domenica 2 dicembre 2012

Medjugorje,messaggio del 02/12/2012

"Cari figli, con materno amore e materna pazienza vi invito di nuovo a vivere secondo mio Figlio, a diffondere la sua pace ed il suo amore, ad accogliere con tutto il cuore, come miei apostoli, la verità di Dio ed a pregare lo Spirito Santo affinché vi guidi. Allora potrete servire fedelmente mio Figlio e, con la vostra vita, mostrare agli altri il suo amore. Per mezzo dell'amore di mio Figlio e del mio amore, io, come Madre, cerco di portare nel mio abbraccio materno tutti i figli smarriti e di mostrare loro la via della fede. Figli miei, aiutatemi nella mia lotta materna e pregate con me affinché i peccatori conoscano i loro peccati e si pentano sinceramente. Pregate anche per coloro che mio Figlio ha scelto e consacrato nel suo Nome. Vi ringrazio".

giovedì 29 novembre 2012

Parlamiiii !!!!!! Devo aver alzato troppo la voce....




Fino a ieri diciamo che un po' di deserto mi aveva abbastanza sfiancato,la sedentarietà non fa per me e senza le facce belle e sante degli amici a cui più tengo fatico a respirare.Il video di Carmelo Bene,che non amo,nel suo delirio rappresentava abbastanza bene la mia insofferenza al prolungato Suo silenzio o alla mia ostinata sordità,la sostanza non cambia.Il seme deve morire per portar frutto.Devo aver alzato un po' troppo la voce perchè immediata è arrivata la risposta, ieri sera attraverso,la faccia,la compagnia,l'amicizia,la santità defilata di Dante ed oggi il mio personale "Dio 2.0" mi ha confermato la sua immutata presenza nel modo a me più congeniale,percuotendomi con la bellezza ,che ultimamente è uno dei suoi travestimenti,di questi canti,immagini,preghiere.Abbandoniamo in fretta quindi l'allucinata,geniale follia interpretativa del disperante Carmelo Bene ed immergetevi ,io l'ho già fatto e volentieri lo rifaccio,nella pura bellezza e verità della creatività umana originalmente creata dal buon Dio per me.
p.s.
Ci vuole pazienza non siamo tutti uguali e quanto segue è per me,anche il buon Dio ha le sue giuste priorità,dovrete farvene una ragione.Buon ascolto e visione,mi ringrazierete un'altra volta.





domenica 25 novembre 2012

Medjugorje,messaggio del 25/11/2012

"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera. Apritevi alla Santa confessione perchè ognuno di voi accetti col cuore la mia chiamata. Io sono con voi e vi proteggo dall' abisso del peccato e voi dovete aprirvi alla via della conversione e della santità perchè il vostro cuore arda d'amore per Dio. DateGli il tempo e Lui si donerà a voi, e così nella volontà di Dio scoprirete l'amore e la gioia della vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

giovedì 8 novembre 2012

Pentitevi !!!

Disattesi i valori della libertà di coscienza e della Chiesa. Speriamo che l’America non se ne penta
                                                                                                                    novembre 7, 2012 Redazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della Fondazione internazionale Giovanni Paolo II, a firma del direttore Marco Ferrini e del presidente monsignor Luigi Negri

Le elezioni negli USA

La Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa sente il dovere di intervenire sull’esito della competizione elettorale negli USA senza la pretesa di dare un giudizio su tutti gli aspetti implicati nella questione, anche per rispondere attivamente ad una vasta rete di amicizie in campo ecclesiale e culturale negli USA e di precisare quanto segue. Erano presenti nella consultazione problemi relativi alla libertà di coscienza, alla libertà religiosa, alla libertà della Chiesa Cattolica di essere presenti nella società americana con una sua identità culturale e morale. Certamente valori cattolici ma con una ampia destinazione sociale e civile. Valori in linea con la grande tradizione laica e liberale degli Stati Uniti. Questi valori sono stati disattesi e marginalizzati. Speriamo che il popolo americano non debba in futuro pentirsi di questo atteggiamento. La Fondazione non può non esprimere la sua profonda solidarietà al Card. Dolan
Arcivescovo di New York e a tutti i vescovi cattolici che hanno scritto una bella pagina in difesa della libertà della Chiesa e del popolo americano.

San Marino, 7 novembre 2012

Il Direttore

Dott. Marco Ferrini

Il Presidente S.E. Mons. Luigi Negri

http://www.tempi.it/disattesi-i-valori-della-liberta-di-coscienza-e-della-chiesa-speriamo-che-lamerica-non-se-ne-penta#.UJpzjGllXXc

Poesia...sempre lui Vinicione

mercoledì 7 novembre 2012

Richiamo l'ambasciatore....

 

Che tristezza,tenetevelo e auguri,io "richiamo l'ambasciatore" in segno di protesta ufficiale e mi dimetto da filo-americano da sempre.

martedì 6 novembre 2012

America rialzati!

Perchè sarebbe ora di ridare l'America agli americani,quelli dei padri fondatori,non quelli delle "zie" politicamente corrette.Meglio un violento pragmatismo che un mimetico ideologico buonismo relativista.Forza America,forza Romney!

lunedì 5 novembre 2012

Quando la fede diventa "ballabile"..

M'è capitato di sentire questo canto,ma sembra proprio una canzone più che un canto e ne sono rimasto conquistato.Non sono pratico di balli latino-americani et similia ma sapessi ballare vorrei ballare questa,semplice,banale forse,preghiera. Buon ascolto e perchè no buon ballo. p.s. Sarà che a me piaceva e piace Julio Iglesias...

venerdì 2 novembre 2012

Medjugorje,messaggio del 02/11/2012

"Cari figli, come Madre vi prego di perseverare come miei apostoli. Prego mio Figlio affinché vi dia la sapienza e la forza divina. Prego affinché valutiate tutto attorno a voi secondo la verità di Dio e vi opponiate fortemente a tutto quello che desidera allontanarvi da mio Figlio. Prego affinché testimoniate l'amore del Padre Celeste secondo mio Figlio. Figli miei, vi è data la grande grazia di essere testimoni dell'amore di Dio. Non prendete alla leggera la responsabilità a voi data. Non affliggete il mio Cuore materno. Come Madre desidero fidarmi dei miei figli, dei miei apostoli. Attraverso il digiuno e la preghiera mi aprite la via affinché preghi mio Figlio di essere accanto a voi ed affinché attraverso di voi il Suo Nome sia santificato. Pregate per i pastori, perché niente di tutto questo sarebbe possibile senza di loro. Vi ringrazio".

giovedì 25 ottobre 2012

Medjugorje,messaggio del 25/10/2012

"Cari figli! Anche oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni. Rinnovate il digiuno e la preghiera perché satana è astuto e attira molti cuori al peccato e alla perdizione. Io vi invito figlioli alla santità e a vivere nella grazia. Adorate mio Figlio affinché Lui vi colmi con la Sua pace e il Suo amore ai quali anelate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

giovedì 18 ottobre 2012

Il Filippo Neri che non t'aspetti



Qualche sera fa accogliendo la pressante richiesta del mio primogenito ormai quasi tredicenne,ci siamo visti Preferisco il Paradiso,il film su San Filippo Neri o su di una versione di San Filippo Neri.
Beh!Devo ringraziare Ricky per avermi fatto vedere uno splendido film,con qualche magagna,ma come potrei discutere della solita immagine che sembra debba per forza passare di una Chiesa matrigna e oscurantista (non dissimile dalla mamma-amica e modernista dei nostri giorni),quando nel film entrambi i Papi si dimostrano guidati dallo Spirito Santo e, al fondo, questo è quello che per duemila anni ha salvato e salva la Chiesa.Dalle prime immagini ho riconosciuto tanti amici,Filippo Neri come non associarlo ad un santo amico mio che si chiama Luca,tutta la trama, i protagonisti,quelli sani intendo,mi rimandavano in continuazione agli amici di Nuovi Orizzonti difficilmente contenibili e tradizionalisti,la parlata romana,l'allegria e positività quasi per forza.Pazienza se verso la fine la lacrimuccia rischia di scappare,non è sentimentalismo nè emotività è la percezione di perdere fisicamente qualcuno di grande.Quando è morto il don Giuss del resto ho pianto e per Giovanni Paolo II° idem,vedremo per Dante e per don Luca è presto...
Il film mi pare dica bene cos'è,cos'era, un'oratorio:"un posto dove i ragazzi possono liberamente parlare di Dio" e non erano ragazzetti di buona famiglia.Mi sembra che traspaia che i ragazzi rimanevano nell'oratorio perchè c'era Filippo,quel Filippo,non un generico Filippo o chi per lui.Adesso sembra quasi che essendoci le strutture ci si debba star dentro per forza.Buttiamole giù le "strutture" se devono essere una trappola,ci vogliono santi altro che muri.Per conto mio poi se i muri li teniamo è meglio,ma con dentro santi!
Grazie Ricky!
p.s.
Prima o poi mi leggerò una biografia ,seria,di San Filippo Neri,tra questo film e State buoni se potete qualcosa non mi torna.
 

mercoledì 3 ottobre 2012

Profeta!...me ne scuserà.

Non so più a che santo votarmi affinché non mi si confonda con Costanza Miriano. Secondo me a dire la differenza dovrebbero bastare e avanzare fotografie e bibliografie, eppure mi tocca di mettere i puntini sulle I: non mi comunico da vent’anni, non recito rosari, non partecipo a ritiri, esercizi spirituali, pellegrinaggi, non frequento parrocchie né movimenti, piuttosto che Avvenire compro Repubblica, piuttosto che un discorso di Bagnasco ascolto un pezzo dei Bad Religion, non amo il mio prossimo, non mi piacciono i bambini, verso le famiglie ho i medesimi sentimenti di André Gide. E, attenzione, non sono nemmeno antiabortista al 100 per cento. Che un soggetto come me possa essere preso per mistico è un segno dei tempi, solo in un contesto di generale apostasia può essere sufficiente così poca fede per apparire devoti, e se nel mondo cattolico anche solo due persone mi seguono questo dimostra la mancanza di veri pastori, il crollo quali-quantitativo del clero. Non so più a che santo votarmi per togliermi di dosso questa polvere di sacrestia e partire alleggerito verso nuove avventure estetico-intellettuali. Forse, tanto per cominciare, dovrei lasciare certi temi a Costanza (e Agnoli e Socci e Gnocchi-Palmaro…): poi però mi sveglio la mattina, apro Internet, leggo i giornali, e ho bisogno del Vangelo per capirci qualcosa, e mi riafferra l’assoluta certezza che senza il Vangelo non si possa capire niente, ma proprio niente, davvero niente niente, dell’uomo.

di Camillo Langone

© - FOGLIO QUOTIDIANO

http://www.ilfoglio.it/preghiera/704

martedì 2 ottobre 2012

Medjugorje,messaggio del 02/10/2012

“Cari figli, vi chiamo e vengo in mezzo a voi perché ho bisogno di voi. Ho bisogno di apostoli dal cuore puro. Prego, ma pregate anche voi, che lo Spirito Santo vi renda capaci e vi guidi, che vi illumini e vi riempia di amore e di umiltà. Pregate che vi riempia di grazia e di misericordia. Solo allora mi capirete, figli miei. Solo allora capirete il mio dolore per coloro che non hanno conosciuto l’Amore di Dio. Allora potrete aiutarmi. Sarete i miei portatori della luce dell’Amore di Dio. Illuminerete la via a coloro a cui gli occhi sono donati, ma non vogliono vedere. Io desidero che tutti i miei figli vedano mio Figlio. Io desidero che tutti i miei figli vivano il Suo Regno. Vi invito nuovamente e vi prego di pregare per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio”.

lunedì 1 ottobre 2012

Un'ora e quaranta...buttata

habemus papam,non merita nemmeno la maiuscola con cui normalmente s'inizia un periodo.
Come m'è successo di guardarlo non lo so,un pò di tempo libero e nessuna voglia di riempirlo in maniera adeguata ed il filmaccio è servito.
Il commento è già nel titolo di questo post,ritratto morettiano-martiniano di una loro Chiesa "post-conciliare" nel senso più propriamente progressista,l'apoteosi del dubbio,del "dialogo",del tempo libero e/o perso.Un papa esclusivamente umano,orizzontale, che dichiara sconfitto lo Spirito Santo per manifesta incapacità e fallita la Chiesa ,declassandola a dopo-lavoro per vecchietti di buona volontà.Il giusto frutto,velenoso e marcio, della milanese cattedra dei non credenti.
Do per scontato che sarà piaciuto o almeno non dispiaciuto a molti.

martedì 25 settembre 2012

Medjugorje,messaggio del 25/09/2012

"Cari figli! Quando nella natura guardate la ricchezza dei colori che l’Altissimo vi dona, aprite il cuore e con gratitudine pregate per tutto il bene che avete e dite: sono creato per l’eternità e bramate le cose celesti perché Dio vi ama con immenso amore. Perciò vi ha dato anche me per dirvi: soltanto in Dio è la vostra pace e la vostra speranza, cari figli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

lunedì 24 settembre 2012

Ancora Camisasca



Ho scoperto da poco fratel Jury Camisasca e mi sembra evidente che mi ha conquistato con la sacralità di questo album sempre casualmento ho trovato l'intervista che segue e che pur essendo datata è assolutamente attuale.Vi lascio alle sue parole.

 


IL "TE DEUM" DI FRATEL JURI

Un disco straordinario inciso da un musicista che vive da nove anni in monastero

"Quando sono entrato qui", racconta Roberto Juri Camisasca, "ho detto basta, con la musica non voglio più avere a che fare. E per un po’ di anni non ho più toccato strumento. Ho sofferto, ma pensavo che la via fosse quella. Ma davvero, cancellare i doni di Dio non è la strada giusta". Il "qui" è il monastero; la "musica" è la musica; la "strada"… molto meglio che sia lo stesso Roberto a spiegarci quale sia. Qualcuno (non molti, forse, perché la fama è labile e gli anni, certi anni soprattutto, sono passati) si ricorderà di lui: la prima metà degli anni '70, certa musica d'avanguardia, Demetrio Stratos e gli Area, Franco Battiato, Claudio Rocchi, quello stesso Vincenzo Zitello che, adesso, ammirano tutti come arpista nel gruppo di Ivano Fossati. Tra loro, anche Juri ("fu Franco a chiamarmi così, perché Roberto Camisasca non si sposava bene con quella musica sperimentale. Gli amici mi chiamano tutti così. Entrando in monastero, poi, ho ripreso il mio nome di battesimo") Camisasca. I concerti, i dischi. E un disco anche adesso, uscito da poche settimane e intitolato Te Deum.

Mi hai detto che questo tuo disco è una testimonianza. In che senso e di che cosa?

"E' una testimonianza nel senso che è una lode a Dio. Se uno loda Dio, vuol dire che lo sente; e poiché nella nostra società Dio non è percepito o è considerato come qualcosa di astratto, ecco che diventa necessario dare una testimonianza del contrario. La più gran lode di Dio è, evidentemente, la vita di ognuno. Ci sono però delle forme di comunicazione che vanno al di là del gesto e della parola. Un pittore può raffigurare il tramonto ma non è il tramonto che gli interessa, bensì l'emozione che quel tramonto gli ha dato. Io penso che la musica abbia, a questo proposito, qualcosa in più delle altre arti, perché è comunicazione diretta, senza la mediazione della materia, è l'emozione stessa che si fa sentire con la vibrazione del suono. Con questo disco, insomma, ho voluto far sentire agli altri il mio rapporto con Dio"

Hai parlato di loda a Dio e di comunicazione: questo tuo disco è rivolto più a Lui o a noi ascoltatori?

"Naturalmente scattava anche la comunicazione orizzontale, perché il disco non lo facevo per me stesso ma per gli altri. Nei momenti in cui realizzavo il lavoro, però, ero in preghiera. Si tratta di trovare una zona, un angolo in sé stessi dal quale fare poi scaturire le cose. E' il discorso dell'ascesi: trovare la presenza di Dio in sé stessi. E per il cristiano è tutto qui, il regno di Dio non è una cosa che viene e che va, è in mezzo a noi, è in noi, devi solo scoprirlo. Diventa importante, dunque, quella che gli orientali definiscono "concentrazione" e che noi più spesso chiamiamo "raccoglimento": il disco l'ho cantato in questa condizione interiore".

Chiacchierando, prima, hai detto: non sono nato in parrocchia. Che cosa intendi?

"Vedi, la mia storia è lunga, e credo si debba andar piano a parlare di certe cose. In un certo periodo della mia vita, verso i 24-25 anni…"

Quanti anni hai?

"Ne ho 37. In quel periodo avevo le idee confuse. Facevo dischi, concerti, dopo il sessantotto c'era stata un'ondata musicale, ma non ero soddisfatto né di quel che ero né di come mi appariva la vita. Ho passato un periodo molto brutto, non avevo orizzonti. Poi c'è stato un intervento che mi ha fulminato, dall'oggi al domani ero un'altra persona. Ho preso ad essere sereno, la vita mi si presentava nel suo aspetto positivo. Non pensavo ancora a Dio. Ho cominciato a pensarci quando ho avuto certi segni: entravo in chiesa e mi sentivo bene. Nel caos di Milano le chiese erano per me diventate angoli in cui le persone potevano trovare un po’ di carica per vivere. E' stato molto normale, riaccostarmi a Cristo è stato come ritrovare una persona che avevo lasciato perdere, ma che non mi aveva lasciato perdere."

E la scelta del monachesimo?

"Dio non ti chiama in un monastero ma ad un cammino di conversione, il monachesimo è un fatto interiore. Io allora mi chiedevo: che cos'è questa gioia che sento dentro? Pian piano mi sono ritirato dalla vita del mondo, rimanevo chiuso in casa e pregavo, perché volevo conoscere la faccia della pace che provavo. Infine, siccome la vita della città non mi bastava più, mi sono messo alla ricerca di un luogo di silenzio, di solitudine, che mi desse la possibilità di entrare in rapporto continuo con quella realtà interiore che pensavo fosse soltanto mia. Ho scoperto in seguito che apparteniamo tutti a quell'unica realtà, siamo tutti quanti figli di Dio. Ed allora, per tornare al fatto musicale, si sente il bisogno di mettere in circolazione certe voci. Ho scritto una canzone, Nomadi, che è stata cantata da Battiato e da Alice. La più bella soddisfazione che ho avuto è stata quando è venuto a cercarmi un ragazzo che mi ha detto: grazie a questa tua canzone è scattata in me la ricerca di Dio."

Da quanto tempo sei in monastero?

"Otto anni, quasi nove."

Tutti qui a Montefano nel monastero di San Silvestro Abate?

"No, prima ho fatto quattro anni nel monastero di Praglia (Padova), per lo studio della teologia."

Che cosa ti pare, oggi, della vita del "mondo"?

"La percepisco come il soffocamento della realtà interiore. Questo non tanto per il dinamismo, per il frastuono della società, ma per la mancanza di armonia. Una persona che cerca Dio non deve stare necessariamente con le mani giunte dal mattino alla sera, la vita dell'uomo è molto concreta e comporta problemi anche grossi. Bisogna essere uomini, avere i piedi in terra, ma con le antenne rivolte verso la Fonte che dà la forza di andare avanti"

Basta ritirarsi in un monastero per arrivare a questo?

"Assolutamente. Uno può ritirarsi in un monte e vegetare come un albero. Una volta che ti sei ritirato hai a che fare con te stesso, ed è lì che cominciano i problemi. Ci sono momenti di stanchezza, di cedimento: uno può avere slanci di ascetismo per qualche giorno, per un mese, per un anno, ma quando si parla di una vita la questione diventa complessa. Nella regola di San Benedetto, il monastero è visto come palestra spirituale: devi lasciarti perdere se vuoi incontrare gli altri. La vita di ascesi può portarti fino a un certo punto, poi lì ti accorgi che non riesci ad andare oltre, e ci vuole veramente la Grazia di Dio. Uno deve prepararsi a morire, sarebbe bello arrivare in punto di morte e dire: mi abbandono a Te, così come si è abbandonato Cristo. Ma è dura, è molto difficile. Questa però è la cosa che dovremmo fare tutti, monaci e no. E' la Chiesa che conta, il monachesimo è un aspetto della Chiesa."

A che punto sei della tua strada?

"E' un momento molto particolare per me. Sto pensando di fare un altro passo, quello della vita eremitica. E' una dimensione che ho sentito molto fin dagli inizi, volevo entrare in una certosa. Poi sono successe molte cose… c'è in tutto un disegno di Dio, non può essere altrimenti. E' finito che in quella certosa, a Farneta (Lucca), non ci sono entrato. Mi dissero: è difficile, prova prima da qualche altra parte. Ed è stato un bene: la vita di comunità ha lavorato su di me in maniera determinante. Se mi fossi ritirato in un eremo nove anni fa, penso che sarei partito per la tangente. La vita eremitica è durissima, se non si hanno i piedi per terra…Intendo con questo la consapevolezza di certi problemi che solo convivendo con gli altri si può ottenere. Ora, però, mi sembra di avere necessità di recuperare un altro aspetto, quello della solitudine e del silenzio".

La solitudine, il silenzio: e la musica?

"Ho ripreso la musica, la chitarra, facendo qualche canzone per il compleanno, l'onomastico, la professione di fede dei confratelli. L'ho ripresa con più lucidità. Penso che ogni tanto si possa suonare: per pregare. C'è un tipo di preghiera che consiste nell'entrare in contatto con Dio, sentire la Sua presenza. San Paolo dice che quando preghi è lo Spirito Santo che sta pregando dentro di te. Per arrivare a sentire questo, però, bisogna andare al di là di se stessi, oltre il proprio io. La musica ha, secondo me, una forza straordinaria in questo senso: seguendo il suono, arrivando al contatto del suono, diventando tutt'uno con il suono, puoi andare al di là del pensiero ed avere un rapporto molto forte con lo Spirito. Quando San Francesco diceva "Fratello Sole, Sorella Luna" o parlava con gli uccelli, sentiva la relazione che c'è fra tutte le creature. Questa relazione è la presenza di Dio nella creazione. La musica è un mezzo di contatto con la dimensione più profonda della nostra coscienza".

Roberto Juri ha scritto il suo Te Deum secondo i canoni musicali gregoriani, con un testo del VI° secolo. Alla stessa tradizione sacra appartengono i canti (O Redemptor, Cantate Domino, Victimae Paschali Laudes) del secondo lato del disco. E' un ascolto emozionante. L'avreste detto che è tutto inciso con l'elettronica e il computer?

Intervista a cura di Fulvio Scaglione


 


 






venerdì 21 settembre 2012

Babbo Ruini !

Natale si avvicina e comincia la selezione dei regali,dei miei regali.Camillo rientrerà certamente tra i privilegi concessi,l'anno scorso c'era del resto Giacomino Biffi sotto l'albero.C'è chi si tiene i sette nani in giardino e io mi tengo i cardinali,alcuni cardinali,i miei,sotto l'albero.De gustibus...


giovedì 20 settembre 2012

Te Deum

Non è propriamente il mio genere,ma non c'è un mio genere,c'è la bellezza, ed in questo brano di Juri Camisasca c'è tutta la bellezza del sacro come la Tradizione ce l'ha consegnato.

Warrior !

Straordinario film,per uomini e per donne come dico io. Con un finale veramente cattolico. Buona visione!

venerdì 14 settembre 2012

American idiot !

Ma questa è gente che può governare gli U.S.A. ??

















Ormai non mi va nemmeno più di commentare,è tutto talmente assurdo che è difficile trovare una logica se non nell'idiozia di un politicamente corretto idealismo astratto e cieco.
Il 6 novembre si avvicina,la mia speranza è che ci sia una brusca inversione di rotta e che venga riparato il precedente errore,basta gente abbronzata e di dubbie origini.
L'America agli americani sempre che esistano ancora.Che i "guardiani del mondo" tornino a fare i guardiani e non le zie dell'ora del thè.
Se fossero confermati i democratici alla Casa Bianca credo,è brutto dirlo e al fondo non è vero,mi metterò a "tifare" per al quaeda e compagnia bella (si fa per dire) che quanto meno hanno una loro "serietà" per niente astratta.
America stand up!

mercoledì 12 settembre 2012

Al di là del Gius e del campari...

Devo correggermi non era campari nel titolo ma martini,non mi è chiarissimo a quale dei due nomi vada la maiuscola, per non far torto a nessuno tengo per entrambi la minuscola.Pubblico di seguito un interessante contributo di Antonio Socci riguardo le due figure di ecclesiastici milanesi :uno è stato uno dei più grandi figli del cattolicesimo ambrosiano, l'altro un importante membro della cristianità post conciliare.Al di là dei soggetti quanto scrive Socci riportando brani di don Giussani è molto importante per capire molta deriva "cattolica" odierna.


DON GIUSSANI E IL CARDINAL MARTINI.  IL MONDO E LA CHIESA

Posted: 10 Sep 2012 01:50 PM PDT

Sul quotidiano della Cei “Avvenire” del 1° settembre, Marina Corradi – intervistando il cardinal Ruini – ha notato che su temi come fecondazione artificiale o unioni omosessuali, “Martini sembrava più aperto alle ragioni di certa cultura laica” e “ha espresso pubblicamente posizioni chiaramente lontane da quelle della Cei”.
Il Cardinal Ruini ha risposto: “Non lo nego, come non nascondo che resto intimamente convinto della fondatezza delle posizioni della Cei, che sono anche quelle del magistero pontificio e hanno una profonda radice antropologica”.
Una parola chiara da considerare bene, anche perché pronunciata dal cardinale che per decenni è stato – per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – il Vicario del Papa a Roma e la guida dei vescovi italiani (tuttora, pur in pensione, è uno dei più importanti collaboratori del Papa).

Nel frattempo dentro CL è nato un interessante dibattito che prende spunto dalla lettera di don Carron al Corriere su Martini.
Alcuni miei amici “romani” (Massimo Borghesi e Alessandro Banfi, ma anche il milanese Gianni Mereghetti) mi pare si spingano sul “Sussidiario” fino a ideologizzare su un semplice gesto di carità, di realismo e di amore alla Chiesa, quasi che don Carron avesse ribaltato i giudizi espressi nella sua lettera riservata al Papa, che abusivamente è stata resa pubblica da Vatileaks.
Ma non è così. A me pare che i contenuti di quella lettera di Carron, che raccoglie poi il giudizio storico di don Giussani, restino del tutto validi e non siano affatto contraddetti dalla lettera al Corriere.
Inoltre il mio amico Borghesi (che è sempre interessante leggere)  rischia involontariamente di far pensare che don Giussani, Martini e Benedetto XVI  avessero la stessa posizione e lo stesso giudizio sulla situazione della Chiesa e sull’affronto della modernità.
Sinceramente c’è una letteratura amplissima che dimostra il contrario e più ancora delle cose scritte, c’è la storia. A cominciare dalle scelte pubbliche di Martini relativamente all’impostazione e alle decisioni di Benedetto XVI… .
Vorrei dunque dare un piccolo contributo riportando qualche pagina di don Giussani, a cominciare da quella dove (significativamente!) colloca Martini nell’orizzonte teologico rahneriano, molto avversato dalla migliore teologia cattolica e certamente estraneo alla tradizione ambrosiana all’interno della quale nasce Comunione e liberazione.

 DON GIUSSANI E IL CARDINAL MARTINI

DA LUIGI GIUSSANI, “INTERVISTA SU COMUNIONE E LIBERAZIONE” (A CURA DI ROBI RONZA) 

“Con l’attuale presule, il cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini, le cose sono inevitabilmente cambiate per delle ragioni oggettive (il cardinale Martini ha percorso un itinerario spirituale e intellettuale suo), che comunque non intaccano quella precisa volontà di costante riferimento all’autorità episcopale del luogo che, come già ebbi occasione di affermare, è uno degli elementi caratteristici dell’esperienza di CL.
Con il cardinale Martini, infatti, il governo culturale e dottrinale della diocesi di Milano ha cominciato a muoversi nell’ambito di una scuola di pensiero teologico direi rahneriana.
Stando così le cose, noi non possiamo che restare fedeli alla nostra identità ed alla tradizione cui sempre ci siamo riferiti con viva attenzione al nuovo, nella certezza che lo Spirito Santo saprà rendere fertile per la Chiesa la coesistenza a Milano e nella sua diocesi di due posizioni pur tra loro originalmente eterogenee.
Un elemento di rilievo del nuovo pensiero teologico è anche un’accentuazione del ruolo della Chiesa locale che, mentre sottolinea giustamente l’importanza di un nesso organico tra tutte le esperienze ecclesiali nella vita della diocesi in unità col Vescovo, sembra esigere da esse una generale uniformità, intesa come condizione facilitante della loro convivenza e collaborazione; sembra esigere insomma un’omologazione che, tanto più nel nostro caso, è difficile da concepire”.


Nota mia:
Questo tentativo di omologazione e di emarginazione dell’esperienza di CL c’è stata, come riconosce sinceramente lo stesso cardinale Martini nella lettera pastorale del 2001/2002: «Chiedo perdono ai gruppi, alle associazioni e ai movimenti che si fossero sentiti poco valorizzati o sostenuti da me. Ho sempre goduto di fronte a testimonianze autentiche di vangelo vissuto, dovunque si trovassero, ma ho avuto anche difficoltà nel comprendere alcune logiche che mi sembravano particolaristiche e autoreferenziali. Ho sognato che parrocchie e movimenti potessero unire le energie, riconoscendo ciascuno i propri doni e uscendo dai particolarismi, ma il cammino appare ancora lungo. Come Vescovo ho sentito una istintiva preferenza per la centralità della pastorale diocesana e parrocchiale. L’onestà dell’intenzione non basta certo a soddisfare chi ritenesse di essere stato poco curato o amato: per questo chiedo perdono, e affido alla misericordia di Dio la maturazione dei semi di bene lanciati nel dialogo che mi pare di avere sempre cercato».


2.   DON GIUSSANI, LA MODERNITA’ E IL MODERNISMNO


DA DON LUIGI GIUSSANI: “L’IO, IL POTERE E LE OPERE” pagg. 205-207

“Il mio parere – dice don Giussani – è che certa teologia
cattolica ha assunto accenti protestanti.
Da dove nasce questo spirito protestante? Dalla riduzione del cristianesimo a parola.
Ora, anche il Vangelo di Giovanni dice: «In principio
era la Parola», ma per dire che la Parola si è fatta carne.
E, in effetti, il cristianesimo sorge con un uomo, con un fatto.
C’è una bella frase di Dostoevskij: «Il fatto più drammatico
è che Dio, il Mistero che fa tutte le cose, sia
coinciso con un uomo».
È diventato uomo – urla quasi don Giussani —, e da quel momento quel punto fisico si è dilatato nella storia. E la fisionomia di questo sviluppo si chiama Chiesa.
Se il cristianesimo fosse solo Parola di fronte al problema «Qual è l’ultima cattedra per interpretare questa parola?» non si potrebbe che rispondere come ha risposto l’epoca moderna: la coscienza individuale. Questo è il protestantesimo.
Ma se il cristianesimo è un fatto, l’ultima cattedra è un fatto umano: la Chiesa con la sua Autorità. Con ultimo garante il Papa. E se è così, tutti gli aspetti umani sono investiti, si intrecciano tra loro.
Il cattolicesimo non si vive «da soli». Lo dico sempre ai ragazzi: io non posso barare con voi, ma neppure voi con me”.


DA DON LUIGI GIUSSANI, IL SENSO DI DIO E L’UOMO MODERNO, P. 119
(CAPITOLO PRIMO LA PROTESTANTIZZAZIONE DEL CRISTIANESIMO)
Di fronte alla situazione di ateismo esistenziale e pratico che abbiamo descritto, ma anche di fronte all’urgenza di un nesso col destino, cioè di una religiosità autentica, che abbiamo rilevato, sarebbe assolutamente necessario che il significato della vita ridiventasse amico della vita.
Il cristianesimo è entrato nel mondo per contestare quella rovina dell’uomo che si perpetra laddove l’uomo perde il nesso con Dio. Esso è l’annuncio del Dio fatto uomo e dovrebbe costituire l’opposizione più determinante all’ostracizzazione odierna del rapporto con l’infinito dalle vicende della vita.
Ricordiamo che Cristo disse prima di morire, pregando il Padre: «Non ti prego per il mondo». E intendeva con quest’espressione riferirsi non certo alla creazione che ci offre le stelle, il mare, la tenerezza e l’amore, ma alla realtà, che tristemente può comprendere anche le stelle, il mare, la tenerezza e l’amore, affrontata senza il rapporto ultimo col divino.
Questo è il mondo per cui Cristo non prega: la realtà affrontata a prescindere da Dio; di fatto, una realtà così manipolata tenderebbe a distruggere quell’uomo che Cristo è venuto a salvare. Ma oggi il fatto cristiano si presenta nel mondo profondamente ridotto.
Non è quella presenza in lotta contro la rovina dell’uomo, così come dovrebbe essere. Non lo è se non potenzialmente. Parlando di questa riduzione voglio specificare che non parlo dell’incoerenza etica.
Da quando il Signore è venuto, infatti, la Chiesa ha reso avveduto l’uomo della verità fondamentale che egli è peccatore, e che Cristo è venuto appunto per i peccatori.
Non parlo di quella fragilità terribile cui accennava anche il brano teatrale di Ibsen citato prima, per cui l’uomo non riesce da solo a stare in piedi, ad essere se stesso. Non parlo di questo: Cristo è venuto proprio perché noi potessimo, appoggiandoci a Lui, camminare, lentamente, ma camminare.
Parlo invece di una riduzione del cristianesimo nel modo di vivere la sua natura. Il mio parere è che il cristianesimo del nostro tempo è stato come angustiato, debilitalo e affievolito da un influsso che potremmo definire «protestante».
Non è questa la sede per soffermarci a descrivere la profondità religiosa da cui il protestantesimo nasce o cui può giungere; ciò che sto per dire è una critica non certo al mondo protestante, ma alla realtà cattolica, starei per dire all’intelligenza cattolica, che oggi si presenta gravemente protestantizzata.
L’osservazione capitale che motiva tale giudizio sta nella riduzione del cristianesimo a «Parola» («Parola di Dio», «Evangelo», o semplicemente «Parola»). Ciò lascia spazio a conseguenze decisive per una cultura.
1)  Il soggettivismo Quella riduzione apre, dal punto di vista metodologico, ad un soggettivismo inevitabile che, da un punto di vista pratico, favorisce una sentimentalità e un pietismo. In questo modo la parola di Dio avrebbe come ultimo criterio interpretativo la coscienza personale: drammatica relativizzazione in cui ogni uomo è sorgente di dettato, ultima cattedra e profeta di se stesso, alla mercé della sua sensibilità, del suo risentimento, dell’istante che vive.
Tot capita, tot sententiae: tante teste, tanti pareri. Potrebbe anche essere uno slogan della libertà razionalista. Se si vuole un correttivo a quell’esasperato soggettivismo ci si affida agli ermeneuti della parola, agli esegeti. Ma non bastano gli intellettuali alla obbiettività necessaria.
Così come, per salvare l’oggettività, non è sufficiente la comunità di base con il suo parere, e neanche quello della Chiesa locale: Cristo non ha commesso a nessuna di queste entità come tali l’inequivocabile ulti-ma oggettività della Sua guida.
2)   Il moralismo Se il cristianesimo è parola di Dio interpretata dalla coscienza sorge un’ulteriore grave domanda. Il cristianesimo reso «parola» interpretabile dalla coscienza nel senso detto, quale comportamento suggerirà di fronte all’urto dei problemi umani personali o all’urgenza della realtà sociale?
Come può quel soggettivismo estremo confrontarsi con la congerie di reclami formulati dalle sempre più complesse vicende della vita moderna?
La risposta è purtroppo una: il comportamento dell’uomo necessariamente verrà guidato e identificato come valore dagli ideali che la cultura dominante approverà.
La moralità è allora qualcosa che deriva dalle leggi e dalla coerenza con una concezione della vita avallata dal potere e quindi riconosciuta dai più.
Se il cristianesimo è ridotto a parola coincide con un’emozione della coscienza che ha il diritto di interpretarla e tale coscienza non può disarticolarsi dal flusso di quei valori che sono più stimati nel momento storico in cui essa vive. Ecco allora che il comportamento più corretto e più dignitoso per l’uomo sarà immaginato secondo idee e convinzioni ritenute più urgenti dalla mentalità sociale al potere. Questa è la seconda mutilazione che offre al nostro tempo la realtà del cattolicesimo secondo una diffusa interpretazione.
Un orizzonte morale reso angusto, per cui i parametri cui riferirsi sono quelli della concezione di vita dominante nella società in cui si è. Una riduzione della moralità a moralismo.
Il moralismo è sempre riduttivo dell’orizzonte morale ed è sempre accusativo dell’uomo: o meglio, lo accusa da una parte e lo giustifica dall’altra.
Si esaltano dei valori e se ne censurano altri, per alcuni si pretende la piena coerenza, di altri si accetta e talvolta si plaude l’assenza. Perciò se da una parte la Parola di Dio soggettiva-mente interpretata può anche aprire spazi sentimentalmente vivi, o anche risorse di sacrifici particolari, la morale per gli uomini che vivono in una società è fissata dal potere reale.
Allora la posizione dell’uomo, anche credente, di fronte al cristianesimo è impossibile che non ceda alla sua identificazione con i valori morali che la società sembra rendere ovvi.
Ed è così che la moralità diviene moralismo accanito: o il comportamento fluisce dal dinamismo intrinseco ad un avvenimento cui uno appartiene, oppure è una selezione arbitraria e pretenziosa di affermazioni fra cui do-minano le scelte più pubblicizzate dal potere, e ad esse si è tenuti con scrupolo ad uniformarsi.
3)  Indebolimento dell’unità organica del fatto cristiano Diretta conseguenza della riduzione del cristianesimo a parola è anche lo sfuocarsi del nesso tra presente e passato, vale a dire lo sfuocarsi della unità organica, strutturale, propria di un fatto come quello cristiano.
Si indebolisce il valore della storia, della tradizione e quindi di quella organicità dell’avvenimento cristiano che rende viva la vita della Chiesa.
È come se un uomo adulto vivesse solo del presente, delle reazioni istintive o momentanee e obliterasse, per una strana malattia, o per una reazione negativa, il suo passato.
Tale illanguidimento dello spessore storico e vitale del fatto cristiano arriva sino al tentativo di svuotare il più possibile di contenuto il nesso con il fattore garante di quella organicità unitaria di cui parlavamo pocanzi, cioè con il Vescovo di Roma.
In un certo allentarsi della sequela al Pontefice noto un altro riverbero di protestantesimo, che potremmo chiamare «congregazionalismo » — con un’espressione tratta dalla storia protestante — o «episcopalismo»: la Chiesa locale cioè avrebbe capacità sufficienti e autonome di fondare il rapporto dell’uomo con il Cristo, con il divino.
Il primato reale del Vescovo di Roma è rarefatto e con esso anche l’unico ancoraggio adeguato del rapporto con Dio, che è il mistero della Chiesa nella sua totalità.
Già presentì questo pericolo Paolo VI, quando ancora era cardinale a Milano, e così si espresse in una lettera indirizzata al cardinal Cicognani prima dell’apertura del Concilio: «Questo Concilio dovrebbe, sempre al suo inizio, esprimere un atto unanime e felice di omaggio, fedeltà, amore ed obbedienza al Vicario di Cristo. Dopo la definizione del primato e dell’infallibilità del Papa, ci furono alcune defezioni, alcune incertezze e poi docili acquiescenze. Ora la Chiesa gode di riconoscere in Pietro e nel suo successore quella pienezza di poteri che sono il segreto della sua unità, della sua forza, della sua misteriosa capacità di sfidare il tempo e fare degli uomini una Chiesa. Perché il Concilio non lo deve dire? Perché il Concilio non esprime questa acquisita certezza? Perché, dovendo poi discutere i poteri episcopali, non allontana da sé ogni tentazione e dagli altri ogni dubbio che si possa momentaneamente rimettere in questione la sovrana grandezza e solidità di quella verità? Anche su questo punto basterebbe un atto semplice e breve, ma solenne e cordiale».
Occorre fare una nota. Una Chiesa «locale» non può stare di fronte ad un a cultura dominante: può solo subirla. Una cultura può diventare dominante solo per valori che si pongano con forza o con pretesa di universalità.
Una Chiesa locale, proprio in quanto delimitata, non può che essere presa nel gioco: i suoi valori universali sono quelli che essa attinge dalla «catholica», come si espresse Giovanni Paolo II nel discorso alla Chiesa italiana riunita con i vescovi e i suoi rappresentanti a Loreto (1985).
Ecco allora tre «cadute» che tendono a ridurre dall’interno il fatto cristiano, e in particolare il cattolicesimo, che lo smantellano dal di dentro, ne indeboliscono la lotta contro un a mentalità per cui «Dio non c’entra con la vita».
Sono, lo abbiamo visto, il soggettivismo di fronte al destino, come concezione e come prassi; un moralismo accentuato di fronte ai valori esaltati dalla cultura dominante; l’indebolimento dell’unità viva del popolo di Dio con la sua tradizione e attorno al capo garante che è il Vescovo di Roma .
Si presenta così oggi svigorita l’organicità potente della Chiesa, quell’unità in cui sta il segno della presenza salvifica di Cristo. Diceva un teologo belga, Chantraine, scrivendo su un periodico: «Si è svuotata l’ontologia cristiana e sono rimaste le parole».

venerdì 7 settembre 2012

Protagonista,sempre !



Sarò polemico ma padre Marcelo ospite in questo concerto,vestito da prete,non da pagliaccio,canta col suo amico Belo due canzoni cristiane,dichiaratamente cristiane,parla esplicitamente e benedice.Da noi non avendo mai visto niente di simile,tutt'al più posso immaginare il pretino senz'abito (non sia mai..) ma con sciarpa o bandiera della pace (più laica e moderna della croce) che canta "Io vagabondo" o "Gesù bambino" di Dalla.
Noite traiçoeiras l'avevo già pubblicata,questa è la seconda canzone,siamo proprio su di un altro livello,altro mondo...

Hoje livre sou

Presenza forte in me, posso dire: habita qui
Perché sono stato schiavo e oggi ai tuoi piedi sono più libero


La mia anima ha incontrato il significato della mia vita
La tua mano potente venne e mi rialzò
Ora io posso dichiarare
Io oggi sono libero!


Ho sete della tua grazia, ogni giorno di più
Sono più forte e vado più lontano da quando ci sei
Con parole d'amore ti adoro, Signore
Oggi sono libero


Mio tesoro, mio patrimonio, mio bene supremo
Nè tribolazione, né dolore ci separeranno
E mai si romperà quello che l'amore ha sigillato
Oggi sono libero

Testo liberamente ma non troppo tradotto

lunedì 3 settembre 2012

Mi era e mi è indifferente ma...

...sembra che avesse ed abbia una qualche importanza,mi limito,basta e avanza,a riportare un post di un blog che spesso ci prende: http://blog.messainlatino.it/ e con cui, anche stavolta, sono allineato e coperto.


Funerali del Card. Martini. 'Eminente' ecclesiastico, ma...
Tra poco, alle 16:00, nel Duomo di Milano il Card. Scola celebrerà i riti delle esequie in suffragio per l'anima del Card. Martini. adstante multo clero et ingenti populi moltitudine. Come è giusto che sia.
Questa mattina però un nostro lettore ci ha inviato una mail con autorizzazione alla pubblicazione.
Noi la pubblichiamo proprio oggi in cui la Chiesa affida l'anima del fratello Carlo Maria al Giudizio e alla Misericordia di Dio, per ricordare -anche- che il Card. Martini, pur infaticabile Vescovo, grande sacerdote di preghiera dotato di eccezionale zelo pastorale, ecclesiastico di elevata statura intellettuale, studioso di altissimo profilo (attento anche al latino nella liturgia e alla preservfazione del canto ambrosiano), non poche volte però ha espresso opinioni gravemente contrarie al Magistero.
Ma non si può assolutamente dire che sia stato né ateo né Massone (né simpatizzante!), come letto qua e là.. e purtroppo anche in alcuni commenti sul nostro blog (che non hanno avuto l'approvazione per la pubblicazione).
Durante la visita di Benedetto XVI a Milano, il Card. Martini, pur provato gravemente dalla malattia e sofferente nel corpo, ha voluto incontrare il Papa e salutarlo, forse in un ultimo atto di omaggio e filiale riverenza.
Si potrebbe quindi pensare che, paradosso!, il Card. Martini fosse in buona fede, pur nelle sue esternazioni un po' troppo "progressiste" (come bene ipotizza M. Introvigne)?


Requiem aeternam dona ei Domine et lux perpetua luceat ei. Requiescat in pace. Amen.


Roberto

E' vero che de mortuis nisi bonum, ma visti i molti equivoci che si sono letti in questi giorni sui giornali e nelle televisioni nazionali, vi allego alcuni commenti "critici" sul Nostro che - non senza ricordare il suo grande livello intellettuale - mettono in luce i gravi limiti teologici e magisteriali del suo pensiero.
Io stesso ho letto il libro delle "conversazioni a Gerusalemme (
http://www.ibs.it/code/9788804598657/martini-carlo-m/conversazioni-notturne-gerusalemme.html), quello fatto a quattro mani con don Verzè (http://www.ibs.it/code/9788886270908/martini-carlo-m/siamo-tutti-nella.html), quello con Ignazio Marino (http://www.ibs.it/code/9788806212841/martini-carlo-m/credere-conoscere.html) e l'ultima intervista apparsa sul CdS l'altro ieri (http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_02/le-parole-ultima-intervista_cdb2993e-f50b-11e1-9f30-3ee01883d8dd.shtml): in tutti ci sono - a mio parete - gravi affermazioni contro il Magistero.

***

Di seguito vi indico alcuni articoli sul Card. Martini:

di..., Il gesuita, il Foglio, 31 agosto 2012;

di M. INTROVIGNE,
Martini come l'ho conosciuto io, da ilQuintuplo, 1° settembre 2012;

di A. SOCCI,
Io non sono martiniano, sono cattolico. Cosa possiamo fare per l'anima di Carlo Maria Martini, dal suo blog Lo Straniero del 1° settembre 2012;

di C. LANGONE, Martini il Card. preferito da atei e nemici della Chiesa, Libero 1° settembre 2012;

di A. RIGHI: Un requiem per Martini? da Libertà e person, 1° settembre 2012;

di P. RODARI,
In memoria del Card. Martini, il grande ante-papa, il Foglio 02 settembre 2012- blog di Rodari;

di S. MAGISTER, Martini, il "Grande Elettore" immaginario, dal suo blog SettimoCielo, 3 settembre 2012;

di M. Crippa, Controversie su Martini, Il Foglio 1° settembre 2012;

di..., Una verità su Martini nel giorno dell’addio al possente gesuita, il Foglio ,2 settembre 2012;
di A. MORRESI, La morte del Card. Martini, dal suo blog LoStranoCristiano, 2 settembre 2012

Jesus Culture:Happy days - Jesus is alive!

Volume al massimo,quasi al massimo e saltare!

domenica 2 settembre 2012

Medjugorje,messaggio del 02/09/2012

"Cari figli, mentre i miei occhi vi guardano, la mia anima cerca anime con le quali vuole essere una cosa sola, anime che abbiano compreso l'importanza della preghiera per quei miei figli che non hanno conosciuto l'amore del Padre Celeste. Vi chiamo perche' ho bisogno di voi! Accettate la mia Missione e non temete: vi rendero' forti. Vi riempiro' delle mie grazie. Col mio amore vi proteggero' dallo spirito del male. Saro' con voi!. Con la mia presenza vi consolero' nei momenti difficili! Vi ringrazio per i cuori aperti. Pregate per i sacerdoti. Pregate perche' l'unione fra mio Figlio e loro sia piu' forte possibile, affinche' siano una cosa sola. Vi ringrazio!"

Come si può non amare l'Amore?!



E' Gesù che parla all'uomo,no non è vero parla ad ognuno,al suo cuore,la traduzione non ce l'ho ma è abbastanza intuitivo il testo e padre Marcelo ha come sempre il dono di sciogliere ed innalzare anche i cuori più aridi.Buon ascolto e gioitene non è possibile fare diversamente.

venerdì 31 agosto 2012

Sos,uomo in mare...



Il grido,sordo e muto di un bimbo perso che è il cuore di un uomo solo nell'universo
non c'è risposta alla lancia che all'improvviso squarcia il viso e rimani lì come un fiore reciso
riverso ,piegato,perso.
I giorni più duri,infernali e senza fine nella solitudine che trova argini solo in qualche breve momento ma presto torna riassale non da tregua è un tormento.
Non sai più orientarti provi a scappare ma non c'è rifugio,disperazione ed estrema consolazione l'oblio,l'addio,non c'è Dio non ci sono Madonne,"ho pregato ma senza risposta,me l'hanno tolta..." lei adesso è morta,non tornerà ,niente qui cambierà...



Non ci sono parole o io non ne ho per alleviare uno strazio così sconfinato e lacerante,io so che Dio c'è che la Madonna c'è,anche lui lo sa ma come potrebbe adesso,allora io,povero pinguino invoco su lui e su me i nomi santi e potenti della Sacra Famiglia,perchè loro,Lui è la risposta che non ha parole perchè è la Vita.Gesù,tu che sei il figlio di Dio,che hai sofferto l'impossibile,riabbraccia il tuo fratello cieco perchè non precipiti nelle trappole diaboliche della disperazione,di una parola e lui sarà guarito,accada il miracolo,tocca il cuore,che la morte non abbia l'ultima parola,che la vita,che Tu possa trionfare.Giuseppe,povero e umile Giuseppe tu sai,capisci,aiuta,sostieni,conforta,rialza,silenzio e lavoro, come te ,non permettere che la ferita rimanga aperta oltre,intercedi potente custode,marito a marito,prenditi cura,veglia.Maria madre nostra,negata madre sua e per questo più madre sua,chiedi,prega tuo figlio,ottieni la grazia.Le tue lacrime unite alle sue scaldino il cuore,aprano gli occhi pesti e stanchi,Maria le tue mani sono piene di grazie,imploro io per chi non sa più chiedere,proteggi tra le tue braccia chi è preda del dolore,chi non ama più la vita,chi cerca sollievo nella morte.Santa madre senza meriti ne diritti t'invoco,invoco il tuo soccorso per i meriti di tuo figlio Gesù Cristo,per il suo preziosissimo sangue versato,per la potenza del suo santo nome, intervieni in suo soccorso perchè questo tuo fragile figlio non sia inghiottito dal nemico,il sacrificio di Gesù sulla croce non sia vano,il prezzo del riscatto così inimmaginabile non veda mancare all'appello un tuo figlio malato d'amore.Madre mia....



Dio Padre,tutto è tuo,tutto è te e tu sei tutti concedi metà della grazia che riversi in abbondanza su di me su di lui,entrambi ne avremmo abbastanza per cantare le tue lodi e le tenebre che aleggiano opprimenti sarebbero spazzate via.Sia fatta la tua volontà Padre,tu sai cosa è giusto e quando è giusto che sia,concedi la grazia,la forza,la mente, per combattere,per resistere,tu sei l'alfa e l'omega,sii Tu a deciderà l'ora non sia il nemico furtivo a scassinare la porta.A te Dio negato, l'affido!

lunedì 27 agosto 2012

La ragione al di là della "fede"...

Quanta verità,con Conte a vita,basta,in generale,sparare nel mucchio!Basta vittime sacrificali!

domenica 26 agosto 2012

L'Al Bano inatteso e il Camilleri (quello sano) sorpreso...


Da ormai parecchi anni sono miei fedeli amici durante le vacanze i libri,anche quest'anno mi ero preparato tre libri, accuratamente selezionati ,per le mie serate sul balcone dell'appartamento vista mare.Avevo anche il libro spirituale chi l'avrebbe detto...eppure lassù qualcuno aveva altre idee e così durante una sosta in autogrill sono stato folgorato dal libro di Al bano "Io ci credo" ed alla prima libreria Mondadori l'ho acquistato.Ammetto che avevo qualche perplessità sulla utilità del contenuto del libro e non amo gli acquisti d'impulso, ma l'"illuminazione" era troppo forte.Ho scoperto che oltre ad una grandissima voce Carrisi è un bel testimone di una fede salda,virile,d'altri tempi (mi vien da dire con un po di tristezza per questi tempi).Non è un trattato teologico ma una bella biografia spirituale,non spiritualona,  che si legge volentieri e velocemente ,un bel modo d'incontrare un amico inatteso, seppur sempre apprezzato.

http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/tv/294976/io-ci-credo.html


Alloggiamo in un ottimo residence ma come in tutti i residence bisogna farsi da mangiare,approfittando della provvidenziale pioggia, ristoratrice ,dei primi tre giorni di permanenza siamo andati a far provviste all'Iper di Colonnella e lì sono stato nuovamente fulminato, dalla copertina qui a fianco stavolta,non avrei preso l'ennesimo libro su Medjugorje se non fosse stato per l'autore:Rino Camilleri,noto apologeta o così dovrebbe essere.Per temperamento mi sembrava il meno adatto,quindi il più adatto in realtà,per un'opera su quel posto sempre straordinario e famigliare.La stima per il Kattolico Camilleri è stata troppo più forte e quel "credo senza aver visto" era irrresistibile.Mi sono trovato a leggere tutt'altro rispetto a quanto potessi attendermi, ed anche qua la sorpresa è stata grande,probabilmente ci hanno separati nella culla,troppo simili.Una bella testimonianza personale del mio Rino preferito,nel suo stile ,anche ruvido, e proprio per questo così distante dalla sovrabbondante spiritualità medjugorjana e proprio per questo più confermante l'autenticità della santità di quel posto.Condivido anche, con l'autore, il "disorientamento" per le convinzioni,sane,di una vita e quanto chiede nei suoi messaggi la Madonna.San Rino Camilleri!
Non amo ripulire roba ignobile ma integro il CCP (cattolico,credente,praticante) di Camilleri,che si rifà immagino al sovietico CCCP col mio personale CCCP ("croato",cattolico,credente,praticante).
 

L'ultimo libro ma non sono ancora riuscito a terminarlo,456 pag.sono un freno psicologico che ancora non ho vinto,sono solo a metà della fatica,per quanto gradevole,è "A ogni uomo un soldo" di Bruce Marshall,riguardo a quest'ultima "fatica" che conto di terminare entro la fine dell'estate nessuna
folgorazione,è stato un regalo di una stimata amica anni fa oltre che libro del mese di CL dell'epoca,sono
certo della validità di questa lettura ma probabilmente senza la sabbia della spiaggia e la protezione dell'ombrellone non sarà possibile,nonostante i miei convincimenti,arrivarne alla conclusione e del resto credo sia giusto così, ciò che al mare s'è iniziato al mare deve essere terminato.
Buona lettura a tutti,parafrasando San Benedetto "ora,lege et labora" e se lo diceva lui...

sabato 25 agosto 2012

Medjugorje,messaggio del 25/08/2012

"Cari figli! Anche oggi con la speranza nel cuore prego per voi e ringrazio l’Altissimo per tutti voi che vivete col cuore i miei messaggi. Ringraziate l’amore di Dio affinché Io possa amare e guidare ciascuno di voi per mezzo del mio Cuore Immacolato anche verso la conversione. Aprite i vostri cuori e decidetevi per la santità e la speranza farà nascere la gioia nei vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "

mercoledì 22 agosto 2012

Angeli dal Cielo..

Lei dovreste già conoscerla è Cece Wynans e il cuore dovrebbe già conoscere la Sua presenza in questa meravigliosa voce,incantevole melodia.





sabato 18 agosto 2012

Quattro anni di morte e resurrezione:auguri!

Questo blog in questi giorni ha compiuto i suoi primi quattro anni di vita,con gli anni forse ha perso un pò d'irruenza, ma non ci giurerei, in compenso ha allargato gli orizzonti.
Per questo compleanno mi e vi dedico un nuovo artista che merita di stare tra i miei preferiti e spero anche tra i vostri,è anche lui un recente regalo del buon Dio,insieme ad altri di cui vi parlerò prossimamente.Buona estate e se non lo è...Dio vi abbia in gloria.



Il secondo video lo dedico alla mia sposa per i nostri primi 15 anni

giovedì 2 agosto 2012

Medjugorje,messaggio del 02/08/2012

Cari figli, sono con voi e non mi arrendo. Desidero farvi conoscere mio Figlio. Desidero i miei figli con me nella vita eterna. Desidero che proviate la gioia della pace e che abbiate la salvezza eterna. Prego affinché superiate le debolezze umane. Prego mio Figlio affinché vi doni cuori puri. Cari miei figli, solo cuori puri sanno come portare la croce e sanno come sacrificarsi per tutti quei peccatori che hanno offeso il Padre Celeste e che anche oggi lo offendono ma non l'hanno conosciuto. Prego affinché conosciate la luce della vera fede che viene solo dalla preghiera di cuori puri. Allora tutti coloro che vi sono vicini proveranno l'amore di mio Figlio. Pregate per coloro che mio Figlio ha scelto perche vi guidino sulla via verso la salvezza. Che le vostre labbra siano chiuse ad ogni giudizio. Vi ringrazio.

domenica 29 luglio 2012

da San Benedetto del Tronto...siam fatti anche di carne

Questa è l'aria con cui ci accoglie lo chalet della nostra spiaggia ed è sempre una buona giornata quando si apre così...



ma poi la spiaggia fa male e non è colpa mia se poi i bimbi in macchina la canzone che ascoltano di più,che ci fanno ascoltare di più è questa



buona estate a tutti!
Dimenticavo il nesso cattolico,altrimenti poi mi richiamate all'ordine:la bellezza è riflesso del vero ,"desiderare" è peccato ma è anche desiderio di compimento,nostalgia del Paradiso perduto.Sono bravo è ?! Comunque come diceva uno stimatissimo amico prete non è immorale girarsi a guardare una bella ragazza è immorale girarsi a guardarne una brutta e io non mi giro mai a guardare quelle brutte...

sabato 28 luglio 2012

Medjugorje,messaggio del 25/07/2012

   
"Cari figli! Oggi vi invito al bene. Siate portatori di pace e di bontà in questo mondo. Pregate che Dio vi dia la forza affinche' nel  vostro cuore e nella vostra vita regnino sempre la speranza e la fierezza perchè siete figli di Dio e portatori della Sua speranza in questo mondo che è senza gioia nel cuore e senza futuro perchè non ha il cuore aperto verso Dio, vostra salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

da San Benedetto..col Cielo dentro



Fico feliz em vir em Tua casa, erguer minha voz e cantar. Fico feliz em vir em Tua casa, erguer minhas mãos e adorar. (bis) Bendito é o nome do Senhor. bendito é o nome do Senhor. Bendito é o nome do Senhor pra sempre. (bis)





Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Lê, Iê, Iê
Uou, Ou, Ou, Uou, Ou, Uou, Uou, Ou, Ou, Uou, Ou, Uou (2x)

Reza, Reza, Reza Nós Rezaremos (2x)
Louva, Louva, Louva, Nós Louvaremos (2x)

Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê
Uou, Ou, Ou, Uou, Ou, Uou, Uou, Ou, Ou, Uou, Ou, Uou (2x)

Corre, Corre, Corre, Nós Correremos (2x)
Pula, Pula, Pula, Nós Pularemos (2x)

Iê, Iê, Iê, Lê, Iê, Iê, Iê, Iê, Iê, Lê, Iê, Iê

Pula, Pula, Pula, Nós Pularemos
Grita, Grita, Grita, Nós Gritaremos (2x)

sabato 14 luglio 2012

E' insomma...sarebbe per tutti ma credo sia per pochi

Forse un pò autunnale,ma maestosamente intenso,profondo,sacrale il componimento di Tchaikovsky.Da gustare,meditare anche, come sottofondo forse ,tanto trova il modo d'imporsi e d'imporre il silenzio,se non è così è perchè siete proprio progressisti,sinistri,protestanti infedeli.Pregherò per la salvezza della vostra anima,miscredenti...

Sacro...





venerdì 13 luglio 2012

Dalla morte la grazia e la bellezza di un ordine divino



Poche settimane fa è morta la mia mamma,si proprio così "la mia mamma".Tante volte le avevo proposto,tentando di aggirare ogni obiezione,vieni a Medjugorje,ci credevo ,volevo strappare il miracolo,ma soffriva il mal d'auto e anche solo poche decine di chilometri la bloccavano.E' dai giorni immediatamente seguenti che avrei voluto descriverne la bellezza,non di lei,ma della grazia di quei giorni di quei suoi ultimi giorni di calvario,di quel suo mese e mezzo di ospedale culmine di cinque anni di calvario.Della visita fuori orario con Luca,con san don Luca ed il mio Ricky che aveva appena ricevuto la cresima,fino all'ultimo ho sperato che potesse esserci alla prima comunione di Marco ed alla cresima di Ricky ma anche nella sete della croce non c'è stato che aceto...e a volte quel Dio mio,Dio mio perchè mi hai abbandonato...ma c'è stato il conforto del sacerdote,dell'estrema unzione.Avrei subito voluto scrivere della dolcezza delle infermiere,della carità sorprendente inattesa di Franco,della mia inadeguatezza di fronte al dramma scolpito nel suo corpo e che ne anticipava il destino.Della grazia di quella sua volontà indomita,della precarietà titanica di un rientro a casa, a cui non credevo, da organizzare,dell'ordine povero e impacciato con cui ognuno di noi ha portato i suoi doni,come tre improvvisati re magi,chi ha portato in dono il tempo ed una carità insospettabile, fino all'esaurimento,chi, mio fratello,l'assistenza,la mediazione professionale, necessaria in un reparto d'ospedale,la concretezza cruda di cui non ero, ma nemmeno volevo, essere capace e chi,io, già denudato e flagellato nella sua totale nullità ha provato a sostenerla e proteggerla spiritualmente.Il cuore in quei momenti era parcheggiato chissà dove e forse era così sfiancato da quasi non essere riconoscibile.Il mio rifiuto di accettarne la morte ,per quanto "attesa" ,sempre che possa essere attesa una cosa così inaccettabile come la morte della propria madre,mi ha reso una specie di automa,spettatore di una serie di eventi da consegnare alla memoria o come faceva la Madonna da "serbare nel proprio cuore",la frenesia delle cose da organizzare in tempi assurdamente stretti e lì ancora la grazia, non protagonista la burocrazia,i soldi,la "vanità" ma il cuore,non il cuoricino sentimentale,ma il cuore quello vero, quello biblico,il rispetto delle volontà e degli affetti difeso e messo prima di ogni altra preoccupazione.La grazia degli amici presenti di persona e per telefono,di Dante,il mio santo Dante che,avvisato dal suo segretario, mi telefona proprio come farebbe un amico,pur essendo impegnato fuori città e che mi assicura la sua intercessione nella preghiera e nella Messa e come lui altri amici sacerdoti che,fin nel lontano Kazakistan, l'hanno accompagnata nella Messa ed hanno accompagnato me sorreggendomi con la preghiera.La grazia delle testimonianze della gente del paese,le loro lacrime,la grazia di una camera ardente sempre piena, fino a dispiacermi per la persona che nella camera di fronte era quasi sempre sola o poco più.La grazia di un amico,perchè patrigno suona veramente male, che m'è stato lasciato in "eredità" a cui far compagnia e da guardare spesso con stupore per la scoperta che è.Dovrei raccontare ,ma non ci riesco, di un ordine nella sequenza degli accadimenti, talmente perfetto da contenere in modo evidente la firma del buon Dio e della sua provvidenza.Vorrei poter far capire come è stato ed è evidente che il seme deve morire per portar frutto,lei,mia mamma di frutto in vita ne ha portato parecchio ai suoi ammalati ed anziani del paese, ma per noi il frutto è più evidente adesso,per me almeno.Rimane un compito, una responsabilità,una persona,un amico ed è ancora grazia ,perché mi è chiesta la sola cosa che ,forse,con tutto il mio limite, so fare...
Stamattina mi sono svegliato con un ginocchio fuori uso ed ho pensato,non è la prima volta, chiamo la mamma.....ma non c'è tempo,c'è un compito.

p.s.

Perchè non si vive per sempre...perchè dall'altra parte c'è una vita infinitamente migliore,perchè il seme deve morire per portare frutto,ma tutto questo non lo si capisce se non Lo s'incontra prima.....