia





http://www.joymix.it/events

mercoledì 7 luglio 2010

Un Sacerdote esorcista: io non posso più vivere senza Medjugorje



Il Sacerdote Leonid, della Provincia ucraina dell’Ordine dei Redentoristi, ha partecipato al 15° Seminario Internazionale per i Sacerdoti a Medjugorje ed ha dato, prima ai partecipanti al seminario e poi anche ai giornalisti di Radio “Mir” Medjugorje, una testimonianza non comune che riportiamo così come è stata pronunciata: “Il mio primo pellegrinaggio a Medjugorje è stato legato ai miei compiti e ad un interesse nella mia vocazione sacerdotale. Nel 2005 cioè la Chiesa locale mi ha affidato una grande responsabilità ed il compito di portare una croce pesante: cioè il ministero di esorcista. I primi mesi ed i primi anni sono stati riempiti dall’amore e dalla grazia di Dio, ma naturalmente anche di grandi difficoltà. Tuttavia, la vera grande difficoltà capito durante un, per dirla così, “grande esorcismo” su un posseduto. Con voce molto rozza, piena di orrore, quella voce si rivolse a me con queste parole: `Io sono orribile, io sono forte ed io ti distruggerò. Distruggerò il tuo sacerdozio, il tuo stato religioso e tutta la tua vita`. Fu molto terribile, tuttavia non presi tutto troppo seriamente, poiché credo totalmente in Dio e non ho motivi per cui non credere a Dio. E so che la paura di fronte a satana è già una perdita. Ma Dio permise quella situazione, che vi racconterò, perché sperimentassi quanto è grande e forte Sua Madre. E perché sperimentassi quanto Medjugorje sia una terra santa. Quando ero in grandi dolori, prove e tentazioni tentavo di pregare, ma non potevo pregare. Andavo a confessarmi ogni giorno, ma satana mi tentava. Le prove furono così forti che persi completamente la pace nell’anima. E non solo questo. Sentivo nell’anima di aver perso il sacerdozio e lo stato religioso. Sentivo una completa rovina e fallimento. In quella difficile realtà, mentre non capivo cosa mi stava succedendo, qualcuno mi offrì un viaggio a Medjugorje. Sono venuto. Ero con un gruppo di Sacerdoti. Essi pregavano, ma io non potevo. Semplicemente non potevo pregare. In quel pellegrinaggio incontrai anche un anziano Sacerdote, P. Ambrogio dalla Slovacchia. Lui ha sacrificato totalmente la sua vita e la sua vocazione nel lavoro con gli Ucraini nella Regione dei Carpazi. Era venuto allora dopo aver superato un infarto ed aveva anche il diabete. Lui era stato già cinque volte a Medjugorje. Mi entusiasmò per il suo sacrificio e la sua umiltà. Lui è un religioso francescano. Diventammo amici nel viaggio. Io lo aiutavo, lo guidavo per mano, in quanto era un uomo anziano. Sembrava che io lo aiutassi, ma in verità è lui che ha aiutato me. Siamo saliti insieme sul Podbrdo. Ci era stato detto che sulla collina ci sarebbe stata l’apparizione ad uno dei veggenti. C’era molta gente, Sacerdoti. E’ questa è stata semplicemente la prima sorpresa a Medjugorje. Ero seduto accanto a P. Ambrogio e con le spalle ero girato verso il luogo delle apparizioni. Sentivo di non essere degno di essere lì. Ma durante la preghiera del Rosario mi nacque il desiderio di guardare ciò che accadeva nel luogo delle apparizioni.

Contemporaneamente a questo desiderio, sentii un'altra voce che mi diceva: “Non devi guardare là. Tu sei perduto e finirai all’inferno”. Terribile. Tuttavia, quei primi sentimenti positivi mi indirizzarono verso il luogo delle apparizioni. Cominciai a guardare e cercare. Forse avrei visto qualcosa. Pian piano nasceva in me la speranza, ma crescevano anche nuovi argomenti per i quali la mia umiliazione non sarebbe cambiata. In quel momento decisivo credetti. Per un momento. Come risposta a tutte le domande sentii, sperimentai la Gospa che scendeva dal Cielo. Allora è stato terribile. Una forte percezione, il profumo di qualche altro mondo che ho avevo vissuto fino ad allora. Poi mi ha tranquillizzato una tenerezza, una facilità, come un vento tenero della presenza della Gospa. Lei si avvicinò a me. E quanto più lei era vicino, la forza del male se ne andava. Sperimentai nel cuore una nuova scoperta. Sperimentai quanto è forte la Gospa e la Sua umiltà. Allora compresi che Lei non scaccia gli spiriti maligni, poiché essi stessi fuggono! Fuggono perché non possono sopportare la purezza e la bellezza della Sua presenza. Lei non li umilia, non li scaccia. Lei semplicemente ama, ma essi non possono sopportarlo. E allora avvenne il cambiamento degli spiriti in me! Lo spirito di satana, che distrugge, sparì con la sua depressione, con tutte le paure. Egli è semplicemente sparito e al suo posto è sceso lo Spirito della Gospa. Sentii una voce nel cuore: `Non temere, io sono tua madre! Io sono la garanzia per te che non ti perderai!”. Tutto cambiò!
Questa esperienza della presenza della Purissima Vergine Maria è divenuta per la mia chiamata, per la mia vocazione sacerdotale e religiosa, per il mio servizio al miracolo d’amore che mi salva! Sento la presenza della Gospa in ogni esorcismo che compio. Solo un piccolo esempio, perché ne ho tanti. I nostri Sacerdoti avevano una ragazza indemoniata che venne a confessarsi. La confessò un Sacerdote che era appena tornato dagli studi a Roma. E, mentre pronunciava la formula dell’assoluzione, questa persona colpì così fortemente il Sacerdote, cioè satana attraverso di lei, che egli stramazzò in un momento. Cadde. Poi quella persona con una qualche voce chiamò un altro sacerdote. Egli si spaventò e mi chiamò: “P. Leonid, vieni in fretta, abbiamo una situazione insolita…”. Dopo quel dialogo, la ragazza venne dove ero io. Quando iniziai il rito dell’esorcismo, accertai subito la diagnosi. Compresi che era posseduta, che satana operava molto fortemente attraverso di lei. Chiesi addirittura a cinque devoti parrocchiani di pregare durante il mio rito di esorcismo su quella persona. E mentre io leggevo le consuete, tradizionali preghiere di esorcismo, satana rideva. Parlava in inglese. Mi umiliava, mi prendeva in giro. Allora iniziai una preghiera alla Gospa. Ero esausto. Divenni nervoso. Sentivo che dovevo finire la preghiera, ma egli non usciva. Era uno spirito di suicidio. Iniziai a invocare la Gospa con tutto il cuore. Come quando un figlio chiama la madre. Ed allora iniziarono le vere urla: `Io non posso più, perché è arrivata la Gospa! Io non lo sopporterò, poiché è arrivata la Gospa, io devo andare fuori`. E se ne andò. Questo è stato solo un caso, ma ne ho molti simili. In questi cinque anni in cui mi è stato affidato il ministero di compiere esorcismi, ho grandi tentazioni. Le avevo anche prima, so che le avrò ancora. Ma la Madre di Dio mi protegge nel Suo Cuore. Io non posso più vivere senza Medjugorje e Gerusalemme. Ogni anno devo andare a Medjugorje ed a Gerusalemme. Perché questo è per me la fede. Qui ho la fede, la benedizione e la grazia”.
Poi agli ascoltatori di Radio “Mir” Medjugorje ha detto che è grato a Dio di poter testimoniare anche in questo modo la grazia della Gospa ed ha aggiunto: “Auguro a tutti gli ascoltatori la gioia. Vorrei che ciascuno di noi desiderasse amare di più la Santissima Madre di Dio, perché Lei è nostra Madre. Lei ama i suoi figli.. E’ pronta a fare tutto per noi, se glielo chiediamo. Sento che, se non ci fosse la Madre di Dio, ci perderemmo. Perciò viviamo con Lei ogni secondo della nostra vita. Personalmente sento la chiamata ad aiutare anch’io perché le persone vengano a Medjugorje. Di portare qui le persone che soffrono spiritualmente in maniera terribile!”. Al termine, P. Leonid ha benedetto tutti gli ascoltatori

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martedì 6 luglio 2010

Son s'cioppaa!!!



Oggi sono così,è capitato altre volte,poi passa,per adesso almeno.Siamo in tanti un po' a pezzi,con un carico sulle spalle che sembra schiacciarci e che schiaccia,voglio dedicare oggi questo spazio a chi non ha più nemmeno la forza di lottare,a chi non ce la fa più,a chi non ha più la forza di crederci.Non c'è il mal comune mezzo gaudio,son tutte cazzate,quando sei con le spalle al muro non ce n'è per nessuno.A volte capita,che,da fuori,qualcosa,qualcUno,irrompe e cambia,è quella la speranza,l'unica possibilità.
Majko Moja moli za nas....

domenica 4 luglio 2010

"Ho trascorso cinque minuti con Gesù per mano: è meraviglioso!"


Scritto da Chiara Amirante 04 Luglio 2010

http://www.nuoviorizzonti.org/index.php/it/news/7-news-spiritualita/75-qho-trascorso-cinque-minuti-con-gesu-per-mano-e-meravigliosoq

Il nostro carissimo fratellino Crescenzo è partito ieri per il cielo!!

Preghiamo per lui!

Ringraziamo il Signore per l’opera stupenda che ha compiuto nella sua vita e per come lo ha reso testimone della sua Resurrezione per tanti che vivevano nell’inferno della strada.

Nell’ultimo incontro che ho avuto con lui mi ha detto con uno splendido sorriso: “Sai Chiara, la morte non mi fa affatto paura, so che mi aspetta Gesù con il suo infinito Amore e non vedo l’ora di incontrarlo per stare per sempre con Lui. Sono certo che lui mi aspetta sento il suo infinito amore, è lui che mi ha strappato dall’inferno ed io desidero solo dirgli grazie. L’unico motivo per cui mi dispiace un po’ di morire è che non posso più starti accanto per portare Gesù a tanti altri ragazzi che vivono lo stesso inferno che ho vissuto io. Desidero solo testimoniare l’amore di Gesù a più ragazzi possibili. Intanto stai certa che offro tutti i miei dolori per te per Nuovi Orizzonti e per la salvezza delle anime. Spero che anche dal cielo il Signore mi darà l’opportunità di fare qualcosa perché i ragazzi più disperati possano conoscere l’Amore di Gesù. Quanto è grande l’amore di Dio! Anche se soffro tantissimo fisicamente sento forte il suo amore e la sua presenza”.

A Pentecoste Crescenzo mi ha chiesto di poter fare i voti perpetui e mi ha detto: “ti prego Chiara dimmi di sì! Io non desidero altro che essere tutto di Gesù per sempre per dirgli grazie con la mia vita e testimoniare a tutti la Gioia della sua resurrezione!”. Nel suo ultimo sms (dopo avre perso coscienza e senza essere più in grado di parlare) mi ha scritto: “Sto passando… guarda ti lascio immaginare. Oggi ho trascorso cinque minuti con Gesù per mano: è meraviglioso. Ti dono tantissimissimo affetto in Gesù!” e in un sms precedente: “Buongiorno amatissima figlioletta di Dio. Oggi ho pianto di gioia piena, di quella che mi racconti sempre tu. Ho sentito la madonnina nel cuore ed è stato un grande sollievo. Sei nel mio cuore! Quanto ti voglio bene A presto!”

A presto Crescenzo...

Ti portiamo sempre nel nostro cuore e ci rincontriamo nel Cielo del Suo cuore, in quel Cielo dell’Amore che da tempo ormai desideravi così ardentemente!

sabato 3 luglio 2010

Giosy Cento

Non poteva mancare in questo spazio un semi tributo a don Giosy Cento.Non poteva mancare perchè è indelebilmente inciso nel ricordo di uno dei miei pellegrinaggi a Medjugorje,come inciso è il ricordo di Davide di Orvieto,un controverso angelo custode che in quei giorni è stato ,per me ,come un fratello,una guida,un amico.E' a lui che devo l'incontro con la musica fino ad allora sconosciuta di don Giosy Cento.Rettifico a Lei,la Gospa,devo l'incontro con Davide e attraverso lui col prete cantante,sono regali firmati Spirito Santo,carezze di Maria.E' un prete artista conosciuto e apprezzato più nel centro sud Italia che da noi,non tutto il suo lavoro mi piace ,ma come faccio a sottilizzare su qualcosa che mi arriva dal Cielo,spero vi piaccia.I video, come le canzoni non sono troppo selezionate,ma nemmeno lasciate al caso.
p.s.
Voglio dedicare ogni nota e parola dei video seguenti a Crescenzo,uno splendido amico che oggi è nato al Cielo.